Una sanità solidale ed universalistica

La Costituzione italiana riconosce, con l’articolo 32, la salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, specificando che agli indigenti deve essere fornita assistenza gratuita.

Sokos è un’associazione che si occupa di fornire assistenza sanitaria di base e specialistica ad immigrati privi di permesso di soggiorno ed a persone senza fissa dimora nel territorio di Bologna. È nata nel 1993 ed è costituita da 16 medici di base, 11 specialisti e 10 operatori che si occupano dell’accoglienza e dell’ascolto dell’utenza. Tutti i professionisti coinvolti prestano la propria opera volontariamente e gratuitamente presso un ambulatorio convenzionato. L’Ausl di Bologna fornisce i locali e ne copre le spese di gestione, stanziando per la sopravvivenza del progetto 11.000 euro all’anno. Ma Sokos non potrebbe sopravvivere con i soli finanziamenti del servizio pubblico: per acquistare ed utilizzare materiali ed apparecchi diagnostici, fornire medicinali e realizzare attività di informazione, i costi sono alti e vengono coperti solo grazie al sostegno ed alle donazioni di privati, pazienti, soci dell’associazione e grazie al finanziamento di progetti specifici. Dal 1993, Sokos ha raccolto più di 16.000 cartelle cliniche di persone che vivono ai margini della nostra società e per le quali l’accesso al servizio sanitario pubblico non è possibile o è ostacolato da barriere burocratiche, economiche o sociali. “L’Associazione ha per scopo l’esclusivo perseguimento della solidarietà civile, sociale e culturale nel campo dell’assistenza […] senza distinzione di razza, sesso, religione, ideologia e ceto sociale e della difesa e garanzia dei diritti dei popoli stranieri e degli individui deboli, ispirandosi ai principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ai principi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, al Codice di Deontologia Medica e alla Costituzione Italiana”.

La Costituzione italiana riconosce, infatti, con l’articolo 32, la salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, specificando che agli indigenti deve essere fornita assistenza gratuita. Anche la mission del servizio sanitario nazionale ribadisce che i principi fondanti della sanità pubblica devono essere l’uguaglianza, l’universalità e la solidarietà, per contrastare gli effetti sulla salute prodotti dalle disuguaglianze sociali, economiche e culturali interne alla cittadinanza italiana. Sono proprio queste, forse, le parole in cui va ricercata l’origine di quelle realtà di margine che il servizio pubblico non può, non riesce o non si preoccupa di raggiungere: gli attributi “cittadino” e “italiano” sono presupposti escludenti per chi non possiede un permesso di soggiorno, un lavoro, una casa, risorse economiche. Sokos contribuisce a sopperire quindi ad una mancanza di attuazione pratica di ciò che nella Costituzione e nei principi del SSN viene affermato, laddove le aziende unità sanitarie locali non riescono ad arrivare. In questo senso, non è semplicemente un ambulatorio: è uno spazio di ascolto, riconoscimento e tutela dei diritti, un simbolo di inclusione sociale ed un baluardo di quei principi fondamentali affermati sulla carta, ma non realizzati per motivi economici, logistici o amministrativi. Sul territorio di Bologna e provincia esistono altre associazioni che operano nello stesso ambito: il raggio di azione ed il target di questo tipo di assistenza alternativa è, quindi, purtroppo, abbastanza ampio. Solo nel 2010, dichiara la direttrice sanitaria di Sokos, Natalia Ciccarelli, sono state fornite più di 3.800 prestazioni mediche: nello specifico, 2.997 visite di medicina di base e 834 visite specialistiche e diagnostiche.

L’ambulatorio è stato attivo per più di 1.300 ore ed i nuovi pazienti accolti sono stati 693. L’utenza giunge all’ambulatorio spontaneamente, venendo a conoscenza della sua esistenza in primo luogo grazie al passaparola ed alle attività di informazione e sensibilizzazione realizzate sul territorio. Sokos opera ed interagisce attivamente con il tessuto cittadino, collaborando con il Comune e con altri centri ed associazioni, riuscendo così ad entrare in contatto anche con le persone maggiormente in difficoltà, le quali non riuscirebbero autonomamente a raggiungere l’ambulatorio. I medici dell’associazione – racconta Natalia Ciccarelli – si recano settimanalmente presso alcuni dormitori per visitare i senza dimora che vi sono ospitati e portare medicine. Sokos può inoltre rilasciare la documentazione necessaria per ottenere il tesserino “Straniero Temporaneamente Presente”, che permette agli immigrati irregolari di accedere a cure “urgenti, essenziali o continuative” per malattia ed infortunio presso le strutture del SSN. L’obiettivo che l’associazione si augura di raggiungere in futuro è, paradossalmente, quello di “sparire”: venire, cioè, inglobata all’interno dell’Ausl di Bologna quale attività svolta con efficacia dal servizio pubblico. Nel frattempo, però, continua, nonostante le difficoltà e la carenza di risorse, ad offrire assistenza, ascolto e cure ad una popolazione sempre crescente di emarginati, irregolari, indigenti ed esclusi.

Silvia Antonioni
Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale – Università di Bologna

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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