Dovremmo davvero considerare gli insetti come il prossimo “super alimento”?

Negli ultimi anni, l’umanità si è trovata di fronte a sfide sempre più pressanti nel settore alimentare, dalle crescenti richieste della popolazione mondiale ai gravi impatti ambientali causati dall’allevamento convenzionale di bestiame. In questo contesto, la ricerca si è focalizzata su alternative innovative e sostenibili, tra cui l’utilizzo degli insetti come fonte alimentare. L’entomofagia, ovvero il consumo di insetti, è una pratica comune in molte culture del mondo, coinvolgendo oltre 2 miliardi di persone principalmente nelle regioni orientali. Insetti come coleotteri, bruchi, api e cavallette sono parte integrante delle tradizioni alimentari di queste comunità. Mentre l’idea di consumare insetti può suscitare disgusto nelle società occidentali, è importante riconoscere che si tratta di una questione culturale. Le abitudini alimentari variano notevolmente da una cultura all’altra, e il disgusto associato all’entomofagia è spesso radicato in pregiudizi culturali piuttosto che in motivi razionali. Tuttavia, i vantaggi dell’utilizzo degli insetti come fonte alimentare sono significativi. 

Gli insetti hanno un’efficienza di conversione del cibo elevata, richiedono meno acqua rispetto all’allevamento del bestiame e possono essere alimentati con sottoprodotti organici, contribuendo così alla riduzione dell’inquinamento ambientale. Nonostante questi vantaggi, ci sono anche sfide da affrontare. La ricerca deve indagare sulla sicurezza alimentare, valutando il rischio di infezioni zoonotiche e allergie legate al consumo di insetti. Inoltre, è necessario sviluppare metodi di coltivazione e processamento sicuri ed efficienti per garantire la qualità e l’igiene degli insetti destinati al consumo umano. 

In conclusione, mentre l’entomofagia offre promettenti opportunità per affrontare le sfide globali legate al sistema alimentare, è fondamentale condurre ricerche approfondite e garantire la sicurezza e l’affidabilità dei sistemi di produzione. Con un approccio olistico e multidisciplinare, le nuove tecnologie alimentari potranno integrarsi efficacemente con le pratiche esistenti, offrendo un futuro alimentare più sostenibile e resiliente per l’intera umanità.

Riccardo Rizzi

Perito chimico, Laurea triennale in Scienze e Tecnologie Alimentari-Food Scienze Technology, Studente Magistrale in Controllo Chimico e Microbiologico degli Alimenti e Processi Alimentari 

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