I numeri dell’infanzia tradita

In Italia, secondo la Direzione Anticrimine della Polizia di Stato (DAC), solo nel 2006 sono scomparsi 1698 bambini, con una distribuzione pari al 41,1% del totale al Nord Italia (698 minori), al 33,7% al Centro (572 minori) e al 25,2% al Sud e nelle isole (428 minori). L’80 per cento degli scomparsi di media viene ritrovato, il rimanente 20 per cento svanisce nel nulla. Solo per i dati relativi al 2006 si tratta di 339 bambini

Se si pensa all’infanzia è bello pensare al sorriso di chi, piccolo, si affaccia alla vita con le braccia aperte pronto a ricevere l’amore di chi lo circonda, senza temere più nulla. Oggi, invece, l’infanzia è sempre più sinonimo di “altro”.
Il bambino, nella nostra società avanzata e piena di diritti, è in molti casi sporcato dal sangue della perversione e della cattiveria cinica di adulti che, come trattori, non si fermano sui loro piccoli corpi. Corpi che non possono nulla, che non riescono a difendersi, manine piccole che coprono gli occhietti per non vedere, anche se il dolore sale da dentro come una lama di un coltello che prenderà poi le vesti di mille forme di dolore e disagio. Il bambino diventa, oggi, l’oggetto non solo diretto, ma anche indiretto, delle violenze degli adulti, poiché sempre più al centro delle dispute e dei ricatti, delle rivalse e delle guerre private di genitori e parenti. Essere bambino, in questo nostro tempo, non è sempre ciò che un bambino avrebbe il diritto fosse. Allora, sparire nel nulla, diventa spesso la via scelta dagli stessi minori ma, per la maggior parte, da uno o entrambi i genitori, per fuggire da mille perchè.

In Italia, secondo la Direzione Anticrimine della Polizia di Stato (DAC), solo nel 2006 sono scomparsi 1698 bambini, con una distribuzione pari al 41,1% del totale al Nord Italia (698 minori), al 33,7% al Centro (572 minori) e al 25,2% al Sud e nelle isole (428 minori). In particolare, osservando la suddivisione regionale dei minori, italiani e stranieri, per i quali sono state attivate le segnalazioni di ricerca sul territorio nazionale e che, alla data del 2 Gennaio 2007, erano ancora da ricercare, emerge un quadro che pone delle riflessioni .
Considerando sia i minori italiani che stranieri, il numero maggiore delle scomparse riguarda minori compresi nella fascia d’età dai 15 ai 17 anni (973), a cui fanno seguito i minori dagli 11 ai 14 anni (462) e, infine, quelli da 0 a 10 anni (263). Le maggiori sparizioni di minori dai 15 ai 17 anni si contano nel Lazio (243), in Lombardia (124) e in Friuli V. Giulia (87); mentre, relativamente, ai minori dagli 11 ai 14 anni, il Lazio rimane in testa (128), seguito dal Veneto (107) e dalla Lombardia (53). Infine, le scomparse maggiori di minori da 0 a 10 anni, avvengono sempre nel Lazio (84), seguito ancora dal Veneto (42) e, infine, dalla Lombardia (28).

In particolare, i minori stranieri riportano percentuali di sparizione maggiori, pari al 71,3% del totale, rispetto ai minori italiani (28,7% del totale). Facendo un confronto fra le sparizioni dei minori stranieri e quelli dei minori italiani, si nota un andamento simile a quello appena decritto sopra, con differenze piuttosto relative alle regioni interessate.
Le sparizioni maggiori di minori stranieri sono quelle comprese nella fascia d’età dai 15 ai 17 anni (730), dove è il Lazio la regione maggiormente interessata (219), seguita dalla Lombardia (102) e dal Friuli V. Giulia (80). A questi, fanno seguito i minori tra gli 11 e i 14 anni (326), dove i maggiori casi di sparizioni avvengono sempre nel Lazio (116), nel Veneto (58) e in Lombardia (48). Infine, troviamo i minori da 0 a 10 anni (155), con il Lazio sempre capofila (74), la Lombardia al secondo posto (19) e, ancora, il Veneto in terza posizione (15). Allo stesso modo, sono i minori italiani dai 15 ai 17 anni quelli che contano il numero maggiore di sparizioni (243), ma in questo caso è la Sicilia ad essere al primo posto (53), seguita dalla Campania (37) e dal Lazio (24). Mentre, i casi maggiori di sparizioni di minori dagli 11 ai 14 anni, in totale 136, si sono avuti nel Veneto (49), in Sicilia (19) e in Campania (17). Infine, i minori scomparsi da 0 a 10 anni sono in totale 108, e le regioni principalmente interessate sono: Veneto (27), Piemonte (11) e a pari dato Lazio e Sicilia (10).

I minori, quindi, che maggiormente preoccupano sono coloro compresi tra i 15 e i 17 anni, che in genere, come gli stessi dati del Ministero degli Interni (Dipartimento di Pubblica Sicurezza) riportano , si allontanano volontariamente dal domicilio o dall’Istituto in cui sono collocati. Se il concetto di “scomparsa”, infatti, comprende tutte quelle situazioni in cui si perdono le tracce di un minore, al di là che le cause del suo allontanamento siano state volontarie o meno, è bene precisare che nell’80% dei casi i minori che non si trovano più rientrano nella categoria degli allontanamenti volontari o sottrazioni operate dagli stessi genitori.
In genere, come la stessa Polizia ama precisare, gli “allontanamenti volontari” dall’abitazione familiare riguardano i minori italiani o, comunque, appartenenti a famiglie stabilmente residenti in Italia; mentre gli allontanamenti dagli Istituti dove il minore è collocato caratterizzano, prevalentemente, i minori delle famiglie nomadi che, non sopportando la vita in comunità, fuggono dall’Istituto per ritornare presso le loro famiglie di origine. Tra l’altro, nel caso di bambini piccoli, sono addirittura le famiglie stesse che possono arrivare a rapirli per riportarli al precedente stile di vita, in cui i piccoli sono dediti all’accattonaggio, ai furti e ai borseggi.

Quindi, i motivi per cui un minore può scomparire, possono passare dalla fuga volontaria, alla sottrazione attuata da un adulto, fino a giungere a quei casi in cui si tratta di rapimento vero e proprio. Tuttavia, è giusto specificare che di tutte le segnalazioni di scomparse che le Forze di Polizia ricevono ogni anno, solo un 20% circa, a distanza di un anno, rimangono attuali. E, su quest’ultimo dato, incidono altri due fattori che rendono, questa percentuale, ancora più esigua: il fatto che il minore, nel corso del tempo, decida di rifarsi vivo con la propria famiglia; e il fatto che, una volta ritornato a casa, spesso la famiglia non avverta le Forze di Polizia.
Tuttavia se si pensa che circa il 20% dei minori scomparsi, italiani come stranieri, a distanza di un anno sono ancora dei visi che attendono di essere ritrovati, significa che, solo nel 2006, su 1698 minori, circa 339 sono tutt’oggi irrintracciabili. E questo non è un dato da poco; soprattutto, nel caso di bambini molto piccoli, quelli da 0 a 10 anni, per cui i pericoli e le possibilità di “arruolamento” nei vari circuiti dello sfruttamento, sono estremamente alti.

Un bambino, infatti, è una merce preziosa: facilmente vendibile, affittabile, riciclabile in settori differenti e sfruttabile secondo modalità diverse. Meglio, quindi, se molto piccolo, perché può essere introdotto da subito nel circuito della pedofilia; e da qui, a seconda delle esigenze degli abusanti, che possono essere sia soggetti appartenenti all’area familiare che non, il minore può essere proposto anche in altri mercati, in cui può rimanere invischiato e schiavo per anni (es: prostituzione, lavoro illegale, adozioni illegali, matrimoni forzati, traffico di organi, accattonaggio, spaccio di droga, attività da combattimento). Il fatto, quindi, che egli cresca è un fattore che lo può agevolare di meno per certi mercati, spingendolo invece verso altri; anche se, nel mondo dell’illegalità, gli interessi e gli intenti di chi decide sono così veloci da rendere, questi circuiti forzati, comunicanti ed interscambiabili.
Di sicuro, il fatto che un bambino sia facilmente assoggettabile e ricattabile, e assicuri introiti pari a quelli dei traffici di droga e di armi, lo rende una merce ambita. Andando a considerare solo la sfera dello “sfruttamento sessuale” di un minore, le cifre danno l’idea di quanto – “possedere bambini” – sia di interesse per chi intende sodomizzarli fisicamente e psicologicamente.

A livello internazionale, il mercato dello sfruttamento sessuale dei minori, assicura un incasso annuo di 12 miliardi di Euro, a fronte delle ridicole cifre con cui un adulto – sia pedofilo che turista sessuale – può violentare un minore: 5$ circa in Brasile, Russia, Vietnam, Filippine; 10$ circa in Cina, Nepal, Thailandia, Repubblica Dominicana, Pakistan, Sri Lanka; 20$ circa in India; 30$ circa in Giappone; 50$ circa in Taiwan . E visto che il minore, specialmente fino ai 12 anni, è l’oggetto sessuale preferito dei pedofili e delle loro organizzazioni, la pedopornografia è una grossa componente di questo introito potenziandolo continuamente. Si pensi che METER ha denunciato alle Agenzie di Law Enforcement internazionali, europee nonchè alla Polizia italiana, dal 1995 ad oggi, circa 165.000 siti pedopornografici. L’equipe di METER, nel 2003, analizzando 6780 foto, ha rilevato che il 78% dei minori abusati erano femmine e il 22% maschi. In particolare, il 70% dei minori era di razza bianca, il 20% di razza asiatica e africana e il 10% proveniva dai paesi arabi e mediorientali. I prezzi delle foto pedopornografiche variano a seconda del livello di abuso e perversione a cui è sottoposto un minore: 30$ un kit di 20 foto; dai 100 ai 200$ foto “rare” (rapporti sadomaso in cui coinvolti vi sono minori, violenze estreme di vario genere, rapporti sessuali con animali, rapporti con neonati o bambini disabili); dai 70 ai 200$ i video pedopornografici; circa 20.000$ un filmato in cui il minore viene ucciso (“snuff movie”). Infine, un abbonamento settimanale che assicura 50 foto pedoporno costa circa 35$; mentre 150$ per un abbonamento che offre foto “rare” con bambini tra i 2 e i 6 anni. In uno dei vari siti scoperti dall’equipe METER, e denunciato nel novembre del 2002, gli “amanti dei bambini” pubblicizzavano in questo modo la merce: “Vendiamo soltanto materiale esclusivo: 800 immagini “hard core” con adolescenti dai 7 ai 14 anni, e in più 250 ore di video domestici di bambini porno, video di violenze e giovanotti seducenti”.

Il “nulla”, quindi, in cui un minore scomparso può venire risucchiato se non viene più rintracciato, può assumere la fattezza di una schiavitù dalla quale, uscirne, è un processo lungo e difficile, indubbiamente, non senza dolore. Se si pensa che, nel mondo, METER ha denunciato circa 552 organizzazioni che rivendicano “i diritti dei pedofili” a cui si aggiungono 1532 siti esclusivamente di “pedofilia culturale”, si può avere l’idea di quanto forte sia l’interesse di uomini e donne deviati e perversi, ma lucidamente responsabili quanto integrati nella società, per i bambini. Proteggerli, quindi, senza trascinarli come giocattoli nelle lacerazioni dei grandi, rischiando di allontanarli ma anche di perderli nell’illusione di averli dalla propria parte, è l’unico modo per poterli salvare da pericoli che li inghiottirebbero.

don Fortunato Di Noto
Presidente Associazione METER
Nicoletta Bressan
Ricercatrice in Scienze Sociali e Criminologiche,
responsabile Rapporti Internazionali
di METER

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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