IAAF, TAS e caso Pistorius

Secondo la IAAF un atleta che utilizzi le protesi si gioverebbe di un vantaggio meccanico dimostrabile rispetto a chi non se ne serva. Il TAS di Losanna ha invece ritenuto che allo stato non vi sia alcuna prova scientifica che le protesi utilizzate dall’ atleta siano idonee ad assicurargli un qualche vantaggio nella corsa.

La miglior comprensione della vicenda dell’ atleta sudafricano ventunenne Oscar Pistorius, privo delle gambe sostituite da protesi ed escluso dalle competizioni sportive dalla IAAF, quindi riammesso a gareggiare con i normodotati dal TAS, richiede qualche approfondimento in materia di giustizia sportiva. Ogni disciplina agonistica, ad esempio: il calcio, il ciclismo, l’ atletica leggera, ha una propria federazione, di regola sia nazionale che internazionale, la quale presiede al corretto svolgimento delle manifestazioni sportive. Al fine di assicurare la parità di trattamento le diverse federazioni adottano dei codici di comportamento, disciplinando pure quali sono le pratiche vietate agli atleti, come il doping. Le regole, in quest’ ultima materia, sono per loro natura elastiche ed in continuo mutamento, perché seguono l’ evoluzione della scienza medica. Quando un atleta è sospettato di essere incorso nella violazione di una di queste discipline, un’ apposito organismo giudicante, di regola si tratta di una sezione disciplinare della stessa federazione, emette un giudizio in merito potendo irrogare sanzioni di vario genere, come la sospensione temporanea dalla partecipazione a manifestazioni sportive ufficiali. Le sanzioni possono giungere fino alla squalifica a vita con obbligo di restituire le medaglie ed i premi conquistati, come è avvenuto nel caso del noto velocista canadese Ben Johnson. Con la finalità di assicurare l’ uniformità delle decisioni, in applicazione del principio della certezza del diritto, l’ atleta che svolga la propria attività agonistica in ambito internazionale e sia stato destinatario di un provvedimento di condanna da parte dell’ organo disciplinare della federazione sportiva di appartenenza, o la stessa federazione se la sanzione richiesta non è stata irrogata, hanno la possibilità di domandare il riesame della decisione ad un unico organismo, il TAS, Tribunale Arbitrale dello Sport, che ha sede a Losanna ed è stato istituito dal CIO (Comitato Internazionale Olimpico). Naturalmente la decisione del TAS può essere favorevole all’ atleta, come è avvenuto nel caso dell’ astista italiano Giuseppe Gibilisco, riammesso a gareggiare, oppure sfavorevole, come si è verificato a proposito di un altro atleta italiano, il ciclista Alessandro Petacchi, ipotesi in cui il TAS ha accolto il ricorso proposto dal CONI, ed ha disposto l’ inibizione temporanea dell’ atleta dal partecipare alle competizioni sportive ufficiali.

Nel caso del quattrocentista disabile Oscar Pistorius la IAAF, International Association of Athletics Federations (Federazione internazionale di atletica leggera), con decisione del 13.1.2008 aveva respinto la richiesta dell’ atleta sudafricano di poter partecipare a competizioni ufficiali insieme con i normodotati, perché lo aveva ritenuto responsabile della violazione della regola 114.2 (e), in quanto le protesi in fibra di carbonio Ossur Cheetah Flex Foot, che sostituiscono le sue gambe amputate, in base a studi effettuati dal prof. Bruggeman dell’ Università di Colonia, avrebbero assicurato all’ atleta un vantaggio di rendimento rispetto ai normodotati. Secondo la IAAF un atleta che utilizzi queste protesi si gioverebbe di un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30%) rispetto a chi non se ne serva. Il TAS di Losanna, con decisione del 16.5.2008 ha invece ritenuto, con verdetto unanime emesso anche in conseguenza dell’ esame degli studi prodotti dalla difesa del ricorrente, che allo stato non vi sia alcuna prova scientifica che le protesi utilizzate dall’ atleta siano idonee ad assicurargli un qualche vantaggio nella corsa. In conseguenza il tribunale arbitrale ha riammesso Oscar Pistorius a partecipare alle competizioni sportive ufficiali insieme con gli atleti normodotati.

La decisione del TAS è stata commentata favorevolmente anche dalla IAAF, che ha affermato per bocca del suo Presidente, il senegalese Lamine Diack, di accettare la decisione e considerare Oscar Pistorius il benvenuto in qualsiasi competizione cui vorrà prendere parte.

Paolo Di Marzio magistrato
Giovanna Cerreto,  Avvocato

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi