Non disperdere lo spirito dei luoghi

Vittorio Sgarbi

Leggi sbagliate hanno consentito demolizioni per ricostruzioni con pretestuose norme antisismiche. II risultato è che, nel Belice, dopo quarant’anni, il terremoto non è finito. Ancora si abbattono edifici per ottenere finanziamenti e costruire orrori.

sgarbiNiente è più pericoloso di una ricostruzione che cancelli l’identità dei luoghi lacerati, feriti, depauperati. Attraversando spettrali rovine di chiese, interi borghi, edifici rurali, ci si rende conto di come la tradizione architettonica abruzzese sia legata a un mondo pastorale e contadino, che è tanto povero, quanto vero. Nell’emergenza, è necessario ristabilire un tetto agli sfollati, eventualmente anche ricostruire edifici anonimi, come periferie urbane. Ma, negli anni che seguiranno, bisognerà evitare di ripetere l’errore che è stato compiuto nella valle del Belice, in Sicilia, in paesi come Salemi, dove io sono sindaco, Gibellina, Poggioreale, Santa Margherita di Belice. Qui, necessità pratiche e deliri di architetti hanno imposto soluzioni irrazionali, creando città fantasma.

Leggi sbagliate hanno consentito demolizioni per ricostruzioni con pretestuose norme antisismiche. II risultato è che, nel Belice, dopo quarant’anni, il terremoto non è finito. Ancora si abbattono edifici per ottenere finanziamenti e costruire orrori. Edifici abbandonati si alternano così ad altri ricostruiti dalle fondamenta con un effetto di degrado ed incompiutezza insostenibile. A Poggioreale, la città nuova è talmente estranea nella sua caricaturale ispirazione col barocco romano, che i cittadini ti indirizzano verso la città abbandonata in rovina oltre e dopo i danni del terremoto. Non so se sarà possibile ricostruire Castelnuovo, Onna, Paganica, ma so che gli edifici monumentali saranno sicuramente ripristinati e l’edilizia minore, considerata «vecchia», spazzata via. Eppure, rispetto al modello del Belice, una soluzione ci sarebbe.

Tra i luoghi colpiti dal terremoto c’è Santo Stefano di Sessanio, uno dei borghi più belli d’Italia. Negli ultimi cinque anni era stato sottoposto da Daniele Kihlgren e dall’architetto Lelio Di Zio ad un recupero integrale di straordinaria saggezza. Erano stati ripristinati case e palazzi con le cubature, i materiali e le tecniche originali, pur usufruendo di una tecnologia sofisticata e antisismica. Santo Stefano ha sopportato egregiamente l’onda sismica, è rimasta intatta, è crollata soltanto la Torre civica. Come è avvenuto per Santo Stefano, è necessario utilizzare le nuove tecnologie per ricostruire e rendere sicure le vecchie abitazioni ed immaginare un ritorno degli sfollati in tutti i piccoli borghi abruzzesi, senza lasciarli in abbandono e senza sfigurarli.

L’edilizia minore, a Navelli, San Pio delle Camere, Tornimparte, è cosi preziosa che richiede più attenzione e amore delle architetture monumentali. Per questo, sarebbe fondamentale che il presidente del Consiglio e il sotto-segretario Guido Bertolaso si avvalessero dell’esperienza di Kihlgren e di Di Zio, affidando loro il delicato intervento di recupero delle aree terremotate, secondo i principi sperimentati a Santo Stefano di Sessanio. Occorre scongiurare quanto avvenuto in Irpinia e nel Belice; occorre non disperdere lo spirito dei luoghi; occorre non cancellare le tracce di una cultura antica con le ruspe. É difficile, ma richiede amore e attenzione. Lo stesso amore, la stessa attenzione che bisogna provare per le persone indifese, i bambini e, appunto, i vecchi.

In quelle pietre c’e la memoria dell’Abruzzo e c’e un’antica civiltà che si rischia di perdere per sempre. É necessario che le reliquie siano preservate. Venga il presidente del Consiglio a Salemi e veda il danno di una ricostruzione incolta e affrettata. Veda come sarà difficile ridare ordine a ciò che è stato fatto senza intelligenza e passione e, soprattutto, senza rispetto. Veda la meraviglia di ciò che resta, di ciò che è stato difeso e l’orrore di ciò che è stato ricostruito. Ha la sensibilità per capire e per condividere. E vada a Santo Stefano di Sessanio per trovare il modello ed il riferimento cui ispirarsi per la ricostruzione proprio in un luogo colpito dal terremoto. Non potrà non apprezzare la differenza e capire la necessità di non scegliere soluzioni comode e affrettate. In nome dello spirito dei luoghi.

Vittorio Sgarbi
Critico d’arte, politico, scrittore e personaggio televisivo italiano,
Sindaco della cittadina siciliana di Salemi

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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