Oltre il terremoto

Passata questa emergenza non dimentichiamoci delle altre.

La tragedia dell’Abruzzo è di quelle che unisce un popolo intero, buoni e cattivi. Viviamo sull’onda emotiva e avvertiamo di sicuro un velo di tristezza in queste festività pasquali. Da più parti si levano appelli alla solidarietà: raccolte di denaro, raccolte di vestiario, altre raccolte. Nel 1997 mi trattenni come volontario in un Campo Caritas a Nocera Umbra, subito dopo il terremoto che colpì quelle zone. Imparai che appena si spengono i riflettori delle televisioni e per fortuna un po’ di giornalisti stupidi e ambiziosi tornano a casa, la gente inizia a sentirsi sola. A dire il vero, molti indumenti usati non furono poi utilizzati e su parecchie raccolte fondi si addensarono sospetti sul loro utilizzo. Allora propongo una riflessione: diamo tutti una mano ai bambini terremotati dell’Abruzzo, ma poi, terminata quest’emergenza, per coerenza, dovremmo occuparci di tutti i bambini che nelle nostre città vivono da terremotati da sempre. Mi riferisco ai bambini Rom, ai bambini extra comunitari, ai figli degli sfrattati o a quelli che vivono in baracche abusive… Ma finché Bruno Vespa non ci fa un plastico e una bella puntata, sembra che la cosa non interessi ad alcuno. Come non interessa che a Napoli le comunità che accolgono minori a disagio sono prossime alla chiusura per mancanza di fondi: centinaia di minori che non sapranno dove andare. Non sono forse come terremotati, dopo le violenze già subite? Eppure, chi ne ha parlato? Come non interessa la mancanza di fondi di certi ospedali che riducono o tagliano del tutto la presenza di animatori e clown nelle corsie dei reparti di pediatria, onco-ematologia pediatrica, e via dicendo. O la tragedia di famiglie che devono seguire i loro piccoli in un’altra regione per le cure mediche e non hanno nessuno che fornisca loro un tetto, mentre il frutto del loro amore è in ospedale, a centinaia di chilometri da casa: non è anche questo essere terremotati? Ma ciò non fa audience, non alza lo share, unica cosa di cui alcuni TG in questi giorni si sono fatti belli. Vogliamo fare qualcosa? Bene, allora andiamo ad animare i bambini rimasti senza scuola, alterniamoci, dandoci il cambio di una settimana. Da giugno a settembre, senza giornalisti, telecamere, flash, in silenzio. Organizziamo tre mesi di giochi estivi e doposcuola per i bambini rimasti senza un loro diritto fondamentale, il gioco. Una presenza giocosa e anonima fa molto di più dell’unica cosa di cui si sente parlare, il denaro. A Nocera Umbra, don Lucio, direttore della Caritas, ci mandava nei campi a lavorare con la gente, per non perdere i raccolti e per ridare loro fiducia. Funzionò, tanto che la gente si fidava solo di questi volontari senza divise luccicanti. E noi avvocati, infine, abbiamo il dovere di aiutare i nostri colleghi abruzzesi in difficoltà e tutto il sistema Giustizia. Sarebbe bellissimo partire volontari per aiutare a rimettere insieme i pezzi della Giustizia: studi legali, uffici, tribunali.

Massimiliano Arena
Avvocato, direttore della rivista Diritto Minorile, già Garante dei Minori di Foggia

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi