Minori stranieri in Italia

Quanti sono i minori stranieri presenti in Italia? Secondo il rapporto di Save the Children “I minori stranieri in Italia”, presentato a Roma lo scorso 16 dicembre, sarebbero in aumento sia i ragazzi stranieri con famiglia, sia i minori non accompagnati. Si stima che solo questi ultimi siano, nel 2009, 6.587. Vengono segnalati al Comitato Minori Stranieri presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, organo che ha il compito, tra gli altri, di censire la presenza dei minori stranieri sul territorio italiano. Arrivano nel nostro Paese principalmente via mare, ma anche dalle frontiere terrestri del nord-est, da soli o nelle mani di trafficanti (smugglers) o temibili sfruttatori. Le stime sono approssimative e i dati ufficiali sui minori sono arrotondati per difetto a causa dell’invisibilità di questi ragazzini. I minori censiti, continua il rapporto di Save the Children, provengono da 77 Paesi diversi. In generale, i gruppi nazionali più numerosi rilevati nel rapporto, sono quelli di Marocco, Albania, Afghanistan, Palestina, Somalia, Eritrea, Nigeria, Serbia. I maschi costituiscono il 90% del totale. Più della metà dei minori ha 17 anni.
Questo è lo scenario dal quale parte il progetto SALEM – Solidarité Avec Les Enfants du Maroc (Solidarietà con i minori del Marocco), realizzato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) con il finanziamento della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Il progetto si è posto la sfida della prevenzione della migrazione irregolare dei minori non accompagnati marocchini nei luoghi dove il sogno migratorio nasce. Khouribga, posta nell’altipiano del Marocco centrale, zona mineraria di estrazione dei fosfati, a soli 89 Km a sud di Casablanca, è una delle città a più alta pressione migratoria verso l’Italia, in particolare Torino, città-miraggio della migrazioni minorile. L’iniziativa si rivolge alle fasce di popolazione a rischio di emigrazione irregolare all’estero, in particolare adolescenti e giovani adulti di età compresa fra i 14 e i 21 anni. Questi sono pronti a tentare l’avventura di un viaggio rischioso per realizzare i propri obiettivi di vita in Europa, parte del mondo che, secondo la loro percezione, incarna e promuove modelli condivisi di successo. Non si tratta di una fuga dalla povertà, quanto di un investimento nelle proprie capacità di realizzazione in un contesto – quello del Nord del Mediterraneo – che sembra promettere mobilità sociale, opportunità di riconoscimento, lavoro.
Dopo i primi 18 mesi di realizzazione, attraverso un approccio partecipato, in costante collaborazione con le autorità marocchine a livello centrale e locale, in particolare l’Entraide Nationale presso il Ministero della Famiglia, Sviluppo Umano e Solidarietà, il progetto SALEM sta costruendo, con i suoi attuali 1.296 giovani beneficiari, spazi condivisi di cittadinanza attiva. Secondo indagini socio-antropologiche condotte sul tema, l’emigrazione dei minori marocchini è legata soprattutto alla percezione dell’impossibilità di realizzare i propri progetti di vita, di considerarsi pienamente cittadini protagonisti del loro tempo, nel territorio di origine. La sfida del progetto SALEM è dunque quella di realizzare un sistema di lavoro sociale a livello territoriale in grado di offrire spazi di apprendimento e di progettazione in loco attraverso il rafforzamento delle potenzialità socio-economiche del territorio. L’obiettivo è la creazione di possibilità di crescita e di riflessione sui propri obiettivi di vita per trasformare l’emigrazione in una delle possibili opzioni di vita e non più l’unica via d’uscita da un contesto di esclusione sociale. L’impegno nella costruzione di tale sistema di lavoro sociale viene condotto in collaborazione con i servizi sociali degli specifici territori di destinazione, in particolare del Comune di Torino.

Serena Saquella
International Organization of Migration

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