“Requiem sull’ottava nota” di Giovanni Taranto trionfa al festival del giallo di Napoli 

“Una storia investigativa ambientata alle falde del Vesuvio negli anni Novanta, in cui le vicende sono raccontate con sapiente mano narrativa, in un’alternanza di lingua e parlate dialettali che contribuiscono a rendere lo stile variegato e sapido. Oltre al plot poliziesco, ci sono poi frequenti digressioni che rendono particolarmente interessante e finanche istruttivo questo romanzo di Giovanni Taranto”. Questa la motivazione con cui la giuria del prestigioso Premio Mysstery ha decretato la vittoria di “Requiem sull’ottava nota” di Giovanni Taranto (Avagliano editore).

Il Premio Mysstery, giunto alla sua seconda edizione, è organizzato dalla libreria IociSto in collaborazione con Gialli.it nell’ambito del Festival del Giallo di Napoli che si è svolto dal 25 al 28 maggio presso il Grenoble, istituto culturale del Consolato Francese.

Un riconoscimento, quello per il romanzo di Taranto, fortemente voluto dai lettori, chiamati a far parte della giuria popolare in tutta Italia. Al loro voto, che ha mandato il libro in finale, è seguito poi quello della giuria di super esperti: dieci nomi, tra cui scrittori illustri, che hanno però preferito restare anonimi, come per alimentare il clima di suspense e mistero dei romanzi da votare. Presenti alla manifestazione il Presidente onorario del Festival, Maurizio de Giovanni, e grandi firme come Carlo Lucarelli e Franco Forte, curatore della collana dei Gialli Mondadori, che non hanno confermato, ma neanche smentito, di aver fatto parte della giuria segreta.

Giovanni Taranto ha portato nel suo romanzo la propria esperienza da giornalista di nera negli anni in cui per arginare l’escalation del controllo del territorio da parte della criminalità organizzata hanno dovuto schierarsi in prima linea, fianco a fianco, uomini dello Stato e operatori dell’informazione che – mettendo a repentaglio la propria incolumità personale – hanno combattuto lo strapotere della delinquenza. 

I romanzi di Giovanni Taranto, già reduce dal successo editoriale della sua prima opera “La fiamma spezzata” (Avagliano, 2021), affrontano temi sociali strettamente legati ad un territorio in cui fin troppo spesso la legge della delinquenza organizzata si contrappone a quella dello Stato. 

Il protagonista dei suoi romanzi, il Capitano Mariani, romano inviato al comando di un reparto ai piedi del vulcano, piace proprio perché è una persona, non un personaggio, un uomo normale prima che un ufficiale dell’Arma. E anche al cospetto di sospettati e colpevoli di piccoli e grandi reati, non perde la sua umanità. “Non un giustiziere, ma un giusto”, viene descritto nel romanzo d’esordio. 

Il premio Mysstery, dunque, rende merito ad un personaggio credibile dotato di sagacia investigativa, alla familiarità delle ambientazioni e rende giustizia a una terra, quella del Vesuviano, narrata spesso solo con stereotipi e luoghi comuni che poco hanno a che fare con la realtà. Realtà di cui, invece, sono intrise le pagine di Giovanni Taranto, nuovo cantore di un territorio attraverso il genere giallo, adoperato anche per raccontare un popolo da un altro punto di vista, che non sia quello abusato della caricatura, della macchietta o della criminalizzazione indiscriminata di una terra.

L’autore è stato recentemente insignito anche del riconoscimento di “Scrittore gentile” in quanto “portatore di parole volte al bene della comunità, mettendo al centro i bambini e i ragazzi” partecipando cosi all’attuazione del progetto nazionale “Costruiamo Gentilezza” con l’associazione Cor et Amor.

Da più parti si spera di vedere quanto prima il Capitano Mariani sullo schermo, grande o piccolo che sia: lo chiedono a gran voce non solo i lettori, ma anche gli estimatori dei vesuviani Troisi e Viviani, che si augurano di vedere Taranto anche in veste di sceneggiatore. In attesa che la settima arte renda merito al Capitano Giulio Mariani, vesuviano di adozione, dopo l’estate è prevista la pubblicazione del terzo capitolo della saga che lo vede protagonista. Nuove avventure, nuovi successi e prospettive editoriali attendono Giovanni e quel Giulio che ormai in tanti chiamano semplicemente “’o Capitano”. I lettori non resteranno delusi.

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