Non criminalizziamo il Ritalin

Il disturbo di iperattività è una patologia rara e devastante. Bambini quasi sempre intelligentissimi diventano ingestibili e non possono più condurre una vita normale. Oggi le ricerche hanno chiarito che l’ADHD non è un disturbo dell’attenzione in sé, ma un difetto neuronale del cervello che porta a un deficit dei controlli inibitori. Una mancanza di autocontrollo che coinvolge il controllo dell’attenzione e la capacità di posticipare le gratificazioni in vista di un successivo e maggiore vantaggio

Ho sempre pensato che quando si discute di farmaci e di terapie sia fortemente sbagliato introdurre questioni ideologiche che dovrebbero, invece, essere marginalizzate . Ciò è ancora più vero se si parla di bambini e di psicofarmaci, un’accoppiata che a prima vista farebbe inorridire. Purtroppo, però, la filmistica nazionale ed internazionale ha prodotto danni inenarrabili, per cui oggi l’elettrochoc (utilissimo per alcune gravi depressioni se usato in anestesia e con gli standard sanitari moderni) è visto come la macchina brucia cervelli di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” mentre la moderna neurogenesi ha evidenziato come la capacità del cervello di produrre nuove cellule per sostituire quelle morte o malate potrebbe essere stimolata proprio dall’elettrochoc. Il Ritalin ed anche alcuni farmaci antidepressivi oggi si stanno configurando nell’immaginario collettivo, con l’aiuto dei messaggi allarmistici forniti da internet e i media, in maniera simile a come è avvenuto in passato per l’elettrochoc appunto e per altre terapie come una sorta di camicia di forza chimica.
Purtroppo quando nell’infanzia sono evidenti i sintomi per cui è indispensabile un trattamento farmacologico è impensabile che si possa aspettare fino a diciotto anni per poter ricevere la medicina necessaria alla propria patologia. Il disturbo di iperattività (ADHD- Attention Deficit Hyperactive Disorder) è una patologia rara, ma devastante. Bambini quasi sempre intelligentissimi diventano ingestibili e non possono più condurre una vita normale. Oggi le ricerche hanno chiarito che l’ADHD non è un disturbo dell’attenzione in sé ma un difetto neuronale del cervello che porta a un deficit dei controlli inibitori. Una mancanza di autocontrollo che coinvolge il controllo dell’attenzione e la capacità di posticipare le gratificazioni in vista di un successivo e maggiore vantaggio. Per questi bimbi, il Ritalin (prescritto sempre e solo dai medici specialisti) è necessario e indispensabile e fa si che la loro vita cambi in modo radicale. Il bambino affetto da ADHD, infatti, a causa della perdita dell’ autocontrollo sviluppa personalità antisociali con rischi di coinvolgimento in tossicodipendenze e in varie forme di criminalità.

Questi bambini nell’età adulta saranno destinati a bassi livelli d’istruzione e di occupazione lavorativa. Ma soprattutto è la persistenza stessa dell’ADHD non adeguatamente trattata ad essere un fattore prognostico negativo per il rischio di disadattamento psicosociale nell’adulto, indicando che maggiormente perdurano gli effetti del disturbo più profondo è il loro influsso sullo sviluppo psico-emotivo. Finalmente l’Agenzia Italiana del Farmaco, al termine di un lungo percorso di valutazione condotto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con un Comitato scientifico ha approvato l’immissione in commercio del Metilfenidato, riconosciuto dalla Comunità scientifica quale farmaco di elezione per la cura della Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Conoscendo la storia di tanti genitori costretti a viaggi all’estero per procurarsi il farmaco (molto costoso) sono contenta che oggi tale terapia sia attuabile in Italia. Perché, come tutti i farmaci, è qualcosa di utile se prescritto da medici competenti ed inquadrato in una terapia eseguita seconde delle regole ben precise. La prescrizione del farmaco deve essere infatti eseguita secondo un rigidissimo protocollo che prevede l’esecuzione di una diagnosi differenziale e la definizione di un Piano terapeutico da parte di Centri di neuropsichiatria infantile individuati dalle Regioni e l’istituzione di un apposito Registro nazionale presso l’Istituto Superiore di Sanità. La terapia con il Metilfenidato (Ritalin) dovrà essere iniziata dal neuropsichiatra infantile del Centro di riferimento regionale e dovranno essere effettuati controlli dopo una e quattro settimane di cura per la valutazione dell’efficacia e della tollerabilità e, in caso di conferma della terapia, anche dopo cinque mesi.I manifesti ideologici di chi non ha figli e non conosce la sofferenza delle persone coinvolte direttamente o indirettamente in una malattia psichiatrica e soprattutto non approfondisce seriamente come le terapie ufficiali possono risolverle non mi fanno più ridere: li considero indecenti.

Maria Burani Procaccini
Senatrice, 3ª Commissione permanente.
Già presidente della Commissione Bicamerale dell’Infanzia

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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