Salviamo i giovani dai programmi dannosi

Nel 2007, su segnalazioni dei cittadini o d’ufficio, sono oltre trenta le comunicazioni di accertata violazione che si sono susseguite. Al centro dell’attenzione temi di carattere generale, come la promozione televisiva di film vietati nelle sale, la rappresentazione di violenze nell’informazione, le serie di telefilm a contenuto raccapricciante, la privacy dei minori coinvolti in gravi fatti di cronaca

Quando si parla di media e minori ormai bisogna soprattutto parlare delle politiche poste in essere recentemente a tutela dei minori.

Quando nel 2003 veniva istituito il Comitato tv e minori per decreto ministeriale pochi avrebbero scommesso sulla sua sopravvivenza. Un precedente tentativo era abortito prima che scadesse il primo anno di consiliatura. Ma una maggiore articolazione della rappresentanza, unita alla caparbietà dei componenti, ha favorito la crescita progressiva del ruolo istituzionale del Comitato TV e Minori, affermandolo nei fatti come riferimento per un sempre maggiore numero di teleutenti. Nel 2007, su segnalazioni dei cittadini o d’ufficio, sono oltre trenta le comunicazioni di accertata violazione che si sono susseguite. Delibere interpretative e di indirizzo hanno riguardato temi di carattere generale come la promozione televisiva di film vietati nelle sale, la rappresentazione di violenze nell’informazione, le serie di telefilm a contenuto raccapricciante, la privacy dei minori coinvolti in gravi fatti di cronaca. A quest’ultimo riguardo, è venuta concretandosi una proficua collaborazione col Garante per la protezione dei dati personali. Nel panorama tradizionale della programmazione televisiva sulle reti nazionali a carattere generalista, due aree sono venute sempre più in evidenza: la così detta fascia protetta (h. 16-19) e il “prime time”, nel quale si concentra di fatto, l’ascolto, anche minorile, di gran lunga più numeroso. Quanto alla fascia protetta, in cui si presume che più facilmente manchi ai ragazzi presenti davanti al televisore il sostegno degli adulti, i risultati non sono ancora soddisfacenti, ma innegabile resta la valenza simbolica dell’obiettivo: dare la garanzia alle famiglie che almeno per tre ore su ventiquattro i ragazzi siano tenuti al riparo da programmi dannosi; sembra una pretesa irrinunciabile. Sempre più chiaramente emerge che un buon uso della televisione, come del resto di tutti i media, presuppone il concorso di un impegno differenziato e convergente che coinvolga, insieme con chi fa televisione, la famiglia, la scuola, la società e le sue istituzioni. Strettamente connesso a questo impegno è un tempestivo e responsabile sistema d’informazioni, avvertenze, segnaletica. Proprio su questo terreno si sono registrati in questi anni progressi concreti. Altri se ne attendono ora che la concessionaria del servizio pubblico è tenuta a particolari obblighi dal nuovo contratto di servizio, suscettibili di positiva emulazione da parte delle emittenze commerciali. Sul fronte della normativa transnazionale ha rilievo il varo da parte dell’Unione Europea della nuova direttiva in materia televisiva. Sua nota caratterizzante è l’estensione modulata della normativa dei così detti servizi “lineari” anche ai servizi “non lineari”, cioè ai servizi su richiesta. La direttiva dovrà essere ora recepita nei singoli ordinamenti nazionali.

Anticipatore al riguardo, per quanto riguarda l’Italia, è il D.P.R. 72/04 con cui il Comitato per l’applicazione del Codice di autoregolamentazione TV e Minori, ha già assunto la denominazione più comprensiva di “Comitato per l’applicazione del Codice di autoregolamentazione media e minori”. Mutata l’etichetta, dovranno mutare ora i contenuti, per quanto riguarda sia la normativa che per la sua applicazione. Sarà molto importante a questo proposito una valutazione attenta delle risorse e della chiarezza dei testi normativi.

Essenziale, su un piano diverso e superiore rispetto a quello del Comitato, è il ruolo dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni e particolarmente della sua Commissione Servizi e Prodotti. Le stesse risoluzioni di accertata violazione deliberate dal Comitato vengono trasmesse a quest’organo per l’eventuale ulteriore seguito previsto dalla legge che comporta, se del caso, l’irrogazione di sanzioni pecuniarie. Con riferimento all’Agcom di particolare rilievo è stato nel 2007 l’atto di indirizzo deliberato in data 22 febbraio 2007 e significativamente dedicato al tema “Rispetto dei diritti fondamentali della persona e sul divieto di trasmissioni che presentino scene pornografiche”. L’atto di indirizzo altrettanto significativamente concerne “le emittenti pubbliche e private, nazionali e locali e i fornitori di contenuti radiotelevisivi su frequenze terrestri, via satellite o via cavo”. Un altro dato di rilievo che è venuto imponendosi nell’attività del Comitato è l’attenzione alla televisione satellitare, con profili anche controversi. Ne è stata anche investita la giustizia amministrativa, di cui si attendono le decisioni di merito. Per intanto già in dieci casi, variamente configurati, in certi casi anche vietati nelle sale ai minori di anni 14 sono stati diffusi da canali satellitari in fascia protetta o comunque in orario di televisione per tutti. Con i suoi interventi il Comitato ha fatto valere un’interpretazione netta, riportandola all’esigenza di un’effettiva tutela dei minori: via via che la televisione satellitare prende campo, è evidente che non sarebbe coerente chiudere certe porte della TV terrestre e lasciare aperte le finestre della TV via satellite. Oltre che di tutelare i minori, si tratta anche – sostiene il Comitato – di tutelare le condizioni della concorrenza. L’aspetto più preoccupante è che anche in piena fascia protetta (quando si può supporre il ragazzo non abbia adulti accanto) la presenza in casa di un decoder permetta di captare “in chiaro” programmi pornografici diffusi da emittenti di cui spesso è difficile identificare persino la nazionalità. Gli stessi programmi ad accesso condizionato pongono problemi seri, che appaiono risolvibili con sicurezza solo se il “parental control” è pienamente effettivo .

 Elisa Manna
Responsabile Settore Politiche Culturali del Censis

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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