La storia di una vita che semina per il futuro dell’umanità. Intervista al nostro direttore dott. Massimiliano Fanni Canelles

di Tiziana Mazzaglia   @TMazzaglia

Intervista al direttore di SocialNews, @uxilia ONLUS. Origine dell’associazione, scopi, cammino, traguardi e incontri…tessere di un mosaico lavorate con la tecnica della semina.

 


Dott. Massimiliano Fanni Canelles

Dott. Massimiliano Fanni Canelles

In occasione della nuova rubrica “Storie di vita”, di questo mensile, ho proposto un’intervista al nostro direttore, il dott. Massimiliano Fanni Canelles, che ringrazio per aver accettato. Molti lo conoscono come medico, e molti altri lo vedono operare dietro la scritta @uxilia onlus. Un’associazione apartitica orientata a svolgere attività di volontariato, ma lascio la parola al direttore, per poter apprendere, da Lui, notizie in merito.

 

Com’è nata @uxilia?

« @uxilia nasce il 3 Settembre 2003, per tutelare le fasce deboli della popolazione: bambini, donne ed anziani. Lo scopo è orientato sia al lottare contro le discriminazioni, sia ad aiutare a sviluppare i talenti, per raggiungere una vita ricca di soddisfazioni e non di frustrazioni. Il 7 Luglio 2004 viene registrata, in Regione Friuli Venezia Giulia, ai sensi della legge n.266 “Legge-quadro sul volontariato”. Il 19 Settembre 2005 acquisisce il titolo Onlus iscrivendosi al registro generale delle organizzazioni di volontariato L.R. 12/95. Dal 2006 è garantita dal Governo Italiano, con due protocolli d’intesa: Ministero della Giustizia -protocollo stipulato con il Dipartimento Giustizia Minorile; Ministero dell’Interno -protocollo stipulato con il Dipartimento Immigrazione. Il 30 Marzo 2009, la Rai (Segretariato Sociale), concede il patrocinio ad @uxilia, nell’ambito della pubblicazione del mensile ‘Socialnews’ e dei convegni ‘Socialmente’. Il 9 Dicembre 2010, con Decreto Ministeriale, è nominata membro dell’osservatorio nazionale, del volontariato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. In data 12 Marzo 2012, viene riconosciuta dallo stato Italiano, con iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche della Prefettura U.T.G. al n. 425, ai sensi del D.P.R. 361 del 2000 art. 1 ».

 

Dopo averci illustrato la storia, complessa, di quest’associazione e i suoi proficui obietti, Le propongo una riflessione, un po’ provocatoria, citando il pittore Picasso. Questo sostentava che una tela non poteva mai essere ritenuta finita, ma c’era solo un momento in cui porre la parola ‘fine’. Questa ipotesi ha qualcosa di attinente con il lavoro di auxilia?

« Sì, è vero, @uxilia, però, forse è più simile ad un mosaico che ad una tela … dove ogni tessera è il lavoro gratuito dei volontari, i quali contribuiscono, per quello che possono, all’immagine finita e che siano piccole o grandi, le tessere sono ugualmente importanti per il mosaico complessivo, che ne risentirebbe, anche se, ne mancasse solo una. La difficoltà sta forse nel posizionare le tessere e che siano ben amalgamate l’una con l’altra in modo che non si scollino e che rendano l’immagine piacevole da osservare. Non so se ci sarà mai un momento in cui scrivere la parola ‘fine’. Un giorno, una persona mi raccontò una storia che mi fece riflettere. “Sai, esistono solo due tipi di persone, i muratori e gli agricoltori”. Gli chiesi cosa significasse e lui specificò: “I muratori pensano solo a costruire edifici,  per potersi riparare da intemperie, uragani, temporali.  Poi, però, muoiono e il tempo e le intemperie, pian piano, distruggono le loro costruzioni non lasciando nulla delle loro opere. Gli agricoltori, invece, si preoccupano di seminare e coltivare vari tipi di piantagioni. Non si preoccupano di proteggersi dalle intemperie e vengono spesso uccisi dalle stesse. Ma in questo modo permettono  alle loro piantagioni di crescere e prolificare nel tempo  ben dopo la loro morte”. Mi chiese: “Quale delle due persone lascerà qualcosa al futuro dell’umanità?”. Spero, quindi, che tutto quello che stiamo seminando possa portare a qualche cosa di molto rigoglioso che non riceverà mai da nessun la parola ‘fine’ ».

 

Quali sono i volti di @uxilia che Le sono rimasti impressi nella memoria?

« Ogni bambino che abbiamo aiutato è un volto impresso, fermamente, nella memoria. In Afghanistan i bambini che vivevano nell’orfanotrofio provinciale di Parwan o l’orfanotrofio House of Flowers da noi ristrutturato, o a quelli di Herat, dove sono state distribuite due tonnellate di indumenti, scarpe e materiale didattico. In Iraq, i bambini ricoverati all’ospedale pediatrico, Al Mansour di Baghdad, quelli ai quali è stato organizzato il trasferimento a Trieste affetti da gravi patologie, non curabili nel loro Paese. Ma anche, i bambini ospiti degli ospedali di Falluja, Baluba e Nassiriya. In Darfur, la regione sudanese sconvolta da una sanguinosa guerra civile, è stato realizzato “Avamposto 55”. Si tratta del progetto umanitario lanciato al Festival di Sanremo del 2005. Per un anno abbiamo operato curando i bambini di quella regione. Oggi, in Siria, @uxilia sosteniamo i bambini di Atma, un campo di ulivi sotto i quali la gente della regione di Idlib ha trovato rifugio scappando dalla guerra civile. In Asia abbiamo lottato, per portare via i bambini dai drammi in cui erano coinvolti quali abusi sessuali sui minori, di età anche inferiore ai cinque anni, il reclutamento militare dei bambini operato dalle Tigri Tamil ».

 

Sappiamo che nel corso della Sua vita ha avuto la grazia di incontrare uomini di grande spiritualità: il Papa e il Dailama. Ci puoi testimoniare queste due esperienze?

« Gli incontri personali con SS Giovanni Paolo II e con SS il Dalai Lama Tenzin Gyatso sono state esperienze che definirei ultraterrene. Forse, per la grande caratura di queste due persone mi ha emozionato particolarmente, ma ho percepito nel cuore qualcosa di diverso dalla normalità mentre parlavo con loro. Certo, erano diversi i contesti e le modalità d’incontro, amichevole con il Dalai Lama e più cerimoniale con Papa Giovanni Paolo II. Anche i discorsi sono stati di impatti nettamente diverso. Con Papa Wojtyla abbiamo parlato di cosa mi spinge a operare per il prossimo e gran parte del discorso si è svolto sulla situazione italiana, sui disagi e sulle violazioni dell’infanzia, che compaiono, anche, in occidente. Il Dalai Lama che vive in esilio a Dharamsala, cittadina del nord dell’India, dove si trova la sede delle principali istituzioni tibetane espulse dal Governo cinese, ha raccontato come sta aiutando, con ogni mezzo, i profughi. Sia cercando di far valere i diritti umani in Tibet, sia cercando di preservare l’integrità della cultura e della società tibetana. Con @uxilia stiamo operando, nel limite del possibile, per aiutare i bambini di questo popolo a poter accedere agli insegnamenti della cultura del Tibet ».

 

Puntando l’obiettivo sulla religiosità e sul cammino di vita, Le cito Alessandro Manzoni, in riferimento ai “I Promessi Sposi”, in cui si parla di due concetti molto importanti. La ‘provvidenza’, per indicare gli interventi di Dio nella storia dell’uomo e la ‘Provvida sventura’, nel contesto della vita, affrontata come prova di fedeltà e amore verso Dio, in cui si accettano gli eventi negativi certi della promessa di gioia futura. Nel corso della Sua vita ha potuto constatare esperienze simili?

« @uxilia si è sviluppata molto su aspetti che possono ricondursi al concetto di provvidenza, sempre nei momenti di difficoltà economica, amministrativa o semplicemente, perché volevamo tenacemente raggiungere il completamento di un progetto, improvvisamente, senza spiegazioni possibili arrivava il modo per andare avanti e si apriva una strada nuova o semplicemente una che non avevamo ipotizzato già esserci. E’ come se, operando per il bene del prossimo le difficoltà si appianano, passo dopo passo, per via di Qualcuno che dall’alto ci aiuta, sempre, a superare gli ostacoli».

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