Stato e diritti umani: una riflessione

di Erika Roffler

La tutela dei diritti umani rappresenta un indicatore dello sviluppo di un Paese. Il processo in atto in Argentina negli ultimi dieci anni costituisce un buon esempio di quali debbano essere le priorità di un Governo.

Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito, in tutto il mondo, ad un continuo miglioramento nella tutela dei diritti umani. Pensare allo sviluppo di un Paese salvaguardando i diritti umani significa che le politiche sociali, la lotta alla povertà e alla disuguaglianza sociale debbano essere strettamente associate a temi quali la produzione, i consumi ed il rispetto dell’ambiente, non potendo, ognuno di questi fattori, essere considerato singolarmente. Così come sancito dalla Convenzione di Vienna del 1993, i diritti umani sono propri di ogni persona, senza distinzione alcuna di nazionalità, luogo di residenza, sesso, etnia, colore, religione, lingua o qualsiasi altra condizione.1
Sono, inoltre, vincolati alla nozione stessa di cittadinanza. Laddove sorgano situazioni di disuguaglianza sociale, questi diritti sono messi in pericolo. È quindi compito dello Stato rimuovere gli ostacoli che impediscono una relazione corretta fra uguaglianza sociale, cittadinanza e tutela dei diritti umani. Gli Stati devono garantire la tutela dei diritti umani attraverso idonee politiche sociali. Ciò rappresenta una sfida per ogni Stato, in particolare per i Paesi della religione latinoamericana, la più eterogenea al mondo in termini di disuguaglianza sociale e accesso ai servizi fondamentali.

Riflessioni sull’Argentina
Nel corso della storia, l’Argentina ha più volte escluso una gran parte della propria popolazione dal pieno godimento dei diritti umani. Tuttavia, negli ultimi dieci anni sono stati compiuti notevoli passi avanti sul tema.2 Dopo la crisi di inizio millennio, che ha ridotto in povertà la metà della popolazione, la situazione è nettamente migliorata per quasi tutte le classi sociali. UN passo decisivo in questo senso è stato compiuto attraverso le riforme orientate allo sviluppo economico ed al miglioramento del welfare. In particolare, sul piano dei diritti sociali, si è posto rimedio alle criticità riconoscendo ai cittadini il diritto che lo Stato intervenga in modo efficace. Il principio di non discriminazione costituisce un asse trasversale nel diritto internazionale. Nello specifico, significa garantire la tutela delle fasce sociali più indifese, quali donne e bambini, e rimuovere le residue discriminazioni di genere.
Un passaggio significativo di questo nuovo corso è rappresentato dalla decisione di sottoporre a processo coloro i quali si sono macchiati di crimini contro l’umanità durante la dittatura militare. Non meno importante la produzione legislativa e le politiche varate sui temi della salute, della sessualità, della riproduzione e delle discriminazioni di genere, riconoscendo diritti fino a quel momento non garantiti e promuovendo la tutela dei minori e lo sradicamento di ogni tipo di violenza contro le donne e della tratta delle persone. Queste riforme hanno beneficiato di adeguata copertura economica affinché le tutele espresse divenissero effettive e vi fossero i mezzi per risanare situazioni di criticità o di palese violazione. I processi sono stati portati avanti – non senza tensioni – attraverso dibattiti promossi da movimenti sociali, da organizzazioni a tutela dei diritti umani e da donne che hanno svolto un particolarmente significativo nel perseguimento degli obiettivi. La legislazione nazionale ha più volte adottato risoluzioni e principi internazionali. Da ultimo, sottolineiamo che la tutela dei diritti umani sanciti dallo Stato ha però bisogno di essere continuamente sostenuta, da parte sia della politica, sia della società nel suo insieme. Questo processo richiede che vengano ufficialmente riconosciute le profonde disuguaglianze tuttora presenti nella società. È lo Stato che deve assumersi il compito di garantire le migliori condizioni alla cittadinanza.

di Erika Roffler
Argentina, laureata in Scienze Politiche (Univeridad di Belgrano, Argentina), Master in Amministrazione e Direzione Pubblica (Universidad de Alcalá, Alcalá de Henares, España), Specialista in Politiche Pubbliche e di Genere (Flacso). Ha ottenuto diverse cariche nazionali e provinciali sul tema della gestione e della valutazione delle politiche sociali. Attualmente è consulente di progetti sociali e docente in corsi post-laurea (Universidad Nacional de Buenos Aires e Universidad Nacional de Tres de Febrero)


1 http://www.ohchr.org/SP/Issues/Pages/WhatareHumanRights.aspx

2 I diritti umani sono contemplati nella prima parte della Costituzione Nazionale, e nell’art. 75 comma 22, il quale riconosce natura costituzionale nella gerarchia delle fonti internazionali in tema di tutela dei diritti umani.

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