La più grande sfida del 21esimo secolo

Per scongiurare il rischio della carenza idrica bisogna trovare subito i modi più efficaci per preservare intatto il bene più prezioso. Intanto, nel mondo oggi sono 2,8 miliardi le persone che ne soffrono la scarsità, mentre 3800 bambini muoiono, ogni giorno, per mancanza d’acqua potabile e servizi igienici adeguati

Entro il 2025 i due terzi della popolazione mondiale vivranno in paesi che soffriranno di siccità e scarsità delle risorse idriche. Il direttore generale della FAO, Jacques Diouf lancia l’allarme e sollecita un impegno globale per affrontare il problema della scarsità d’acqua sul pianeta. Per scongiurare questo grave rischio è dunque necessario fin da ora trovare modi più efficaci di conservare, usare e preservare questo bene prezioso, la cui mancanza colpisce i più poveri. Diouf ricorda che oggi nel mondo 2,8 miliardi di persone vivono in condizioni di scarsità d’acqua e che ogni giorno muoiono oltre 3800 bambini per la mancanza d’acqua potabile e di servizi igienici adeguati. Servono interventi mirati per garantire l’accesso universale alle risorse idriche e migliorarne il controllo nell’agricoltura. Serve anche una maggiore cooperazione sia a livello locale sia globale per far si che tutti abbiano accesso ad una adeguata quantità di acqua pulita necessaria per sopravvivere oggi come nel futuro. Sotto osservazione l’agricoltura che consuma circa il 70% del prelievo complessivo da laghi, corsi d’acqua e falde acquifere del mondo. Questa percentuale si avvicina al 95% in molti paesi in via di sviluppo dove si trovano circa i tre quarti di tutti i campi irrigati. Per produrre cibo ci vuole acqua: in media per un chilo di grano occorrono da 1000 a 2000 litri d’acqua e ne servono da 13000 a 15000 mila per produrre la stessa quantità di carne da bovini alimentati con cereali. Senz’acqua dunque non possiamo produrre. Ma molto più semplicemente senz’acqua non possiamo mangiare.

La situazione si complica con l’incremento demografico, la maggiore richiesta d’acqua per soddisfare il fabbisogno dei grandi agglomerati urbani dell’agricoltura e dell’industria intensifica la pressione sulle risorse idriche e questo provoca tensione e conflitti da una parte e uno stress eccessivo sull’ambiente dall’altra. Il riscaldamento globale è il principale responsabile dei periodi di siccità sempre più frequenti. I più esposti alla variabilità del clima sono i piccoli contadini che formano la stragrande maggioranza dei poveri del mondo; particolarmente vulnerabili perché la loro sopravvivenza dipende dalle piogge. Un controllo equo e razionale delle risorse idriche ha un notevole potenziale per incrementare la produzione alimentare e ridurre la povertà, continuando a garantire allo stesso tempo il mantenimento dei servizi forniti dall’ecosistema. L’acqua e il cibo, conclude il direttore generale della FAO sono diritti umani universalmente riconosciuti e servono strumenti legali ed istituzioni appropriate che disciplinino la gestione delle risorse idriche altrimenti continuerà a regnare il caos e gruppi più forti ne approfitteranno per prevalere su quelli deboli. Un esempio di gruppi forti? Parliamo della Russia dove l’acqua vale più del petrolio. Non solo la Russia galleggia su immensi giacimenti di petrolio e gas al punto da essersi trasformata in una superpotenza energetica. Nel suo sterminato territorio c’è tanta acqua dolce da dissetare due pianeti: 120.000 fiumi, 2,3 milioni di laghi, paludi vaste come Italia, Spagna e Francia messe insieme; le risorse idriche superano i 97mila Km cubi se aggiungiamo ghiacciai ed acque del sottosuolo. Tradotto in moneta o meglio in denaro liquido significa poter disporre di risorse idriche il cui valore già oggi supera gli 800 miliardi di dollari l’anno. Siccome l’acqua sarà il petrolio del nuovo millennio i sogni di grandezza del Cremlino stanno diventando ancor più ambiziosi. Tanta ricchezza e tante prospettive aumentano la ricchezza politica specie sui paesi confinanti dell’Asia centrale assediati dai deserti e dalla siccità. Ad oggi secondo la FAO due persone su 5 non hanno servizi igienico-sanitari adeguati, più di una persona su 6 al mondo, ovvero 1,1 miliardi, non ha accesso ai 50 litri di acqua dolce e pulita, la quantità minima che l’uomo considera necessaria per soddisfare i bisogni primari: bere, cucinare, lavarsi. E in Italia?

L’allarme viene soprattutto dagli agricoltori, la Confederazione Italiana Agricoltori – CIA- proprio in occasione della giornata mondiale dell’acqua, è scesa in campo sollecitando una politica mirata ed eventi concreti per contrastare la probabile siccità estiva. Serve una cabina di regia presso la presidenza del Consiglio. In questa direzione è orientata la richiesta a Romano Prodi di istituire un gruppo di lavoro a cui possano partecipare i vari Ministri delle attività produttive Bersani, delle politiche agricole De Castro, dell’ambiente Pecoraro Scanio, i rappresentanti della protezione civile, delle Regioni, delle Autorità di Bacino e delle Organizzazioni Agricole. La costituzione di questa struttura, afferma la CIA, è fondamentale per avere continuamente sotto controllo la situazione e poter operare con la massima tempestività per superare le difficoltà e i momenti critici. Bisogna evitare che si ripeta la drammatica esperienza del 2003 quando i danni alla produzione agricola superarono i cinque miliardi di euro. è comunque fondamentale evitare conflittualità tra Regioni anche sul problema della gestione dell’uso dell’acqua e nello stesso tempo occorre una regolamentazione dei servizi pubblici al fine di superare localismi ed inefficienze. Concludiamo con Legambiente e con il Movimento difesa del Cittadino che hanno invitato i passanti a riconoscere l’acqua più buona tra la potabile e quella in bottiglia. Legambiente dice stop al business delle “minerali” e chiede ai gestori degli acquedotti di fare più informazione e comunicazione ai cittadini sulle proprietà dell’acqua erogata. L’acqua che arriva nelle nostre case è sana e pulita, dall’acquedotto milanese sgorga un’acqua con giusta concentrazione di calcio, iposodica e batteriologicamente sicura. Ma nonostante i dati la Lombardia è in testa con i suoi 93 abitanti ogni 100 tra gli italiani, nella classifica dei maggiori consumatori di minerale al mondo. Ogni famiglia, spiega Legambiente, spende oltre 300 euro all’anno per l’acqua in bottiglia, spenderebbe solo un euro se scegliesse quella del rubinetto. Che dire dunque? Occupiamoci dell’acqua, risparmiamola, gestiamola al meglio e diamole la parola.

Angelo Maria Perrino
Direttore del quotidiano Affari Italiani

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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