Ogni volta che andiamo in Serbia, a Kragujevac, ci sembra in qualche modo di tornare a casa. Tanti sono i legami che intercorrono ormai con le persone ed i luoghi che frequentiamo dalla fine del 1999. Sono stati proprio l’aggressione della Nato alla Serbia (allora ancora Jugoslavia), i bombardamenti che vedevamo in televisione, gli aerei che ci passavano sulla testa partendo da Aviano, il pensiero che la nostra Costituzione ripudia la guerra, a far scattare una molla dentro di noi che ci ha portato ad agire e non a stare sempre a guardare.
Quello che ci spingeva allora, e continua ora nelle nostre operazioni, è il tentativo di realizzare forme di solidarietà materiale tra lavoratori italiani e jugoslavi e le loro famiglie. L’attività prevalente della nostra associazione è stata per un lungo periodo quella degli affidi a distanza di figli di lavoratori rimasti senza lavoro per effetto dei bombardamenti. Tutte le spese sono sostenute in proprio dai volontari dell’associazione, come, ad esempio, i viaggi che effettuiamo ogni tre mesi per la distribuzione delle quote (circa 200 euro pro-capite per quattro giorni).
Nel 2003 abbiamo cambiato il nome della associazione, fondando la ONLUS NON BOMBE MA SOLO CARAMELLE. Questo nome nasce da uno dei tanti disegni che i bambini di Kraguejevac inviavano in Italia nel 1999. Ricordo quel disegno: una casa che bruciava e un bambino che scappava sotto gli aerei, e quella scritta “Per favore tirateci le caramelle e non le bombe”. I “nostri” bambini sono di tutte le età, dalla prima infanzia all’università. Quando portiamo direttamente nelle mani dei genitori e dei bambini in una pubblica assemblea le quote di affido, c’è sempre un’atmosfera calda e la commozione è palpabile. Come molti ci hanno ripetuto più volte, non è solo la quota trimestrale che conta per loro, ma anche il pensiero di non essere stati abbandonati, l’amicizia che ormai si è instaurata con molte famiglie, l’affetto di chi si rivede dopo qualche tempo.
Oggi la situazione è cambiata nella città dal 2000, ma non per tutti e non certamente per i “nostri” bambini, che anzi a volte faticano di più nella vita quotidiana. Alcuni hanno dovuto rinunciare ad andare a scuola perché ora costa molto e spesso le famiglie non si possono neppure permettere le spese quotidiane dell’autobus. Incontrando i bambini e i genitori, notiamo sempre subito i segni della povertà: denti mancanti o cariati, vestiti modesti, mani rovinate dal lavoro. Eppure c’è allegria negli incontri, partecipazione emotiva. In ogni viaggio visitiamo anche alcune famiglie: a volte dobbiamo percorrere stradine fuori mano per giungere alle case in aperta campagna e sono le stesse strade che i bambini devono percorrere per andare a scuola al mattino, a piedi o in bicicletta. Troviamo case costruite a metà, in cui solo la parte di sotto è terminata e abitata. Il riscaldamento è a stufa e funziona solo in cucina, nonostante il freddo invernale di questi luoghi. Spesso mancano i servizi igienici e in alcune case anche l’acqua. Ma veniamo sempre accolti da tutta la famiglia, dai bambini ai nonni, con grande allegria e con grande dignità. Non possiamo fare a meno di sentirci confortati da tanto affetto non mercenario.
Gilberto Vlaic
Presidente della Onlus “Non bombe ma solo caramelle”
www.nonbombemasolocaramelle.org