I comportamenti dei giovani al volante

Le statistiche indicano che la responsabilità degli incidenti stradali sia da attribuirsi per il 90-95% all’errore umano con differenti livelli di casualità. Una categoria di fattori riflette gli involontari errori di guida, un’altra riguarda le condizioni psicofisiche dell’individuo, una terza comprende le deliberate violazioni del codice

Gli incidenti stradali rappresentano, in tutto il mondo, una tragica realtà in termini di costi umani, sociali ed economici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno 1.2 milioni di persone muoiano a causa di incidenti stradali e 20-50 milioni rimangano ferite riportando traumi di diversa gravità. Gli incidenti stradali, in Italia, rappresentano la prima causa di morte nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni e sono determinati da fattori legati al guidatore, al mezzo e alle condizioni stradali, che tra di loro interagiscono. Tra questi, i fattori legati al guidatore assumono certamente un ruolo predominante. Le statistiche indicano che la responsabilità degli incidenti stradali sia da attribuirsi per il 90- 95% a dinamiche che registrano il contributo dell’errore umano. Anche nel caso dei fattori umani è importante distinguere tra differenti livelli di causalità. Una categoria di fattori riflette gli involontari errori di guida che qualsiasi guidatore più commettere, ma che certamente sono più frequenti nei guidatori inesperti. Una seconda categoria riguarda le condizioni psicofisiche dell’individuo, che possono allontanarsi dallo stato ottimale per ragioni legate ai comportamenti di abuso (assunzioni di sostanze psicotrope, abuso di alcol, ecc), o a condizioni puramente fisiologiche (sonnolenza, stanchezza, condizioni di salute in grado di alterare la guida, ecc.). Una terza categoria riguarda le deliberate violazioni del codice. Anche queste ultime due categorie di fattori sono, sfortunatamente, molto più frequenti nei giovani guidatori che in quelli più esperti. Visto che gli incidenti sono determinati da cause differenti, anche le strategie di prevenzione vanno impostate su più livelli: quello legislativo, quello delle attività di sorveglianza e quello educativo.

Su questo versante uno delle principali iniziative condotte in Italia è certamente rappresentata dal Progetto ICARO, per la dimensione nazionale che ad essa corrisponde e per la continuità che ha garantito. ICARO è una campagna di sicurezza stradale promossa dalla Polizia di Stato che, in sette edizioni, ha interessato 133 città, coinvolgendo oltre 72.000 studenti. Nato come carovana itinerante sulla sicurezza stradale, il Progetto Icaro ha voluto sperimentare nel tempo diverse forme di comunicazione con i ragazzi con l’obiettivo di adottare un linguaggio sempre più efficace che potesse far presa sui giovani. Le testimonianze di giovani vittime di incidenti stradali, gli spettacoli teatrali per i bambini e gli adolescenti, il circuito di guida con auto elettriche e ciclomotori rappresentano le diverse azioni condotte allo scopo di veicolare nel modo più efficace il messaggio di sicurezza stradale. Grazie alla sensibilità di enti come la Polizia di Stato, l’ANIA, il Ministero dei Trasporti, il Ministero della Pubblica Istruzione, l’Unicef e Sicurstrada, quest’anno, ICARO, non si è posto unicamente l’obiettivo di promuovere la sicurezza stradale, ma anche quello di investigare sui fattori psicologico-sociali che favoriscono l’assunzione dei comportamenti di rischio nei giovani guidatori, per conoscere meglio il fenomeno e orientare nuove strategie di intervento, valutando l’efficacia delle iniziative fin qui sperimentate. Questi obiettivi sono stati trasformate in spunti di ricerca e, attraverso un questionario valido e attendibile, sono state raccolte informazioni, su oltre 5000 studenti delle scuole secondarie superiori in 12 città campione.

I risultati di questo lavoro hanno permesso di identificare le caratteristiche individuali di quei giovani guidatori che, più frequentemente, violano delle regole del codice della strada incorrendo in un maggior numero di multe e, sfortunatamente, anche di incidenti stradali. Questi giovani guidatori si caratterizzano, in particolare, per avere livelli di ansia bassi, per ricercare costantemente “sensazioni “ed emozioni forti, per un atteggiamento di alta rabbia che si manifesta anche durante la guida. Inoltre i ragazzi che fanno parte del gruppo a maggiore rischio, mostrano di non considerare il rispetto delle norme sociali come un obiettivo importante di per sé, ma solo in funzione delle conseguenze strumentali (premi o punizioni) che da esso possono derivare. Altre importanti variabili sono invece più direttamente connesse con le idee e le convinzioni specifiche circa la guida. In particolare il profilo dei giovani guidatori “a rischio” è caratterizzato da due sistemi di convinzioni personali erronee. Il primo si riferisce agli atteggiamenti nei confronti del codice della strada. La rappresentazione che i giovani a maggiore rischio hanno del codice è che esso non sia il sistema che garantisce i diritti di tutti i guidatori, bensì un sistema di vincoli che riduce la viabilità e la scorrevolezza del traffico. Ne vengono percepiti gli aspetti “sanzionatori”, che però non vengono messi in relazione alla propria sicurezza. Il secondo sistema di convinzioni erronee si riferisce alle attribuzioni di causa degli incidenti. I giovani disponibili a mettere in atto comportamenti di rischio mostrano di giudicare l’incidente stradale con una eccessiva dose di fatalismo.

L’idea di fondo è che l’incidente in realtà, non dipenda dal comportamento del guidatore ma da eventi casuali, imprevedibili o legati solo alle responsabilità o alla imperizia degli altri. Quindi, secondo loro, la messa in atto di comportamenti di guida sicura è sostanzialmente inutile perché non abbassa la probabilità di incidenti. è interessante notare che questo profilo di variabili non solo si associa ad un maggior numero di multe e di incidenti stradali diurni, ma anche a una maggiore frequenza nella guida notturna, a una maggiore frequenza di episodi di guida in condizioni di ebbrezza e a una maggiore frequenza di episodi di sonnolenza alla guida. Comprendere le caratteristiche individuali che si associano al rischio di incidenti è un elemento cruciale per poter impostare correttamente campagne ed interventi di promozione della salute e della sicurezza stradale. Molti dati indicano che le campagne comunicative che si servono esclusivamente dei mass media (televisione, internet, giornali, manifesti) sembrano non aver avuto forti effetti sulla riduzione degli incidenti. Al contrario campagne che hanno adottato azioni più personali e dirette, come l’organizzazione di conferenze o manifestazioni, attività locali, combinate con percorsi educativi, misure legislative, ecc., sono accompagnate da maggiore efficacia. L’intervento condotto attraverso ICARO ha pienamente recepito queste indicazioni e non si è proposto esclusivamente di agire attraverso la comunicazione di massa, ne si è limitato alla sola divulgazione di informazioni.

L’intervento ha considerato entrambi questi aspetti ma, attraverso una drammatizzazione teatrale, li ha integrati in un ulteriore modello comunicativo, capace di attivare maggiormente le dinamiche emotive dei giovani partecipanti. Questo modello ha rappresentato la linea guida di una impostazione nazionale, che ha però previsto azioni specifiche nei differenti contesti locali. L’efficacia delle iniziative di ICARO è stata monitorata attraverso un programma di valutazione e monitoraggio attraverso un disegno di valutazione che prevede un confronto pre-post intervento con un gruppo di controllo. I risultati di tali valutazioni hanno dimostrato l’effettiva efficacia dell’intervento. Esso si associa a un miglioramento dell’atteggiamento nei confronti della sicurezza stradale, delle norme di convivenza sociale, della tentazione di reagire in modo rabbioso o aggressivo alle difficoltà che si incontrano nella guida. Inoltre i dati, di tipo longitudinale, mostrano che, in assenza di intervento, si assisterebbe ad una riduzione nella percezione della responsabilità del guidatore nei confronti del rischio di incidenti, e a una concomitante diminuzione della percezione di rischio.

La letteratura scientifica definisce come “paradosso del giovane guidatore” il fenomeno secondo il quale ogni volta che un guidatore inesperto mette in atto una imprudenza senza pagarne le drammatiche conseguenze, si rafforza nella sua convinzione di essere immune dai rischi di incidente stradale. Naturalmente l’obiettivo non è quello di aspettare che questo circolo vizioso venga interrotto dall’eventualità di un incidente, ma quello di mettere in atto strategie di intervento, capaci di contrastare le pericolose tendenze “fataliste” di fronte all’incidentalità stradale e alla sua imprevedibilità, ma allo stesso tempo capaci di contrastare la percezione, altrettanto pericolosa, che l’infortunio alla guida possa essere considerato come un equazione matematica in cui si hanno a disposizione tutte le incognite. L’infortunio alla guida è invece un evento probabilistico, nel quale la corretta attenzione degli individui di fronte a se stessi agisce abbassando le probabilità di porre a repentaglio la propria e altrui incolumità.
Gli autori desiderano ringraziare il Dr. Roberto Sgalla, Direttore dell’Ufficio Relazioni Esterne e del Cerimoniale del Ministero dell’Interno, per il supporto costante e i preziosi suggerimenti da lui forniti durante tutte le fasi del lavoro

Anna Maria Giannini
Professore straordinario di psicologia generale
facoltà di psicologia 2, Sapienza – Università di Roma
Fabio Lucidi
Professore associato di psicometria
Università La Sapienza – Roma

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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