Il lavoro nobilita l’uomo

Concetta Padula

Lo sciopero, ricordato all’articolo 40, gode dello status di diritto costituzionale. I lavoratori possono così far sentire la propria voce, il proprio malcontento, l’esigenza di tutelare i propri diritti.

Il primo articolo della Costituzione italiana cita la parola “lavoro”, intendendo con ciò che la nostra forma di governo è una Repubblica democratica basata sull’individuo il quale si distingue per il suo impegno lavorativo. Continuando a spulciare la Carta fondamentale della nostra Repubblica, arriviamo all’articolo 4: con il suo lavoro materiale o intellettuale, l’uomo contribuisce al progresso sociale e morale del nostro Paese. Gli anziani, in passato, hanno già dimostrato di adempiere a tale dovere civile. Oggi, sono i giovani che devono inserirsi come organo attivo per contribuire alla formazione del benessere sociale. In questo articolo si evince anche il “principio di solidarietà”, in base al quale chi ha raggiunto i limiti d’età o possiede delle menomazioni psico-fisiche può avvalersi dell’ausilio di istituti di assistenza e previdenza sociale. Saltando all’articolo 35, troviamo il precetto che sancisce per i lavoratori il “principio di uguaglianza sostanziale”, in base al quale si auspica la tutela delle categorie economicamente più deboli (il lavoratore più del datore di lavoro). Le Istituzioni consentono a tutti di raggiungere i più alti livelli professionali avvalendosi delle proprie capacità in un ambito lavorativo a base meritocratica. Il lavoro si divide in “subordinato”, quando si svolge alle dipendenze di un datore di lavoro ed ”autonomo”, quello dei liberi professionisti. Oggi, però, nel palinsesto lavorativo si inserisce in modo dirompente il ”lavoro atipico”. Si attua quando le persone stabiliscono rapporti di collaborazione temporanea con le aziende (contratto a tempo determinato, lavoro stagionale, part-time). Questa nuova formula sta sostituendo il contratto a tempo indeterminato e l’assunzione dopo un periodo di praticantato. Anche a livello internazionale il lavoro viene tutelato con la formazione di organizzazioni che patrocinano idonee condizioni lavorative, libertà sindacali e sicurezza sui luoghi di lavoro. L’articolo 36 conferisce al lavoratore una retribuzione corrispondente al lavoro svolto in modo da assicurare alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Vengono poi sanciti altri diritti, quali il limite delle 40 ore settimanali, il riposo nel week-end, le ferie annuali, la tredicesima mensilità, la liquidazione prima di accedere al sistema pensionistico. L’articolo 37 protegge le categorie deboli, quali donne e minori. Lo Stato deve garantire alla donna lavoratrice le condizioni che le permettano “l’adempimento della sua essenziale funzione familiare”, quella di moglie e madre. Si enuncia anche il principio di parità di trattamento retributivo, l’avanzamento nella carriera e la parità di diritti tra uomo e donna. In base alle vigenti norme, si è pensato di introdurre importanti limitazioni nell’impiego di manodopera minorile. Nello specifico, ai datori di lavoro è fatto assoluto divieto di adibire i minori per lo svolgimento di lavori pericolosi e dannosi per la loro salute (es., il lavoro nelle miniere). Tuttavia, a dispetto di tutta la legislazione in materia, soprattutto nel Mezzogiorno il lavoro minorile viene svolto in modo illegale: ciò avviene in oltre il 15% dei casi avendo come riferimento i ragazzi di età compresa tra i dieci ed i quattordici anni. Ciò integra gli estremi dello sfruttamento. Non dimentichiamoci, poi, degli extra-comunitari o di coloro che lavorano in nero e che, a fine mese, non riescono a racimolare neppure una piccola somma di denaro per potersi garantire un alloggio o un pasto a fine giornata. Queste Persone si adattano a vivere in baracche e mangiano alla mensa dei poveri. L’articolo 39 ci ricorda che si è compiuto un grande passo con la nascita dei sindacati. Essi svolgono il compito di disciplinare i vari aspetti del rapporto tra datore e lavoratore e stipulano i contratti collettivi volti a tutelare le categorie professionali. Lo sciopero, ricordato all’articolo 40, gode dello status di diritto costituzionale. I lavoratori possono così far sentire la propria voce, il proprio malcontento, l’esigenza di tutelare i propri diritti.
Nella società odierna, le persone davvero intenzionate a lavorare hanno iniziato ad inventarsi un’occupazione. Hanno messo in pratica l’arte dell’arrangiarsi tipica di noi Italiani. Dopo aver aderito a voucher, alcuni giovani sono diventati guide turistiche sfruttando le conoscenze delle bellezze architettoniche e paesaggistiche delle nostre regioni. I più intraprendenti hanno portato avanti una politica di divulgazione di conoscenze e pratiche culinarie allestendo degli stand enogastronomici nelle feste paesane. Altri hanno riportato in auge le attività lavorative dei propri nonni, come la lavorazione di oggetti in ferro battuto o la tecnica dell’intarsio su legno. Le donne si sono dedicate all’arte del dècupage, dell’uncinetto e dei dipinti. Comprendendo che, ormai, per i più è quasi impossibile puntare ad un lavoro fisso statale, giovani e meno giovani hanno ceduto alle parche lusinghe del lavoro a cottimo o a quelle della rappresentanza con un fisso mensile. Il periodo non è, invece, di crisi per gli amanti delle nuove tecnologie: essi lavorano con internet e con specifici software ed hanno ampliato i propri orizzonti con l’introduzione della telefonia mobile. C’è anche chi investe in fonti di energia rinnovabile con la costruzione di impianti eolici: sono le multinazionali estere che danno lavoro a centinaia di persone o il privato cittadino il quale, nel suo piccolo, allestisce sul tetto della propria abitazione l’impianto fotovoltaico.
Oggi la crisi appare sempre più grave e cala i suoi effetti in tutti gli ambiti lavorativi. Chi possiede un posto di lavoro se lo tiene ben stretto, anche perché, a 40 o a 50 anni, risulta difficile reinserirsi nel mercato del lavoro ed ancora più ostico riqualificarsi. Vi è anche chi, per necessità, è costretto a svolgere un doppio lavoro, per lo più dequalificato, come addetto alle pulizie o lavapiatti in grandi alberghi o ristoranti. Il tasto dolente che ci tocca da vicino è la sicurezza sui luoghi di lavoro, la messa in opera di impianti che permettano il “normale” svolgimento lavorativo. I settori che da sempre esigono un pesante tributo in vite umane sono l’edilizia, l’industria metalmeccanica ed i trasporti. Oltre alla casualità ed alla distrazione, il triste bilancio è aggravato dall’incuria.
E la disoccupazione, tallone d’Achille dell’economia nazionale, continua a dilagare da Nord a Sud, decretando l’impossibilità per i giovani di inserirsi nel mondo del lavoro.

Concetta Padula
Collaboratrice di SocialNews

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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