Non è solo una questione economica

Non è facile essere una mamma studentessa, ma l’articolo 34 della Costituzione afferma che “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

Sara è una studentessa di Scienze Politiche a Bologna. Ha 23 anni, le spalle forti ed un paio di scarpe basse, necessarie per una vita di corsa. Fino ad un anno fa, il ritmo alle sue giornate lo imprimevano gli impegni universitari, le sue idee, le sue passioni ed un lavoretto da baby-sitter che le permetteva di realizzarle. Dal novembre del 2009 si sveglia ogni notte almeno cinque volte ed il giorno ha assunto ben altri ritmi: quelli di Matteo. Il lavoretto è diventata un impegno full-time perché il bambino non è più quello di altri. Sara vive con Matteo, il compagno ed un solo stipendio che deve bastare per tutti e per tutto, tasse universitarie comprese. Non è facile essere una mamma studentessa, ma l’articolo 34 della Costituzione afferma che “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. Ma è davvero così? Se ci si riferisce solamente ai “mezzi” economici, a Sara il diritto allo studio è garantito. Le spetta l’assegno mensile di maternità, un contributo che il Comune eroga tramite l’INPS alle madri non lavoratrici (art 74 D.Lgs. 151/2001). Nel suo valore massimo, pari a 311,27 euro per 5 mensilità, è erogato a famiglie che presentano un ISEE non superiore ad € 32.967,39. Molteplici sono poi gli strumenti di agevolazione dedicati agli studenti. In casi di maternità o paternità, l’Università prevede la possibilità di sospendere gli studi nell’anno accademico corrispondente o successivo alla data di nascita del figlio. In questo periodo, non è possibile sostenere gli esami. A favore degli studenti che versano in condizioni economiche disagiate, ER.GO, l’Azienda Regionale per il Diritto agli Studi Superiori, eroga ogni anno borse di studio a copertura totale o parziale, a patto che gli studenti soddisfino anche ulteriori requisiti di merito, valutati in base ai crediti maturati nel proprio corso di laurea. Nell’anno accademico 2010/2011, l’ente ha erogato borse di studio a tutti i 17.268 studenti idonei. 10.402 borse di studio sono state destinate a studenti delle sedi di Bologna e Romagna. Se per una mamma-studentessa è semplice soddisfare i requisiti economici, non sempre lo è soddisfare quelli di merito. “Non abbiamo particolari agevolazioni per studentesse in attesa di un figlio – spiega Valeria Bergami di ER.GO. – I requisiti di merito e di reddito richiesti sono quelli della generalità degli studenti e non ci sono graduatorie separate”. Dall’anno 2010/2011, la Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, in collaborazione con l’Università di Bologna, assegna agevolazioni agli studenti universitari che si trovino in condizioni di svantaggio fisico, psichico, sociale o familiare o in difficoltà economica.

A queste condizioni appartengono anche le studentesse al primo anno di nascita di un figlio. Se allo stipendio di Sara si sottraggono le tasse per un anno e si sommano i 315,27 euro dell’assegno di maternità, o se si sceglie la strada dei contributi a studenti, la situazione migliora. Ma lo studio è solo una faccenda economica? Sara ha bisogno di tempo, di poter frequentare le lezioni e sostenere gli esami, di silenzio per studiare. Per Sara diventa fondamentale poter iscrivere Matteo ad un nido d’infanzia. Nel bando di ammissione ai nidi comunali di Bologna non ci sono corsie preferenziali per le mamme studentesse. Solo chi sta svolgendo un dottorato o un tirocinio strumentale all’iscrizione ad un albo professionale viene equiparato ad un lavoratore nell’attribuzione del punteggio per la graduatoria di assegnazione dei posti. La precedenza è riconosciuta ai bambini con entrambi i genitori lavoratori: tra i 3.185 posti disponibili – sulle 4.206 domande dell’anno 2010/2011 – non c’è spazio per Matteo. Per alcuni bambini esclusi ci sono i voucher della Regione Emilia Romagna per l’accesso a nidi privati autorizzati. Non però per Matteo. “Per accedere all’assegnazione del voucher – si legge nel regolamento – il valore ISEE non deve superare i 35.000 euro, entrambi i genitori debbono essere occupati o uno solo in caso di monogenitore”. I nidi privati hanno tariffe che vanno dai 400 euro al mese per un part-time agli 800 di un full-time.

Una baby-sitter costa dai 9 ai 13 euro l’ora. Specifici progetti regionali prevedono un parziale rimborso sotto forma di voucher conciliativi per le spese sostenute dalle famiglie per dotarsi di servizi domiciliari quali baby-sitter e tate, ma sono riservati a genitori lavoratori. Così, a Matteo, non restano che i bisnonni, i quali, con i loro 80 anni di energia e grande forza, stanno permettendo a Sara di costruirsi un futuro e credere che oggi, in Italia, un figlio possa essere ancora un dono e non un motivo di rinuncia ai propri progetti. Tra un pannolino da cambiare, una pappa da preparare ed un pianto da consolare, Sara continua a studiare con grande determinazione. E non appena Matteo si addormenta, il libro di sistemi politici comparati prende il posto delle favole di Andersen. Perché i sogni di Sara sono più forti del sonno dell’Italia.

Silvia Santachiara

Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale – Università di Bologna

 

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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