Disoccupazione come stile di vita

di Orkide Izci

La generazione Y, o i Millennials, sono i giovani nati tra il 1981 e il 1997. Molti li descrivono come egoisti, egocentrici, pigri e narcisisti. Ma è davvero così? È colpa loro?

millennialSi parla tanto della disoccupazione giovanile. Vengono riportati tanti numeri, i quali possono salire e scendere nell’arco di tempo considerato. Ma gli effetti di non avere un lavoro o averlo, ma essere sottopagati e senza nessuna garanzia, non possono essere cambiati come i numeri. La disoccupazione o la retribuzione inadeguata condizionano la vita dei giovani che stanno cercando di farsi una loro vita senza riuscirci. La crisi economica, e l’alto tasso di disoccupazione sua conseguenza, creano nuovi stili di vita, “adottati” per forza dai giovani d’oggi.
Ricercatori, demografi e giornalisti categorizzano i giovani nati tra il 1981 e il 1997 come Generazione Y (o anche Millenials) e li descrivono con queste parole: “egoisti, egocentrici, pigri, narcisisti”. Si riferiscono a questa generazione come a dei falliti nella vita. Una generazione nata e cresciuta in un regime di prosperità economica, altamente istruita e dalla quale si aspettavano tante grandi cose: se i loro genitori, i Baby Boomers, avevano realizzato una rivoluzione sociale garantendo grandi opportunità ai propri figli grazie ad una significativa stabilità economica, chissà cosa avrebbero potuto fare i Millenials!
I risultati, invece, non sono pari alle attese. Ultimamente, come riportato dai media, il fallimento di questa generazione è ricondotto al modo in cui è stata cresciuta ed al fatto che non sappia come comportarsi di fronte alla recessione.
Secondo quanto desumibile dai media, sembra che i giovani che fanno parte di questa generazione preferiscano trascorrere ore sul web invece di andare a lavorare.
Forse trascorrono tutte quelle ore sul web per migliorare la redazione del Curriculum e della lettera di motivazione da spedire in centinaia di e-mail. Ad esse non verrà neanche fornita una risposta, tralasciando quelle offensive.
“Quelli della Generazione Y sono i Boomerang Children.
Falliscono la prova della vita da adulti e tornano a casa dai genitori”.
Recentemente viene rilevato in aumento il numero di giovani che vivono a casa dei genitori. Vi è un tono di sottile dispregio, come se la cosiddetta Generazione Y non volesse uscire di casa ed assumersi le responsabilità che comporta una vita da adulti. Il problema è che il lavoro rappresenta la condizione principale di una vita dignitosa. È l’indipendenza economica che trasforma i giovani in adulti, non il contrario. Oggi un giovane, laureato o no, se non possiede un lavoro adeguatamente retribuito non può permettersi di vivere da solo. Dovrà sempre convivere con i genitori o con altri coinquilini. Ciò mina la possibilità di diventare indipendenti. Quando chiede un salario sufficiente per vivere dignitosamente, riceve la risposta di nutrire troppe aspettative nel lavoro e di voler plasmare il lavoro alla propria vita, invece del contrario. In ogni caso, per poter aspirare ad un lavoro, questo giovane pretenzioso deve aver maturato almeno 2-3 anni di esperienza.
Quelli della Generazone Y non sanno amare, non sanno avere una relazione stabile e non credono nell’istituzione della famiglia.
I giovani di oggi non riescono ad avere una relazione stabile o una famiglia perché non possono permetterselo economicamente oppure perché non sanno dove andranno a vivere per lavorare.
Oggi, senza un lavoro, un giovane non può farsi una famiglia. Se un lavoro ce l’ha, invece, spesso è precario. Un lavoro precario significa che, forse, fra qualche mese non ci sarà più. Allora bisognerà guardare a nuovi orizzonti, altre città, Paesi diversi per trovarne un altro. Altrimenti, questo giovane, questo Millenial, verrà accusato di non voler uscire dalla sua “comfort-zone”. In questa situazione, le relazioni stabili a distanza possono essere vissute unicamente su Skype.
La Generazione Y costituisce il 34% della popolazione mondiale. La percentuale cala al 24% negli Stati Uniti ed al 20% in Italia. Anche se sta arrivando in ritardo, questa generazione sarà la protagonista dei prossimi anni e influenzerà l’andamento del mondo. Secondo i dati pubblicati dal Pew Search Center, negli Stati Uniti i Millenials hanno già superato numericamente i Baby Boomers.2 Si tratta di una generazione studiata da tanti, anche dalla Casa Bianca, che ha pubblicato un rapporto su di essa.3
In questo momento, la priorità è quella di creare nuovi lavori, nuovi posti di lavoro e uscire il più presto possibile dal circolo vizioso causato dalla recessione. Questo circolo rende difficile la crescita professionale ed emozionale dei giovani e la loro trasformazione in adulti indipendenti.

di Orkide Izci
Collaboratrice di SocialNews.


1  Risorsa: Pew Resarch Center

2  http://www.pewresearch.org/fact-tank/2015/01/16/this-year-millennials-will-overtake-baby-boomers/

3  https://www.scribd.com/doc/242448460/Millennials-15-Economic-Facts-about-Millennials-Report

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