Gaza, La tragedia della scuola di Jabalya

di Michela Arnò @MhlArno

Il Commissario Generale di UNRWA, Pierre Krähenbüh, condanna il raid dell’esercito israeliano contro la scuola dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, colpita nella notte del 30 luglio e che ha causato 23 morti innocenti.

APTOPIX Mideast Israel PalestiniansErano per la maggior parte donne e bambini i civili che, scappati dalle loro case dopo essere stati avvertiti da Israele che il quartiere dove risiedevano sarebbe stato bombardato, si erano rifugiati tra le classi di una scuola di Jabalya, gestita dalle Nazioni Unite. Non si sono fermati i colpi dei carrarmati israeliani nemmeno davanti ai bambini che, durante la notte del 30 luglio, dormivano sul pavimento accanto ai loro genitori. L’esercito di Gerusalemme giustifica i 23 morti e gli oltre 90 feriti dell’attacco, dichiarando che la scuola di Jabalia era usata da Hamas come un magazzino di armi.

Pierre Krähenbüh, Commissario Generale di UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees), l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, ieri ha così dichiarato:

“Ieri notte i bambini stavano dormendo sul pavimento, vicino ai loro genitori, in una delle nostre scuole a Gaza designate per dare rifugio agli sfollati. Questi bambini sono stati uccisi durante il sonno: un affronto per tutti noi, una vergogna di proporzioni universali. Oggi il mondo si trova davanti a una tragedia.

Siamo stati sul luogo di questa disgrazia e abbiamo raccolto le prove. Abbiamo analizzato i frammenti, esaminato i crateri e gli altri danni. La prima ricognizione prova che sia stata l’artiglieria israeliana a colpire la nostra scuola, dove 3.300 persone avevano trovato rifugio. Crediamo che l’area sia stata colpita almeno tre volte. È ancora troppo presto per confermare il numero ufficiale delle vittime, ma sappiamo che sono diversi i morti e i feriti, tra loro donne e bambini e una delle guardie dell’UNRWA a protezione della scuola. Tutte queste persone avevano seguito l’avviso delle forze armate israeliane di lasciare le proprie case.

Le coordinate precise della Scuola Elementare per Bambine di Jabalia, insieme al fatto che stesse ospitando migliaia di sfollati, erano stati comunicati alle forze armate israeliane in 17 diverse occasioni, proprio per assicurarne la protezione. L’ultima comunicazione è stata fornita alle 20.50 la scorsa notte, poche ore prima del bombardamento fatale.
Condanno nella maniera più risoluta questa grave violazione delle leggi internazionali da parte dell’esercito israeliano.
Questa è la sesta volta che una delle nostre scuola viene colpita. Il nostro staff, le persone che guidano la risposta umanitaria, viene ucciso. I nostri rifugi che ospitano gli sfollati sono al massimo della capacità. Decine di migliaia di persone presto non avranno altra alternativa se non riversarsi nelle strade di Gaza, senza cibo né acqua e nessun rifugio se l’offensiva continuerà.
Siamo oramai oltre il regno del puro intervento umanitario, siamo entrati nel regno delle responsabilità. Mi appello alla comunità internazionale per intraprendere un’azione politica per fermare immediatamente questa carneficina.”

A 25 giorni dall’inizio dell’operazione israeliana Margine protettivo i morti palestinesi sono 1481 e, grazie al progetto di www.beyondthenumber.org, non saranno più un elenco di numeri, ma avranno nomi e storie raccontate dai loro parenti sopravvissuti.

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