Evoluzione ed effetti del conflitto ceceno

Il conflitto tra la Russia e la piccola regione caucasica ha radici secolari. La Cecenia è una repubblica autonoma della Federazione Russa. La regione, un’area di 15.000 kmq situata sul versante orientale del Caucaso è, per la sua collocazione geografica, un’importante crocevia tra Oriente e Occidente. Questa però è abitata da decine di popoli diversi tra loro caratterizzati da un profondo senso di identità culturale e da un forte desiderio di indipendenza. Durante il regime sovietico queste diverse componenti etniche vengono represse e le peculiarità culturali, religiose e linguistiche, vengono sopraffatte dall’ideologia comunista e dalla cultura russa.

E’ con la perestrojka promossa da Gorbaciov negli anni ‘90 che si riaccende lo spirito indipendentista di molti paesi satellite dell’Urss e la Cecenia, guidata dal leader Dudaev, coglie l’occasione per delegittimare gli organi sovietici presenti sul territorio proclamandosi Repubblica indipendente nel 1991. Da quell’anno sino al 2002, il paese ha vissuto un periodo di guerra e di tensioni pressoché ininterrotto, culminato nello scontro aperto tra la federazione russa nella “prima” e nella “seconda” guerra cecena (1991-1996 e 1999-2006). Risulta particolarmente difficile rendere conto di un conflitto lungo ed articolato come quello ceceno, in cui si intrecciano la volontà di controllo da parte del governo russo, istanze nazionalistiche, derive islamiche, tensioni internazionali, lotta per il controllo delle risorse petrolifere. La distruzione di Grozny, le fosse comuni, i “campi di filtraggio” e gli “squadroni della morte” sono stati i drammatici simboli di questo conflitto che si è consumato nel silenzio della comunità internazionale.

Violando il diritto internazionale, le forze russe hanno attaccato massicciamente i civili, ucciso i militari prigionieri e in seguito si sono macchiate di episodi di maltrattamenti, torture, stupri e uccisioni extragiudiziali. La guerra, come sempre accade, ha sconvolto profondamente la vita sociale del Paese e anche adesso che è formalmente cessata, le violenze contro giovani, uomini e donne continuano a perpetrarsi per mezzo di rastrellamenti e detenzioni illegali, adducendo molto spesso accuse infondate o pretestuose. Il vero dramma della guerra in Cecenia è costituito però a mio giudizio dalle problematiche che interessano i bambini, molti dei quali rimasti invalidi a causa delle mine antiuomo, delle ferite riportate durante i bombardamenti aerei e delle artiglierie russe; bambini deturpati in modo terribile. Il numero degli orfani è impressionante; lo stato di guerra e la diffusione delle armi hanno poi legittimato l’utilizzo delle stesse e della violenza tra i giovani stessi favorendo, non essendoci nessun programma di educazione e di assistenza, la formazione di bande insieme ai reduci della guerra, determinando così uno stato di violenza e di crimine generalizzato. Fortunatamente gli ultimi sforzi si stanno muovendo nella giusta direzione di graduali ma profondi processi di ricostruzione e ristrutturazione sociale e culturale che lascino alle spalle la tragica eredità di un conflitto lungo oltre un decennio.

Mauro Volpatti

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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