La spesa sanitaria

Francesca Zanusso e Mattia Pancin

La quota di risorse che la collettività nazionale destina alla cura della salute, in sessant’anni, è cresciuta di ben 9 volte.

La spesa sanitaria rappresenta il valore di beni e servizi che gli individui consumano per curare la propria salute. Secondo la contabilità nazionale, è data dalla somma della spesa per i consumi sanitari delle famiglie e delle Amministrazioni Pubbliche (A.p.); quest’ultimi sono erogati da enti pubblici (ospedali) che non transitano dal mercato. La spesa sanitaria pubblica – sostenuta dal S.S.N. e da alcuni enti pubblici minori – è costituita dalla somma delle spese delle A.p. e delle prestazioni acquistate in convenzione dagli operatori di mercato, mentre la spesa sanitaria privata è data dagli acquisti diretti delle famiglie sul mercato privato.
L’Istat ci informa che, nel 2010, la spesa sanitaria in Italia è risultata di circa 142 miliardi di euro, dei quali 111 di spesa pubblica (78% del totale) e 31 di spesa privata (22%). Nel 1960, l’ammontare fu di 435 milioni di eurolire, costituiti da 357 milioni di spesa pubblica (82%) e 78 di spesa privata (18%).
L’incidenza della spesa sanitaria sul PIL è passata, dunque, da circa l’1% del 1946 al 3,6% del 1960, fino al 9,2 % del 2010. Ciò conferma che la spesa sanitaria è agganciata alla crescita del PIL. La quota di risorse che la collettività nazionale destina alla cura della salute, in sessant’anni, è cresciuta di ben 9 volte. Pochi altri tipi di consumo della famiglie hanno conosciuto una così rapida espansione. In termini reali, la spesa totale è cresciuta di 6,8 volte. Nel ventennio tra il 1960 ed il 1980, il tasso di incremento della spesa è risultato ancora più marcato (6% annuo in termini reali) a fronte di una crescita del PIL del 4,4% annuo. Questo periodo è stato contrassegnato dall’estensione della copertura mutualistica a tutta la popolazione italiana – dal 33% del 1946 al 77% del 1960, fino al 95% del 1978 – e da una sostenuta domanda di prestazioni sanitarie. L’impetuosa crescita della spesa sanitaria ha trascinato nel dissesto gli enti mutualistici, che nel 1978 sono stati posti in liquidazione con un enorme passivo patrimoniale.
Con l’avvio del S.S.N., tra il 1980 ed il 1995, la crescita reale della spesa sanitaria ha continuato ad essere elevata – il 2,6% medio annuo in termini reali – ma molto inferiore al periodo precedente. Nel triennio 1993-1995 il S.S.N. ha sperimentato la prima crisi finanziaria. Dopo aver toccato il massimo del 7,6% del PIL nel 1992, l’incidenza della spesa totale è calata, infatti, di 0,6 punti. Superata la crisi finanziaria, la spesa è gradualmente tornata a crescere nell’ultimo periodo (1995-2010) ma ad un tasso più rallentato. La sua incidenza sul PIL è andata aumentando fino a toccare il 9,2% nel 2010 anche a causa della crisi economica e della debolezza del prodotto interno.

Francesca Zanusso e Mattia Pancin
Università di Padova, Facoltà di Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Diritti Umani

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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