Effetto collaterale

I disturbi fisici derivano principalmente dalla grande quantità di tempo speso davanti al videogioco e dal conseguente stile di vita sedentario. Un rapporto disturbato con il videogioco finisce per ostituire facilmente e completamente ogni altro tipo di attività, favorendo uno stato di isolamento e di individualismo che dispone all’introversione, limita l’apprendimento di utili abilità sociali e di un’adeguata intelligenza emotiva. Se si desidera che le nuove generazioni siano meno esposte ai pericoli della dipendenza c’è la necessità di un programma di prevenzione

L’attività ludica include aspetti psicologici, educativi e sociali di fondamentale importanza, poiché stimola la formazione della personalità, l’apprendimento di regole e l’integrazione sociale. Per tutti questi motivi, diversi studiosi sono concordi nell’affermare che la presenza e la qualità del gioco in età evolutiva risulta cruciale ai fini di uno sviluppo armonioso ed equilibrato. Oggi il gioco è, sempre più spesso, costituito dal “videogioco” che rappresenta un’irresistibile possibilità in grado di rispondere al “bisogno ludico” sia negli adulti che nei bambini e nei ragazzi. In tal modo, rispondendo alle richieste di una sana e naturale passione, la tecnologia moderna è entrata ormai da tempo nel mondo del gioco, non sempre però nel rispetto delle esigenze educative sociali, divenendo talvolta uno strumento di abuso o una fonte di modelli sociali negativi e perfino patologici. Tuttavia è importante sottolineare che il videogioco, rappresentando una evoluzione tecnologica di diverse forme di gioco, possiede potenzialmente degli effetti positivi, primo fra tutti la grande capacità di catturare e mantenere l’attenzione, utilizzando contemporaneamente anche più canali sensoriali di stimolazione.

Le potenzialità del videogiochi, quindi, devono far riflettere sul fatto che, spesso, non è questo strumento di gioco ad essere nocivo di per se stesso, ma il suo utilizzo incondizionato e spropositato. Pensando ai rischi dei videogiochi è inevitabile soffermarsi sulla facilità con cui si perde il controllo rispetto alla quantità di tempo trascorsa giocando. Questo comportamento incontrollato prende il nome di videoabuso e porta con sé una serie di effetti negativi a livello fisico e a livello relazionale. Disturbi fisici derivano principalmente dalla grande quantità di tempo speso davanti al videogioco e dal conseguente stile di vita sedentario. Più frequentemente si registrano:
• Disturbi del sonno, causati dall’abitudine del soggetto di rimanere sveglio a giocare fino a tardi, sconvolgendo così il normale ritmo sonno-veglia;
• Eccessiva stanchezza, conseguenza della perdita delle ore di sonno che si ripercuote negativamente sulle prestazioni a scuola o al lavoro;
• Indebolimento del sistema immunitario, anch’esso conseguenza dell’irregolarità del sonno e provoca una maggiore predisposizione a qualsiasi tipo di malattia;
• Irregolarità dei pasti, il soggetto a volte si dimentica o salta i pasti per massimizzare il tempo investito nel gioco
• Scarsa cura del corpo
• Mal di schiena
• Mal di testa
• Stanchezza degli occhi

L’abuso di videogiochi interferisce pesantemente nella vita relazionale del soggetto: aumentando progressivamente le ore trascorse davanti al videogioco, diminuisce il tempo disponibile da dedicare alle persone significative e alla famiglia. In questo modo si rovinano i rapporti tra genitori-figli, amicizie importanti e rapporti di coppia. Il tempo speso a giocare virtualmente, crescendo sproporzionatamente, finisce per togliere spazi anche alle attività connesse all’apprendimento scolastico che, se svolte, vengono praticate velocemente, con scarsa applicazione e con una stanchezza mentale (e spesso visiva) che porta ad evidenti risvolti negativi sul rendimento scolastico. Inizialmente il videogioco è un ottimo mezzo per scappare dalla realtà quotidiana, la quale perde progressivamente di interesse, finché il soggetto arriva a trascurare gli impegni sociali e familiari, scolastici e lavorativi. D’altro canto un rapporto disturbato con il videogioco finisce per sostituire facilmente e completamente ogni altro tipo di attività, favorendo uno stato di isolamento e di individualismo che dispone all’introversione, limita l’apprendimento di utili abilità sociali e di un’adeguata intelligenza emotiva. La capacità di capire le emozioni e come esse vengono percepite dagli altri è utile per conformarsi alle richieste della vita sociale e adattarsi ai vari contesti. Lacune in questi ambiti possono portare ad importanti difficoltà di adattamento sociale.

Il quadro clinico della videodipendenza si delinea in modo completo proprio quando non si riesce più a controllare volontariamente il proprio comportamento in rapporto all’uso del videogame che spesso si associa anche ad una ricerca compulsiva di videogiochi sempre nuovi e alla moda, problema che negli adulti può produrre una vera e propria “sindrome da shoppping” specifica e nei ragazzi a delle continue e assillanti richieste di acquisto nei confronti dei genitori. Inoltre, l’attivazione psicologica e l’ossessione del videogioco possono produrre uno stato di agitazione quando non si ha la possibilità di giocare, irritazione quando si viene interrotti durante l’attività di gioco ed uno stato di insonnia o un sonno agitato in cui compaiono sogni legati ai temi proposti dai videogiochi. A testimonianza di questo, è facile riscontrare nei bambini e nei ragazzi con videodipendenza frequenti conflitti e comportamenti aggressivi verso i fratelli e altri coetanei per aggiudicarsi più tempo davanti ai videogiochi. Il numero di adulti videodipendenti risulta in costante crescita negli ultimi anni portando con sé gravi problematiche di coppia e familiari, legate alle accuse dei coniugi di essere trascurati e al venir meno delle proprie responsabilità familiari. Ricordiamo che i videogames sono molto coinvolgenti proprio perché consentono ai soggetti di immedesimarsi nei personaggi, sostituendo la propria identità indossando una maschera che permette loro di esprimere liberamente la propria personalità. Attraverso i videogiochi si possono sperimentare sé alternativi che ci consentono di vivere una vita parallela, spesso molto più attiva e stimolante di quella reale, così da assumere maggiore importanza rispetto a quest’ultima.

La dipendenza da videogiochi concretizza il bisogno dell’individuo di uscire dalla propria vita quotidiana per trasformarsi nel personaggio virtuale, sul quale proietta tutti i suoi desideri e le sue illusioni. I videogames isolano l’individuo dal contesto sociale, quindi sono maggiormente le persone con scarsa autostima, timide e che non accettano se stesse a correre il rischio di rimanere incastrati all’interno di questo drammatico circolo vizioso. Infatti, uno dei punti-chiave della videodipendenza è la sfida tra individuo e macchina che si instaura attraverso il gioco: è profondo il bisogno di dimostrare a se stessi e all’ “antagonista virtuale” il proprio valore e le proprie capacità. E’ tale bisogno che riporta al gioco virtuale sempre e comunque: la vittoria rinforza la convinzione di poter nutrire l’Ego con migliori prestazioni e la sconfitta spinge al tentativo di riscattare la propria autostima minacciata dal fallimento.Un’altra categoria particolarmente a rischio risulta essere quella degli adolescenti: a causa dei fattori psicologici caratteristici del periodo in cui si trovano, i giovani, timorosi dei giudizi altrui, tendono a preferire relazioni online e competizioni virtuali piuttosto di accettare il rischio di mettersi in gioco su un piano di realtà. La dipendenza dai giochi elettronici inizialmente colpiva prevalentemente il mondo maschile, ma sempre più le aziende specializzate stanno sviluppando videogiochi dai contenuti pensati appositamente per un pubblico femminile, all’interno del quale insieme ai consumi, crescono però anche le forme di abuso e di dipendenza. Al fine di controllare i rischi legati all’uso di videogiochi è necessario seguire alcune importanti strategie comportamentali:

1. La prima riguarda il tempo trascorso a giocare: è fondamentale stabilire un ben limitato spazio temporale da dedicare al videogioco; solitamente si consiglia di investire non più di un’ora davanti allo schermo. Nel caso dei bambini i tempi devono essere monitorati dagli adulti, soprattutto nei giorni festivi in cui è più facile perdere il controllo del tempo speso a giocare virtualmente. Inoltre è importante che i genitori valutino bene i contenuti dei videogames acquistati, evitando sempre sfide violente o eccessivamente competitive.
2. Un secondo suggerimento potrebbe essere quello di trascorrere solo una parte del tempo libero giocando ai videogames, lasciando spazio anche ad altre attività “reali” e “sociali”, come lo sport e gli incontri con amici. In tal modo, si prevengono sia i problemi legati alla sedentarietà che quelli dovuti all’isolamento sociale. Altrettanto utile è favorire l’utilizzo dei videogiochi in sfide con amici o fratelli e sorelle, in modo da rendere il gioco uno strumento di socializzazione.
3 Un attento monitoraggio dello stato d’animo del videodipendente dovrebbe essere sempre auspicabile. Riconoscere come ci si sente prima di iniziare a giocare e mentre si sta giocando consente di capire da cosa si sta sfuggendo e cosa si spera di raggiungere quando si è immersi nel mondo virtuale. Riconoscere le spinte emotive ci permette di scegliere di passare ad un’attività più costruttiva.
4. Ricordiamo che una caratteristica fondamentale di ogni tipo di dipendenza, compresa quella da videogames, è che il soggetto nega di avere un problema. A questo proposito è importante riconoscere il proprio stile di negazione, come ad es. minimizzare o giustificare il fenomeno, per poter porre le basi di un solido processo di cambiamento.

La regola migliore rimane sempre la prevenzione. Se si desidera che le nuove generazioni siano meno esposte ai pericoli della dipendenza c’è la necessità di un programma di prevenzione primaria, che si articola su due livelli principali:
• A livello di gruppo familiare: è noto il ruolo dell’ereditarietà nei comportamenti di dipendenza, legata sia a fattori genetici che di apprendimento. Le famiglie devono essere informate sull’esistenza di dipendenze da comportamento, su come riconoscerne i sintomi, sulle conseguenze che possono sopraggiungere e infine sui servizi specializzati che possono aiutare a risolvere il problema della dipendenza;
• A livello scolastico: la scuola ricopre un ruolo fondamentale nello sviluppo della socializzazione ed è il terreno di elezione per un intervento educativo ed informativo. È inoltre necessaria una sensibilizzazione di tutti coloroche operano nell’ambito della scuola.

Cesare Guerreschi
Psicologo – Psicoterapeuta, presidente S.I.I.Pa.C. (Società Italiana Interventi sulle Patologia Compulsive) fondatore della Comunità Terapeutica per il gioco d’azzardo patologico, già direttore del
servizio di alcologia presso ospedale Lorenz Böhler

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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