Moldova, Paese strabico. Un occhio guarda a est, l’altro a ovest

di Alfredo Lorenzo Ferrari

Rumenofoni e Ucraini spingono verso l’Europa, Russi e Gagauzi strizzano l’occhio a Putin

Il Parlamento moldavo di Chisinau.

Il Parlamento moldavo di Chisinau.

La piccola Repubblica moldova è senz’altro un Paese dalle mille contraddizioni, a cominciare dalla sua eterogenea composizione etnica, frutto, sopratutto, degli oltre 70 anni di forzata appartenza all’Urss.
In Moldova (o Moldavia) vivono e convivono Moldavi rumenofoni (il Rumeno è la lingua ufficiale del Paese), Moldavi russofoni, Russi etnici, Ucraini, Gagauzi (Turchi cristianizzati che popolano il Sud del Paese) e una discreta minoranza rom, stabilita prevalentemente nelle regioni del Nord.
Proprio questa società, formata da così diversi gruppi etnici, sotto certi aspetti anche solo linguistici, è motivo di schieramento e spaccatura politica tra est o ovest, tra la volontà europeista del principale gruppo etnico/linguistico dei Moldavi rumenofoni, affiancati dagli Ucraini, ed i Russi etnici, con l’appoggio dei Gagauzi, schierati totalmente con la Russia di Putin.
Questa terra è da sempre uno spartiacque tra Oriente ed Occidente e proprio quest’anno, con la firma del Trattato di Associazione (attenzione, non adesione) e di Libero Scambio con l’Unione Europea, ha spostato il baricentro notevolmente verso ovest. La novità, ovviamente, non è gradita a Mosca, la quale, grazie alla tambureggiante propaganda dei suoi media, ritrasmessi via cavo in Moldova, tenta di dire la sua soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche del 30 novembre. In questa occasione si potrà avere un quadro generale e preciso della volontà popolare in merito, appunto, a queste scelte governative.
Non dimentiamo che anche i partiti politici rappresentano spesso l’espressione etnica della popolazione di questo Paese, iniziando dal Partito Comunista il quale, seppure all’opposizione, è ancora il più votato proprio dai Moldavi russofoni, dai Russi etnici e dagli anziani nostalgici del pane a 17 kopechi.
Dall’altra parte ci sono, invece, i partiti della coalizione di Governo (Liberaldemocratici, Democratici & Liberali) che ricevono il consenso di quasi tutto l’elettorato dei Moldavi rumenofoni e, soprattutto, dei giovani. Questi ultimi vedono nell’Europa la via d’uscita definitiva da un “ancien regime” di illegalità e corruzione e il definitivo ingresso nel mondo moderno e progredito.
Rimane comunque il fatto che, oltre a queste divisioni, il Paese è “de facto” diviso, visto che la sua regione orientale della Transnistria separatista rappresenta un decimo del suo territorio controllato a distanza (ma non troppo) da Mosca fin dal 1992. Si tratta di un’enclave strategica, una minaccia che “noi ci siamo e vi osserviamo!”
Putin ha più volte annunciato che in qualsiasi momento potrebbe riconoscere l’indipendenza transnistriana per poi andare a referendum come in Crimea ed annetterla definitivamente alla Russia. Ciò non è ancora stato fatto, e probabilmente neanche lo sarà, perché la Crimea è popolata nella sua quasi totalità da Russi, mentre la Transnistria ha nei Moldavi il suo principale gruppo etnico (seguito dagli Ucraini). Moldavi ed Ucraini mai accetterebbero simile sorte.
Certo è che la situazione è parecchio complessa e, nonostante i vari incontri bilaterali tra i rappresentanti moldavi e quelli transnistriani, organizzati sotto l’egida dell’Osce, non si è giunti finora a grandi risultati, eccezion fatta per il notevole miglioramento delle facilitazioni per il libero movimento delle persone tra le due sponde del fiume Nistru.
Parecchi anni fa, da queste parti girava la storiella del “doganiere moldavo” il quale, a seconda dell’avvicinamento delle truppe a cavallo, una volta del Reale Esercito Rumeno e l’altra delle truppe zariste, usava indossare un cappello con lo stemma diverso. Ecco, forse anche oggi la politica del “doppio cappello” potrebbe giovare alla Moldova. Il problema, però, è che entrambe le parti che vorrebbero “sedurla” sanno dell’esistenza del “secondo cappello”…

di Alfredo Lorenzo Ferrari
Direttore generale Est Invest Italia-Moldavia di Chisinau

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