Ruoli e luoghi della comunicazione scolastica

“Il Profeta” di K.Gibran.
La tempesta è capace di disperdere i fiori ma non è in grado di danneggiare i semi.

Individuare i tre errori

a)          2 x 3 = 5

 

b)          2 + 0 = 2

 

c)          3 x 0 = 0

 

d)          5 x 1 = 6

Che stranezze in questo momento della vita della scuola!

Il mondo è in evoluzione e sono in evoluzione i sistemi che come umani utilizziamo per leggerlo, interpretarlo, proporlo nella sua struttura o in una pretesa di una sua possibile essenza. Eppure ci sono aspetti che sono tacitamente al vaglio continuo del confronto fra noto e ignoto, fra esperito e immaginato, fra reale e virtuale. E da qui si sviluppano ghirlande oscillanti di emozioni, sentimenti, stati d’animo che si alternano e si infiltrano nella sfera delle cose razionali che poi, di fatto, conducono ai discorsi di una quotidianità nella quale il sapere dell’esperienza e il sapere dell’innovazione avviano un continuo conflitto fra le istanze della tradizione e le istanze del cambiamento.

Il mondo è in evoluzione continua. Un mio maestro, durante le lezioni di Pedagogia Generale negli anni ’80, continuava a sottolineare che, se il mondo fosse stato quello di alcuni secoli addietro, avrebbe svolto quella lezione in latino. E oggi io svolgo quella lezione in un italiano prossimo a quello che caratterizzava il suo linguaggio, ma utilizzo qualche parola che non poteva avere lo stesso significato che ha oggi. Inoltre, qualche parola che utilizzo non c’era, perché è rappresentante di oggetti che sono frutto dell’innovazione. Se penso al termine “aula” ho da definire prima se è un’aula informatica, il sito all’aperto di un’attività formativa o l’aula che ospita una classe di una scuola.

Se poi “aula” la pronuncia un magistrato, può darsi che dal contesto del discorso si possa risalire all’accezione che il termine ha, ma se ciò non è possibile, occorre specificare accanto alla parola che si utilizza il riferimento che ne determina il significato… “sono in tribunale non nell’aula magna della scuola!”. Ho osservato che in un viaggio in Eurostar, l’apertura di una telefonata, dopo i rituali del saluto, più o meno, prevede di dare all’interlocutore informazioni sull’ambientazione del luogo che si sta abitando…il luogo nel quale si è ospiti temporanei… “sono in treno”…”sono in Eurostar”, “sto andando a Roma”…Una necessità di far identificare la propria posizione nello spazio.

Tutto questo mentre il treno svolge la sua funzione di mezzo di trasporto da un luogo A ad un luogo B. Ancora, mentre il treno viaggia e la conversazione telefonica continua, si sente l’inequivoco suono di un messaggio di posta elettronica che è appena arrivato sul computer acceso di un altro “passeggero” che ha appena introdotto nella presa di corrente del treno la spina dell’accumulatore del proprio computer. In tutto questo, con i dirimpettai e i vicini di banco (ops! Con i vicini di sedile), si condivide lo stesso tempo e quello stesso tempo si condivide con altri che sono altrove.

Connessione: parola nuova o antica?

In alcune sue funzioni, il significato è invariante rispetto al tempo; certamente rispetto allo spazio e rispetto alle modalità per connettere luoghi è in buona parte parola nuova.

Ho capito!

Forse prima di dire che una parola è nuova o antica potrebbe essere opportuno rendere noto se il significato che si vuole trasmettere è riferito a cose di altro tempo oppure a cose dell’oggi. Poi, può essere opportuno rendere noto qual è l’obiettivo del messaggio che si vuole trasmettere e lo scopo per cui lo si trasmette.

Scuola.

Parola antica.

Obiettivo della Scuola: l’obiettivo lo propongo a partire dal risultato che la Scuola potrebbe far conseguire ai sui “abitanti”: “La fase della vita adulta, al maschile e al femminile, ha avuto sempre la necessità di padroneggiare i nuovi eventi con la conoscenza: di escogitare risposte adeguate agli imprevisti o di perfezionare i saperi appresi in precedenza. Per l’adattamento all’ambiente, per la sua modificazione, per l’esercizio e il mantenimento del potere, per l’educazione della prole, per la difesa del proprio gruppo di appartenenza; e, inoltre per la comunicazione e la trasmissione di credenze, culture, tecnologie” [2].

Scopo della Scuola: per quanto attiene allo scopo, a mio avviso è fondamentale la lettura della Costituzione. Di ogni Costituzione, non solo della nostra, che organizza la democrazia e segna il senso del pensare e dell’agire democratico. Forse fra innovazione e tradizione, una rinnovata cornice di senso per la Scuola può essere riferita a giuste domande prima che alla comunicazione di soluzioni presunte rispetto alle quali si confondono i piani dei problemi cui si vuole dare soluzione. Soluzioni a caccia dei problemi cui appartengono, emerge dal mio ruminare. Una Scuola dell’attualità, dovrebbe, potrebbe, potrebbe essere necessario che fosse capace e competente a supportare i propri abitanti a navigare fra gli spigoli dell’esistenza, ma anche a costruire un habitat nel quale si abbia desiderio di appartenere.

è innegabile che le risorse del mondo siano in via di ridistribuzione e non siano infinite. Questa consapevolezza cresce d’intensità quando gli eventi portano a fare i conti senza il rischio che anche la matematica diventi un’opinione. Quanto più le risorse sono insufficienti, tanto maggiore è la destrezza necessaria a impiegarle in modo ottimale. E se inizialmente si può agire per impulso, negando, distorcendo o manipolando i dati della realtà, poi viene il giorno in cui fermarsi è investire sulla coerente definizione del problema e ciò diventa necessario per poter scegliere strumenti e metodologie compatibili con la sostenibilità delle soluzioni nell’immediato, nel medio termine e in quello che riguarda i nostri figli. Sto ancora ruminando sul quesito che ho proposto nel riquadro iniziale: sì! Gli errori sono proprio tre. Due sono errori di calcolo e uno è l’errore che si riferisce alla definizione del problema: alla traccia. Infatti, nella “consegna” del problema, si dichiarano implicitamente tre errori di calcolo e il terzo errore invece, si riferisce al fatto che gli errori di calcolo sono soltanto due e, quindi, è proprio nella traccia il terzo errore. La traccia corretta è: “Individuare i due errori”. E allora, forse, la scuola può. Forse la scuola può ridefinire i luoghi e i modi della comunicazione fra tutti i ruoli che ne fanno parte.

Noi dobbiamo fare i conti non con la nostra mentalità, ma con le emozioni che derivano dal conflitto fra la nostra visione e concezione del mondo, degli altri e di sé e le altre concezioni della realtà che gli altri si costruiscono facendo a loro volta i conti con la propria visione del mondo degli altri e di se stessi.[3] Non è questa forse una delle finalità più attuali che può indicare un orizzonte di scopo che, coniugando creatività e concretezza, ponga la scuola nella condizione di non far sentire i nostri figli ospiti temporanei della Scuola, ma abitanti di un luogo capace di orientare al futuro i tesori della tradizione socioculturale, fornendo gli strumenti e i saperi nonché i repertori strategici di adattamento all’ambiente in modo da poter contribuire ciascuno allo sviluppo coerente dell’ambiente stesso e del proprio sé?

Una scuola luogo di un saper divenire dinamico. Forse è venuto il momento di definire ciò che è seme e ciò che è fiore o frutto.

Cesare Fregola
Docente di ” Matematica e Psicopedagogia”
Facoltà di Scienze della Formazione
Università Roma Tre

[1] Docente di “Matematica e Psicopedagogia” presso il Master in Didattica della Matematica fra Arte, Scienze e Realtà. Facoltà di Scienze della Formazione, Università Roma Tre.

Coordinatore dell’area Formazione nelle Organizzazioni presso il Master Progettare e Valutare la Formazione, presso l’Università della Calabria.

[2]Demetrio D., Manuale di educazione degli adulti, Laterza, Bari, 1997.

[3] La costruzione dell’architettura del discorso si basa su un modello derivato dall’Analisi Transazionale (A.T.) di Eric Berne che prende il nome di matrice della svalutazione che, in sintesi, descrive come nelle situazioni della comunicazione umana e sociale, di fronte a una situazione problematica, si presentino fenomeni di negazione, distorsione, manipolazione dell’esistenza di un problema e o del sintomo, e o della sua importanza, e o della risolvibilità e o della capacità personale di risolvere un problema identificato.

 

 

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi