Tatuaggi

purple and brown wooden bar

In questi giorni la rivista Vogue ha dedicato la copertina ad Apo Whang-Od, una tatuatrice filippina di 106 anni, lei è una mambabatok, custode dell’antica tecnica Kalinga. Sono più di 90 anni che utilizza una spina intinta nella fuliggine per tatuare guerrieri e cacciatori di teste del popolo Butbut.

Il tatuaggio è una pratica in uso da millenni. Diversi sono stati i pigmenti utilizzati ma la tecnica è rimasta quasi la stessa. Dalle spine si è passati agli aghi per poi arrivare ai punzonatori elettrici che posizionano le gocce di inchiostro nel derma, lo strato più profondo della pelle. Questo scatena l’infiammazione e l’attivazione del sistema immunitario. I globuli bianchi tentano di degradare o di espellere le particelle di colore ma non riuscendoci le bloccano in maniera permanente per evitare che passino nel circolo sanguigno o linfatico. Il disegno diventa quindi indelebile a vita. I rischi di questa pratica sono la comparsa di infezioni, reazioni allergiche e lo sviluppo di patologie autoimmuni. Ma non solo. Negli ultimi anni è stato segnalato il rischio di cancerogenicità. L’utilizzo di metalli pesanti nei coloranti sembra responsabile di alcuni tumori cutanei.

Nel nord America il 25% degli americani è tatuato, in Europa lo è il 12% della popolazione con un tasso di crescita che ipotizza il raggiungimento del 26% entro il 2040. 

Visto il trend in aumento alcuni studi stanno cercando di capire gli effetti sulla salute a lungo periodo. Nel 2017 era stato segnalato che il sistema immunitario trasportava alcune particelle di colore verso i linfonodi, le stazioni intermedie del sistema di difesa dell’organismo. A luglio 2022 una ricerca pubblicata su “Frontiers in Immunology” ha evidenziato che alcuni materiali dei pigmenti, soprattutto cobalto e zinco, interferiscono con il metabolismo dei macrofagi, i globuli bianchi adibiti all’aggressione delle sostanze estranee all’organismo. Questi dopo l’esposizione riducono la capacità difensiva permanentemente.

Ma già nel 2003 e successivamente nel 2008 l’Unione Europea aveva posto alcune limitazioni per alcuni coloranti e per il nerofumo utilizzati nei tatuaggi e nel Permanent Make-up. Poi a gennaio 2022 ha emesso una direttiva definitiva che mette al bando 4000 sostanze utilizzate fino a quel momento perché contenenti isopropanolo e ammine aromatiche, classificati come cancerogeni. Ad oggi sono disponibili nuovi prodotti e gli inchiostri non autorizzato e utilizzati prima del 2022 devono specificare: «Non utilizzabile nell’Unione Europea».

Purtroppo per le persone tatuate da tempo è impossibile sapere quali sostanze fossero state impiegate. Ma anche tentare di eliminare i tatuaggi potrebbe essere pericoloso: il rischio è che il laser spinga i pigmenti tossici nel circolo sanguigno e linfatico. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) sta proseguendo gli studi. Le analisi richiederanno però decenni per comprendere l’effettiva tossicità dei pigmenti attualmente autorizzati e la differenza di pericolosità rispetto ai precedenti.

L’OMS nel frattempo ha chiarito che “Il modo più sicuro per evitare di dover rimuovere un tatuaggio è semplicemente non tatuarsi”. Forse il tatuaggio meno tossico rimane quello fatto da Apo Whang-Od ma non si sa ancora per quanto lei possa essere disponibile.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi