I reati dei Ragazzi

Abbandono scolastico e incidenza sulla devianza minorile. Le iniziative del volontariato sociale per una rete di coordinamento con le istituzioni per recuperare la funzionalità educativa

I fatti di cronaca, oltre a costituire un fenomeno concretamente preoccupante, generano un crescente allarme sociale rispetto alla delinquenza minorile nel nostro Paese, il più delle volte corrispondente solo in parte all’effettivo andamento della criminalità. Spesso infatti i mezzi di informazione amplificano ed interpretano i fatti veicolando messaggi distorti all’opinione pubblica rispetto ai giovani, etichettandoli tutti come “devianti”, dipendenti da internet, dalla TV, dai videogiochi, come anoressici, bulimici, poliassuntori, da psicofarmaci, da alcol, da droghe. Dipingere un’intera generazione di giovani in questo modo è stigmatizzante e quasi toglie la speranza e la possibilità di un futuro migliore. Invece la maggior parte dei giovani d’oggi è sana, studia, è creativa ed equilibrata. Certo stiamo vivendo tutti in una società molto complessa, questo è un dato di fatto e i giovani più fragili ne fanno le spese. La situazione è in parte paradossale. La meta del successo e bellezza, intesa come cura della persona, un tempo erano positivi, erano uno stimolo a crescere, a migliorarsi. Oggi questi “modelli” sono portati all’esasperazione. Si è premuto l’acceleratore a tal punto che sono diventati un disvalore.

Perché molti dei valori che accompagnavano questi modelli sono scomparsi. Per esempio conseguire queste mete per meriti ed onestamente. Dall’altra i genitori, a volte divisi, con impegni di lavoro stressanti, senza il sostegno dei nonni, dei fratelli ecc. non riescono a tenere il passo, a sostenere i figli in questa società che emette una molteplicità di messaggi e modelli di comportamento spesso contraddittori fra loro. In poche parole, da una parte è venuta meno la fiducia nei valori positivi, dall’altra è diminuito il sostegno affettivo ai giovani. Quale può essere il risultato? La matematica non è un opinione. In questo clima si collocano i reati dei ragazzi. Il senso di insicurezza genera nella collettività richieste di repressione del crimine e dei criminali. Gli esperti del settore, criminologi ecc. constatano l’insostenibilità dei costi di una politica basata esclusivamente sul potenziamento di azioni di repressione e contrasto e indicano le politiche di prevenzione sociale del crimine come più economiche ed efficaci. D’altro canto come interpretare il fatto di un anziano signore che ruba un pacco di pasta al supermercato. ècriminalizzabile quest’uomo? Occorre potenziare le politiche sociali a favore dei cittadini e sanare queste carenze a monte. Occorre pianificare azioni multisettoriali, congiunte tra diversi attori sociali, famiglie, scuola, chiesa, volontariato, privato sociale. Occorre lavorare a fianco dei mezzi di informazione per ristabilire, nell’immaginario collettivo, una corretta dimensione di alcuni fenomeni che riguardano i minori e gli adolescenti attraverso:
• la promozione della cultura dell’educazione
• la ricerca pedagogica
• la riconferma del ruolo e della responsabilità genitoriale
• la costituzione di momenti e “luoghi” di riflessione nel territorio su tali tematiche finalizzati alla costruzione di una cittadinanza attiva.

Come ha ricordato anche il Ministro Clemente Mastella durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario in senato e alla Camera, gli strumenti che appaiono più congrui rispetto ai bisogni di prevenzione speciale e più vicini culturalmente alla nostra tradizione giuridica sono quelli di carattere socio-educativo. Dalle relazioni dei Presidenti delle Corti di Appello dei tribunali per i Minorenni presentate all’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2007 sono emersi dati sulla correlazione “evasione obbligo scolastico – criminalità”. Dalla relazione del Presidente della Corte di Appello di Catania risulta che il 41% dei minori arrestati risulta inadempiente dell’obbligo scolastico. Anche la formazione dei giovani nel campo lavorativo risulta carente. Il Presidente della Corte di Appello di Milano e Palermo segnalano nei minori che delinquono gravi inosservanze dell’obbligo scolastico e difficoltà nell’inserimento lavorativo dei giovani. Il Procuratore di Palermo segnala che “il conseguimento del titolo di studio costituisce, non di rado, un dato meramente formale, che nasconde a volte la realtà dell’analfabetismo assoluto, intollerabile in una società avanzata come la nostra”. Il Procuratore di Milano mette in risalto un altro aspetto importante: “Molti giovani che commettono reati appartengono a famiglie non patogene, né dedite esse stesse al delitto, ma certamente diseducanti. è noto del resto che gli atti criminali dei ragazzi sono ampiamente emulativi delle condotte degli adulti, a loro volta irrispettose ed avide di status-symbols”. Occorre anche saper cogliere già dalla scuola elementi di disagio e ricerca di visibilità che portano i giovani all’evasione scolastica, all’illegalità o al bullismo. Occorre saper ascoltare i ragazzi in tempo, prima che il malessere si conclami in atti devianti o delinquenziali.

Progetto Aurora
Con il progetto Aurora si vuole garantire ai giovani sottoposti a provvedimento penale dell’Autorità Giudiziaria minorile percorsi di formazione professionale nel campo delle tecnologie informatiche. @URORA prevede la realizzazione di laboratori informatici multimediali, di una piattaforma e-learning, di un sistema di videoconferenza e di una rete telematica dotata di elevati livelli di sicurezza che metterà in comunicazione tra loro i 18 Istituti Penali per Minorenni (IPM), le 13 Comunità ministeriali minorili e le Scuole pubbliche associate, potenziate per quanto riguarda i propri laboratori. Potranno usufruire dei laboratori anche i giovani dell’area penale esterna in carico ai 29 Uffici Servizio sociale per i minorenni della Giustizia minorile.

Serenella Pesarin
Direttore generale – Dipartimento Giustizia Minorile
Ministero della Giustizia

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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