Il ruolo del terzo settore nel contesto istituzionale

La legge 328/200 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” si ispira a diversi principi, tra i quali i più originali risultano essere il principio di sussidiarietà e di solidarietà. Il principio di sussidiarietà, sia verticale che orizzontale, si esprime attraverso una collaborazione attiva tra ente locale e soggetto informale, con lo scopo di dare una risposta il più possibile vicina al cittadino, ampliando così sempre di più la rete informale che da sempre caratterizza la vita comunitaria, riconoscendo il ruolo dei corpi intermedi della società civile e, in particolare, del terzo settore, nel concorrere alla creazione di un welfare comunity (Pavolini, 2003).

L’articolo 5 della 328/2000 recita: “Per favorire l’attuazione del principio di sussidiarietà, gli enti locali, le regioni e lo stato, nell’ambito delle risorse disponibili, promuovono azioni per il sostegno e la qualificazione dei soggetti operanti nel terzo settore anche attraverso le politiche formative e interventi per l’accesso agevolato al credito ed ai fondi dell’Unione Europea.

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 30 marzo 2001 “Atto di indirizzo e coordinamento sui sistemi di affidamento dei servizi alla persona li sensi dell’art. 5 della legge 328/2000” decreta il ruolo dei soggetti del terzo settore nella programmazione, progettazione e gestione dei servizi alla persona. Inoltre definisce i soggetti del terzo settore è all’art. 2 identifica: le organizzazioni di volontariato, le associazioni e gli enti di promozione sociale, gli organismi della cooperazione, le cooperative sociali, le fondazioni, gli enti di patronati e altri soggetti privati non a scopo di lucro.

La domanda sociale oggi è una domanda non solo di prestazioni ma anche di solidarietà. Il discorso della solidarietà trova nel nostro Paese un riferimento etico e giuridico nell’art. 2 della Costituzione: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

Facendo un lavoro di rete si può agire e far agire molta solidarietà, sviluppare nella sostanza processi di prevenzione e promozione. Si ricerca un’integrazione, considerando l’interdipendenza delle parti che compongono la rete.

I principi guida di rete sono costituiti:

– dal mettere in risalto le risorse “interne” sia individuali sia della collettività;

– dal concetto di sinergia come mobilitazione di forze diverse per un obiettivo concordato;

– dalla gradualità, come logica dei piccoli traguardo adeguati ai soggetti coinvolti; della comunità, come prosecuzione dell’azioni articolate in fasi e tappe;

– dalla trasparenza, come pubblicazione dei programmi e degli esiti ottenuti;

– dalla riflessione, come revisione e capitalizzazione dell’esperienza per conoscersi e migliorare.

Il terzo settore seppur una realtà dinamica, in rapida evoluzione, si può cogliere alcune elementi comuni:

– il carattere volontario

– l’essere espressione della società civile

– la presenza di una struttura organizzativa, con prevalenza della piccola dimensione

– la formula partecipativa

– la non distribuzione dei profitti.

Secondo P. Donati il terzo settore produce beni relazionali, ovvero beni per i quali produzione e fruizione coincidono, e crea, produce una solidarietà sociale fondata sui codici simbolici del dono e della reciprocità.

Ivana Milic

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