Quello che poteva sembrare un passatempo innocente, o il modo di esprimere la propria sensualità e bellezza si è presto trasformato in un grave problema per otto modelle iraniane, arrestate qualche giorno fa per aver, appunto, postato su instagram delle immagini nelle quali posano senza velo. Senza velo non ha ovviamente il nostro significato di “senza veli”. Non si tratta quindi di un refuso: a partire dalla rivoluzione del 1979, per le donne iraniane è obbligatorio portare il velo. Non solo non indossarlo, ma addirittura condividere delle fotografie senza di esso ha portato all’arresto.
L’accusa è quella di diffondere cultura anti-islamica, promuovendo promiscuità e l’arresto è la conclusone di un’inchiesta durata più di due anni denominata “Spider 2” che aveva l’obiettivo di smascherare una rete di modelle, fotografi, truccatori e proprietari di saloni di bellezza che ignorano il precetto. Oltre alle otto modelle arrestate, l’operazione ha coinvolto più di 170 persone che saranno presto giudicate dal Tribunale rivoluzionario.
Ma cosa si cela dietro il perseverare di norme come quella iraniana sull’obbligo di coprire il corpo femminile? L’attrazione fra i sessi è un meccanismo molto potente, capace di stabilire un legame anche fra persone che si conoscono da pochi minuti. In certi casi diventa una forza irresistibile e può rendere tutto il resto privo di senso, irrilevante. Non a caso i greci ritenevano che l’attrazione sessuale fosse come un arma, un dardo, capace di bucare la carne e prendere possesso di un’anima, provocando il caos, sia fra gli umani, sia nel mondo degli Dei.
Nel suo ultimo libro, Why Him? Why Her? – Henry Holt, Helen Fisher, che da anni studia l’attrazione fra i sessi sostiene che vi siano quattro sostanze chimiche a decidere chi siamo e come ci comportiamo in amore: due ormoni sessuali, il testosterone e l’estrogeno e due neurotrasmettitori: la dopamina e la serotonina. E che questo sistema ormonale sia per così dire il motore che permette la scelta del partner, la riproduzione ma anche di vari meccanismi ed equilibri o disequilibri sociali. Non ultimo alcune forme di potere, quello dell’attrazione sessuale di un individuo sull’altro.
Ma alle classi dominanti non piace pensare che esistano armi a disposizione dei ceti meno abbienti così potenti. E i tentativi perchè queste armi non potessero essere utilizzate sono sempre stati fra le priorità di chi ha detenuto il potere nella storia, l’uomo. Imporre alla donna di coprirsi e rispettare la castità è sempre stato quindi in tutte le culture e religioni il metodo per ridurre il potere femminile sull’uomo.
Ma con la liberazione sessuale e le lotte per l’emancipazione della donna avvenute negli ultimi anni del secolo scorso nei paesi occidentali molto è cambiato. La donna ha la possibilità di utilizzare sensualità e vanità per gli scopi più disparati. Certo questo complica molto gli equilibri sociali e familiari in cui non è più il genere maschile a tenere lo scettro. Ma la lotta per garantire i diritti dell’uomo che l’occidente porta avanti come esempio e simbolo della democrazia è anche quello di permettere a chiunque di poter dire la propria opinione ed esprimersi ed utilizzare in maniera lecita ogni talento e capacità, anche quella della bellezza, soprattutto se è la sola “arma” a disposizione.
Ma la cultura vigente attualmente nel Medio Oriente non la pensa in questo modo. Il controllo del potere prevede la limitazione di molte delle libertà personali. Dalla libertà di stampa, a quella dell’utilizzo dei mezzi di comunicazione, fino ad impedire alla donna di esprimere la propria sensualità. Nella primavera araba sono emerse, sebbene in sordina, anche istanze femministe di emancipazione e di affermazione dei diritti delle donne, in contrapposizione frontale con la cultura patriarcale. Il sesso non rappresenta più un tabù assoluto, tanto che iniziano ad emergere discussioni pubbliche, riflessioni e studi. Come quello di Shereen El Feki Sex and the Citadel. Intimate Life in a Changing Arab World, che sta suscitando scandalo per la sua esplorazione senza veli nella sessualità dentro il mondo islamico: si parla infatti di mutilazioni genitali così come di siti di dating svelando molto della vita sessuale segreta delle donne..
Ci sono però anche donne islamiche che rifiutano lo stile di vita occidentale e indossando il velo opponendosi alle conquiste dell’emancipazione femminile. Un fenomeno crescente è infatti quello delle donne convertite che mettono il velo, integrale e non. Molte indossano niqab, hijab o altro perché costrette dalle famiglie, dagli uomini e dai dettami della religione. Ma tante altre, come sostiene la scrittrice di origine libanese Hanan al-Shaykh, la ritengono una scelta di libertà contro il modello occidentale, persino per moda quando cominciano a farlo le altre o per volontà di trasgressione. L’autrice del romanzo Only in London (pubblicato nel 2001 e che esce ora in Italia con il titolo Fresco sulle labbra, fuoco nel cuore) e che ha scelto di non portare il velo, sostiene che “la religione proprio non c’entra”: velarsi per le donne rappresenta un illusorio “rifugio di libertà” per impedire agli uomini di guardarle come oggetto sessuale.
Di certo in millenni di guerre e prevaricazioni molte culture hanno raggiunto la garanzia nella tutela di molti dei diritti dell’uomo. Tra i diritti fondamentali oltre a quello di espressone dobbiamo citare il diritto alla libertà individuale, il diritto alla vita, il diritto all’autodeterminazione, il diritto a un giusto processo, il diritto ad un’esistenza dignitosa, il diritto alla libertà religiosa, il diritto alla protezione dei propri dati personali (privacy) e il diritto di voto. Molte persone sono morte perchè oggi noi possiamo considerarli come “normalmente” acquisiti. In altri Paesi molte persone stanno ancora morendo e subendo vessazioni, prevaricazioni e strumentalizzazioni religiose perchè in futuro anche i loro figli possano beneficiare della democrazia e della libertà.