Fare squadra contro il razzismo

di Fabrizia Lovarini

L’esperienza del Comitato UISP di Ciriè Settimo Chivasso dimostra che lo sport permette di superare gli stereotipi e favorisce la nascita di relazioni positive con i Rom

Gli stereotipi rappresentano la causa principale di atteggiamenti razzisti, azioni discriminatorie ed episodi violenti contro la popolazione rom. Lo sport, invece, costituisce un potente strumento di integrazione. È importante che venga usato nelle scuole e nelle associazioni sportive per integrare i ragazzi rom, a prescindere da Paese d’origine, famiglia e competenze sportive.
Il Comitato UISP di Ciriè Settimo Chivasso crede nel potere associativo dello sport. Per questo motivo, realizza da anni progetti di integrazione, finanziati dall’Unione Europea, rivolgendosi a ragazzi rom e non rom. Opera soprattutto nelle aree ad alta concentrazione di popolazione rom in Romania e Bulgaria.
I progetti coinvolgono anche associazioni, amministrazioni locali e scuole con l’obiettivo di sensibilizzare tutti i cittadini sul tema dell’integrazione.
Il Comitato si è occupato di inclusione sociale dei ragazzi rom con il progetto IRIS – International Roma Integration through Sport, sviluppato nel biennio 2011-2012. L’attività è nata parlando con gli insegnanti del grave problema dell’abbandono precoce della scuola da parte dei Rom.
Una delle cause è legata proprio alla discriminazione ed al bullismo. Il progetto IRIS ha offerto ai bambini l’opportunità di superare i pregiudizi tramite lo sport. Durante gli eventi sono stati organizzati tornei a squadre miste, giochi di ruolo, dibattiti volti a favorire l’integrazione fra i ragazzi. Tutti i partecipanti hanno potuto cimentarsi in diversi sport, quali calcio, rugby, tiro con l’arco, kin ball, nuoto, pallavolo ed altri giochi a squadre.
Gli eventi sportivi sono stati organizzati in Italia, Romania e Bulgaria, Paesi partner. In questo modo, i giovani, gli educatori e gli istruttori hanno potuto trasferire le migliori prassi apprese in Italia nei loro Paesi di origine. Nelle scuole e nelle associazioni coinvolte ora si usa lo sport per combattere il razzismo, avvicinare i ragazzi più emarginati e favorire la socialità. Combattere la violenza e il razzismo attraverso lo sport rappresenta una grande sfida perché, purtroppo, lo sport viene spesso affrontato con la stessa violenza che si vuole debellare. La nostra esperienza sul campo ci ha però mostrato che i bambini e i ragazzi hanno voglia di confrontarsi fra di loro, indipendentemente dall’origine e dalle condizioni socio-economiche e culturali.
La sfida per il Comitato non è però finita: sta per essere avviato un nuovo progetto di integrazione, sempre finanziato dalla Commissione Europea. IRISIS – International Roma Integration through Stakeholders Exchange of Successful Practices mira a trasferire le migliori prassi per favorire l’inclusione sociale tramite lo sport a più di 70 insegnati, educatori e psicologi che lavorano abitualmente con bambini e ragazzi rom.
“Lo sport è uno strumento fortissimo di integrazione perché attraverso di esso giovani e meno giovani possono imparare il rispetto degli altri e delle regole. Con questo spirito abbiamo dato vita ai nostri progetti… sempre tradotti in azioni concrete… sul nostro territorio… in quello dei nostri partner.” – commenta Roberto Rinaldi, Presidente del comitato UISP di Ciriè Settimo Chivasso.
È inutile negare che la diffidenza ed il razzismo verso i Rom siano atteggiamenti piuttosto diffusi nella nostra società. Lo sforzo, dunque, dovrebbe essere duplice: da un lato, bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, cercando di scalfire stereotipi e pregiudizi che queste etnie si portano inesorabilmente dietro; dall’altro, bisogna lavorare sull’effettiva integrazione dei Rom a partire dai più piccoli. In questo, lo sport, coadiuvato da scuola, famiglie e istituzioni, può diventare un potente strumento per coinvolgere “tutti”, nel vero significato del termine.

Fabrizia Lovarini
UISP Cirié Settimo Cavasso

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