Crisi familiare e prevenzione del disagio

Le strategie più efficaci in ambito sociale per evitare problemi gravi sono quelle che attivano una rete di ascolto competente e professionale, raggiungibile con assoluta facilità e per un tempo quanto più ampio possibile. Il progetto “Per la Famiglia, l’Infanzia e l’Adolescenza” è un’idea nata da esigenze rilevate attraverso i servizi già attivi sul territorio ma utilizzati a volte impropriamente da chi manifestava il bisogno.

Secondo l’ISTAT un quarto delle famiglie italiane non ce la fa a restare unito e si avvia verso il penoso iter della separazione prima e del divorzio poi; sarebbero oltre un milione i bambini e gli adolescenti figli di genitori separati. Questo dato nazionale sul divorzio, spesso causa scatenante di problemi gravi, si fa sentire anche a Trieste dove si presentano, anche sui mezzi di comunicazione, episodi che parlano di crisi della famiglia, disagio sociale, mancanza dei diritti fondamentali per i bambini e gli adolescenti. In Friuli Venezia Giulia esistono fortunatamente molte strutture dedicate alle emergenze sociali che devono prestare un aiuto concreto nei casi dove i traumi all’interno della famiglia sono tali da comportare, ad esempio, un allontanamento del minore dal nucleo familiare, mentre altre istituzioni, come la scuola o i consultori, dovrebbero monitorarne lo sviluppo. Oggi sembra però più che mai necessario, vista l’entità del problema, pensare a un nuovo modello di intervento che possa essere  efficace anche in fase di prevenzione.

Televita S.p.A. la società che, in partnership con Regione FVG, Comuni ed Aziende Sanitarie del territorio regionale, dal 1987 si occupa di disagio sociale e assistenza con servizi altamente innovativi, sta sviluppando un progetto pilota tutto dedicato a questa forma di disagio.

Si tratta di un  servizio che vuole intervenire prima che la crisi si trasformi in emergenza sociale, per dare una risposta concreta a richieste di aiuto provenienti dalle famiglie e/o direttamente dai minori.

Già con le nostre esperienze di servizi che dal ‘97 rappresentano una risposta efficace al problema sociale gestito in chiave preventiva,  quali Telefono Speciale, un progetto dedicato alla prevenzione del disagio sociale e del suicidio e Amalia, dedicato all’universo degli anziani, Televita S.p.A. ha potuto sperimentare che le strategie di prevenzione più efficaci in ambito sociale sono quelle che attivano sul territorio una rete di ascolto competente e professionale, raggiungibile con assoluta facilità e per un tempo quanto più ampio possibile.

Telefono Speciale e Amalia infatti si basano sull’ascolto attivo da parte di un gruppo di professionisti che rispondono 24 ore al giorno ad un numero verde e che, oltre a svolgere con i migliori mezzi a disposizione un’attività di monitoraggio telefonico, possono attivare strutture e procedure specifiche di aiuto portando gli organismi competenti a conoscenza dei singoli casi, in una parola attuare l’integrazione dei servizi del territorio. Questo modello a rete permette di attivare un circolo virtuoso tra le strutture istituzionali competenti e la popolazione attraverso Televita, che funge da interfaccia e che si occupa di gestire e amplificare la comunicazione.

Oltre a un know how tecnico sui mezzi utilizzati e sulle metodologie attuate, il progetto deve prevedere sempre anche una campagna di comunicazione sociale, fondamentale per riuscire ad arrivare direttamente a chi ha bisogno d’aiuto ma anche a chi al problema è vicino senza esserci dentro. Nell’ambito dell’infanzia infatti la segnalazione esterna può essere fondamentale e un mezzo di comunicazione come il telefono ci sembra il più adatto.

 Il telefono permette un contatto anche graduale, meditato e spesso può attivare anche una soluzione interna del problema. Il progetto “Per la Famiglia, l’Infanzia e l’Adolescenza” è un’idea nata da esigenze rilevate dal territorio attraverso i servizi già attivi (sopra citati), a volte utilizzati impropriamente da chi manifestava il bisogno (a sottolineare ulteriormente la necessità di avere una risposta di questo tipo, ovvero di un punto di riferimento costante in grado di accogliere la domanda e attivare la rete dei servizi).

Il progetto, che vorremmo proporre ad enti e realtà del territorio attivi nell’ambito dei minori e della famiglia, si compone di alcune tappe.

La prima tappa è la costituzione di un gruppo operativo misto, istituzionale e privato, che possa creare la rete di sostegno sociale.

Il secondo momento fondamentale è la formazione delle competenze specifiche  sia per i nostri operatori telefonici, sia per gli operatori educativi di cooperative  pubbliche e convenzionati, sia per gli operatori delle istituzioni. Oltre alla formazione tecnica è anche importante rafforzare l’equipe di lavoro con momenti di scambio e di confronto dedicati.

Dopo queste prime due fasi si può costituire un organigramma di progetto vero e proprio dove sono definite la struttura di servizio e le modalità per le procedure di intervento.

Infine è d’obbligo, come già accennato, studiare una campagna di informazione e comunicazione sociale mirata, che permetta di divulgare la presenza del servizio a chi ne può avere bisogno, sperando così di arrivare in tempo in situazioni ancora non drammaticamente compromesse.

L’avvio del servizio, conseguente alle fasi descritte, si basa quindi sull’attivazione di un numero verde, gratuito, che possa accogliere 24 ore su 24 le domande di aiuto, ascolto, sostegno e orientamento, fornendo già da subito una presa in carico di supporto (anche attraverso un monitoraggio telefonico costante, ove necessario) e attivando la rete delle risorse, ponendosi come tramite e garantendo un coordinamento indispensabile alla strutturazione di una risposta concreta e risolutiva al bisogno manifestato dal chiamante.

La delicatezza della problematica impone una relazione costante con i servizi cui spetta, istituzionalmente, la presa in carico e la risposta alle varie situazioni di disagio; al fine di supportare anche i Servizi nella gestione dei casi si propone, ad esempio, di istituire una banca dati relativa alla disponibilità di posti per accoglienza provvisoria del minore in caso di estrema gravità e rischio (la valutazione spetta naturalmente ai referenti istituzionali) o anche l’attivazione di un monitoraggio finalizzato a garantire un feed back costante agli operatori dei Servizi.

In altri casi, ove la problematica sia più vicina al sostegno alla genitorialità, o sarebbe meglio dire le nuove e sempre più diffuse forme di genitorialità, gli operatori della Centrale Televita, sostenuti anche dalla consulenza di una équipe esterna di professionisti, potranno garantire il supporto necessario ad affrontare percorsi spesso dolorosi e difficili, sia dal punto di vista materiale sia da quello affettivo, morale, psicologico (quindi supporto psicologico ma anche orientamento verso strutture, normative, leggi, consulenza legale, ecc.).

Queste, in sintesi, le tappe che portano il progetto a diventare un servizio attivo dedicato alla genitorialità, alla famiglia, ai minori e che, da un livello locale cittadino, può essere esportato a livello regionale.

Michela Flaborea
Amministratore delegato Televita spa

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