Il Meccanismo Europeo di Stabilità

Antonio Irlando

Progettato come fondo europeo per la stabilità finanziaria della zona euro, oggi sta assumendo in misura sempre maggiore il ruolo di vera e propria organizzazione intergovernativa. E’ attivo dal luglio del 2012, vanta una capacità di oltre 650 miliardi di euro e ha sede in Lussemburgo

Il progetto di una Carta Costituzionale Europea rischia davvero di diventare un sogno irrealizzabile. Nell’ottobre del 2004 veniva approvata e firmata dai leader europei, riuniti a Roma nella sala Orazi e Curiazi del Campidoglio, una bozza di Costituzione per l’Europa. Veniva, di fatto, sancita la personalità giuridica dell’Unione Europea. Fu stabilito di nominare un Presidente del Consiglio Europeo in carica per due anni e mezzo e di istituire la figura del Ministro degli Esteri d’Europa per realizzare una politica estera comune. Si progettava, così, di regolare i rapporti tra i singoli Stati membri e di evitare il più possibile le disparità. Ma l’esito negativo dei referendum nazionali di Francia ed Olanda del maggio-giugno 2005 respinse con fermezza l’approvazione di una Costituzione condivisa dai Paesi dell’Unione Europea. Si cercò, allora, di minimizzare le conseguenze di una scelta che avrebbe potuto minare la stessa legittimità democratica dell’Unione. In fondo, anche l’eventuale approvazione della Carta costituzionale non avrebbe intaccato il potere dei Governi nazionali nei settori di difesa, politica estera, politica economica e fiscalità. Dopo circa due anni di riflessione, si scelse di redigere un Trattato semplificato, privo di connotati costituzionali, da approvare solo per via parlamentare. Nel 2007, infatti, col Trattato di Lisbona, si ripropose l’idea in una forma soggetta soltanto a ratifica degli Stati e non ad approvazione popolare. L’Italia ratificò il Trattato di Lisbona nell’agosto del 2008 e questa fonte entrò ufficialmente in vigore in data 01/12/2009. Con le successive modifiche al Trattato, approvate il 23/03/2011 dal Parlamento Europeo, è stato istituito il Meccanismo Europeo di Stabilità, MES o ESM. Si tratta di un fondo dotato di un capitale di partenza derivante dai due fondi provvisori che operavano in precedenza (EFSF e EFSM). Progettato come fondo europeo per la stabilità finanziaria della zona euro, oggi sta assumendo in misura sempre maggiore il ruolo di vera e propria organizzazione intergovernativa. E’ attivo dal luglio del 2012, vanta una capacità di oltre 650 miliardi di euro e ha sede in Lussemburgo. Ha il compito di emettere prestiti a tassi fissi o variabili per assicurare assistenza finanziaria ai Paesi in difficoltà. La gestione è assicurata dal Consiglio dei Governatori, composto dai Ministri finanziari dei Paesi aderenti i quali, a loro volta, eleggono un Consiglio di Amministrazione ed un Direttore generale, nonché dal Commissario UE agli Affari economico-monetari e dal Presidente della BCE nel ruolo di osservatori. L’operato del MES, i suoi beni e patrimoni, ovunque si trovino e chiunque li detenga, godono dell’immunità da ogni forma di processo giudiziario e tutti i suoi membri sono immuni da procedimenti legali in relazione agli atti da essi compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni. Molti sostengono che il MES supererà, di fatto, tutte le sovranità nazionali, provocando una dittatura economico-finanziaria sui Paesi europei. Il MES si configura quale organismo finanziario internazionale privato in cui i 17 Paesi aderenti all’eurozona, compresa l’Italia, avranno il ruolo contestuale di soci e debitori. La Germania è il primo contributore, avendo versato 21 miliardi e garantendone altri 190, la Francia il secondo, con 20 miliardi versati e 142 garantiti e l’Italia il terzo, con 17 miliardi versati e 125 garantiti. L’attività del MES, inizialmente prevista per la metà del 2013, è stata anticipata al luglio del 2012 a causa dell’aggravarsi della crisi dei debiti pubblici. Il 2013 sarà il primo anno completo di attività per il nuovo fondo. I prestiti saranno concessi solo se lo Stato in difficoltà sottoscriverà un “Memorandum of Understanding”, un impegno ad adottare una serie di misure economiche per risolvere i problemi di bilancio e solo se avrà sottoscritto il Trattato del Fiscal Compact, che impone la riduzione del debito pubblico al 60% del Pil in 20 anni o una riduzione del 5% all’anno. Con le regole previste, il MES potrà prestare al massimo 500 miliardi di Euro. La cifra appare adeguata a salvare Paesi come Irlanda, Grecia, Portogallo e, probabilmente, ad aiutare la Spagna, gravata di un debito pubblico di circa 800 miliardi, ma risulta sicuramente insufficiente a garantire aiuti significativi ad un Paese come l’Italia. In una situazione così complessa ed articolata, è ancora lecito pensare di indire un referendum consultivo sovranazionale per accettare una Costituzione Europea? Si potrebbero evitare gli ostacoli giuridici delle Costituzioni nazionali e concentrare il dibattito solo sulla Costituzione Europea? Ipoteticamente, il quesito referendario potrebbe recitare: Siete favorevoli ad una Costituzione che ripartisca i poteri e le competenze tra le Istituzioni Europee e quelle Nazionali e che garantisca i diritti fondamentali dei cittadini europei? Forse, un quesito referendario così formulato potrebbe ridurre le influenze delle questioni di politica interna dei vari Paesi al momento del voto. Piero Calamandrei, giurista, uomo politico, letterato, componente della Consulta Nazionale e dell’Assemblea Costituente, uno dei Padri della Costituzione della Repubblica Italiana, così esprimeva il suo concetto di Democrazia “Non vi è libertà ogni qual volta le leggi permettono che l’uomo cessi di essere persona e diventi cosa”. La Democrazia deve nascere ed essere custodita dai cittadini in nome dei diritti fondamentali della persona umana. La Costituzione Europea dovrebbe garantire soprattutto questo.

Antonio Irlando
Dirigente Medico ASS4

Rispondi