L’importanza della comunicazione

RomeoM. Fanni Canelles: Costruire una cultura di prevenzione non è facile. I media hanno molta responsabilità. Si occupano del dramma, poi tutto viene dimenticato. Le strategie di prevenzione, benché costose nell’immediato, farebbero però non solo risparmiare decine di miliardi di dollari, ma salverebbero decine di migliaia di vite. Purtroppo, l’aspetto comunicativo è carente. Per di più, i benefici spesso non sono tangibili: a nessuno interessa un disastro che non è mai accaduto.

C. Romeo: Anche questa volta le reazioni emotive sono state estremamente positive e al tempo stesso pericolose. La voglia di fare, di dare, di dire, sull’onda dell’emotività, rischia di far dimenticare quanto e come la prevenzione possa essere d’aiuto per evitare lutti e tragedie. La commozione, non sempre fasulla, di chi si trova a dover raccontare certe scene di dolore va accompagnata sempre e comunque anche alla capacità di vedere quei rischi, quelle condizioni pericolose, prima che esse accadano. Un’inchiesta giornalistica sulla storia dell’Ospedale dell’Aquila, corredata di nomi, date, fatti, non credo avrebbe avuto la stessa attenzione da parte delle direzioni giornalistiche, se qualche reporter si fosse azzardato a proporla su un giornale abruzzese, prima del terremoto.

M. Fanni Canelles: Riguardo alla sicurezza delle abitazioni in luoghi sismici, il Friuli Venezia Giulia sta legiferando su nuove normative di sicurezza, che obbligano a realizzare le nuove costruzioni con maggiori garanzie di stabilità e resistenza alle accelerazioni sismiche e ai movimenti strutturali provocati dalle scosse. In Italia c’è già una legge del 2005 che impone rigorosi criteri di costruzione antisismici, ma la sua applicazione è sempre stata rinviata. Prima del terremoto in Abruzzo, nessun giornale o televisione si è mai occupato di questo aspetto.

C. Romeo: Questo Paese non riesce a fare sistema. Sappiamo che il terremoto è uno perché il movimento che spinge il territorio italiano nel corso dei secoli è lo stesso. Eppure, dal punto di vista politico, abbiamo il Friuli, il Belice, l’Irpinia, l’Umbria e ora l’Abruzzo, citando a memoria. Tutti diversi per la loro storia di ricostruzione, post emergenza e di prevenzione. Da noi, la Storia insegna poco, sembrerebbe.

M. Fanni Canelles: Le leggi antisismiche ci sono, ma, se si riesce, si fa a meno di loro. I certificati falsi di antisismicità delle abitazioni risolvono spesso il problema (scandalo Italcementi…il calcestruzzo non era a norma). Come ottenere verifiche corrette, su tutte le abitazioni e non sulla carta? come obbligare al rispetto legislativo chi ha sottoposto a verifica da parte di una commissione tecnica?

C. Romeo: Se non ci sono controlli, se le regole sono sottoposte a chi le viola e non a cosa viene violato, se la certezza della pena nel diritto e l’autoreferenzialità nella comunicazione sono chimere, c’è poco da stupirsi. Le norme all’Aquila sono state cambiate ed una zona ad alto rischio si è vista trasformata da qualche burocrate in una zona meno pericolosa. Da chi? Quando? Perché? Con queste risposte si può ricostruire qualcosa, altrimenti è un demenziale ripetersi.

M. Fanni Canelles: Il Governo ha proposto di inserire l’opzione per i cittadini di destinare il 5 per mille delle dichiarazioni dei redditi per la ricostruzione post terremoto. Possibile che non si riesca ad ottenere un fondo economico diverso senza togliere i finanziamenti alle associazioni che con i loro volontari hanno permesso la gestione dell’emergenza Abruzzo?

C. Romeo: Il terzo settore, nelle emergenze, salva vite umane, permette di contenere i drammi, ma, durante le fasi normali della vita sociale, viene dimenticato da tutti, televisioni e giornali compresi. La coperta è troppo corta. Troppo spesso, il volontariato viene vissuto dalle istituzioni come una presenza gravosa, non come un’opportunità. Ed ecco che vengono fuori queste proposte, che vanno benissimo da parte di un commercialista, ma che per un ministro della Repubblica, forse, sono un po’ superficiali. Anche questo è sintomatico.

M. Fanni Canelles: Per ripartire serve competitività, con processi di defiscalizzazione, aiuti europei, credito d’imposta, formazione. Sembra ci vogliano più di 12 miliardi per ricostruire l’Abruzzo. Dove ottenerli e, soprattutto, come controllare che nessuno speculi sulla ricostruzione? Inchieste e programmi televisivi possono mantenere vigile l’attenzione?

C. Romeo: È un problema che governo e opposizione, ognuno per la sua parte, devono risolvere in Parlamento. Si possono rinviare le grandi opere come il Ponte, oppure trovare nuovi finanziamenti. Ma il vero problema non è trovare i soldi, ma spenderli nel modo giusto. Sembra banale, ma è così. Quando i soldi vengono spesi bene, ne servono molti meno e arrivano sempre. Lo abbiamo già visto in altre occasioni.

Carlo Romeo
Responsabile del Segretariato Sociale della Rai
Massimiliano Fanni Canelles
Direttore del mensile “SocialNews”

 

Il Segretariato Sociale Rai
Il Segretariato Sociale della Rai ha la responsabilità aziendale della comunicazione e della programmazione sociale, al fine di definire le linee guida di comunicazione ed i principi di riferimento per la presentazione delle problematiche sociali da parte della Rai, nell’ambito del contratto di servizio fra Rai e Ministero delle Comunicazioni. Il Segretariato definisce, propone e/o realizza le iniziative sulle tematiche sociali sia all’esterno che all’interno della programmazione radiotelevisiva e multimediale, anche in collaborazione con le associazioni e le istituzioni preposte. Accoglie e valorizza le tematiche di carattere sociale rappresentate dalle associazioni e istituzioni che operano in tal senso, attraverso l’interfacciamento diretto con le medesime, con l’obiettivo di sviluppare la massima attenzione del pubblico sulle problematiche sociali.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi