In passerella il bello d’esser femmina

L’obiettivo è far sfilare mannequin sane, donne solari, che esaltino attraverso l’abito la loro prorompente femminilità. Donne magre, non anoressiche, donne sane anche se agli stilisti viene dato ampio margine di libertà di scelta nel rispetto del buon senso. E i couturier si sono adeguati alle nuove regole

Sono sempre stato convinto che il Manifesto Nazionale di autoregolamentazione della Moda italiana contro l’anoressia, fortemente voluto dal ministro per le Politiche giovanili e per lo Sport Giovanna Melandri, e siglato lo scorso 22 dicembre da Alta Roma e dalla Camera Nazionale della Moda, nella persona del suo presidente Mario Boselli, possa essere considerato come un atto importante per il nostro settore. Come ha più volte sottolineato il ministro Melandri, il governo non ha mai voluto puntare il dito contro la moda, imporre delle regole, semmai offrire un codice comportamentale, che potesse essere d’esempio a tutte quelle ragazze che vedono nella moda punti di riferimento stabili e certezze.

Non vogliamo essere additati come i soli responsabili di drammatici fatti di cronaca, penalizzati da inutili prese di posizione da parte degli stilisti a volte considerati capricciosi e irresponsabili. Non potevamo tirarci indietro dinanzi alla richiesta di autorevoli rappresentanti di governo. Da parte nostra, in fondo, c’è sempre stato uno straordinario desiderio di collaborazione. Abbiamo accettato la sfida del Manifesto con la consapevolezza che il rapporto con gli stilisti e le istituzioni ci avrebbe condotto ad un confronto serrato e costruttivo su un tema delicato, di drammatica attualità. No alla taglia 38, dunque, a modelle malate o anoressiche, anche se è chiaro a tutti che l’anoressia è una patologia legata ad uno stato della psiche, che coinvolge spesso anche settori lontani anni luce dalla moda.

Un fenomeno generazionale, che colpisce, purtroppo, già da alcuni anni soprattutto l’universo femminile. Si inseguono modelli di bellezza irraggiungibili, mettendo a repentaglio la propria salute e incolumità. Quale è il nostro obiettivo dunque? Far sfilare in passerella mannequin sane, donne solari, che esaltino attraverso l’abito la loro prorompente femminilità. Donne magre, non anoressiche, donne sane, lo ripeto, anche se ogni stilista avrà un ampio margine di libertà sulle proprie scelte. Dovrà avere soprattutto buon senso, come ho sottolineato più volte all’Auditorium durante le recenti sfilate romane di Alta Moda. I couturier si sono adeguati alle nuove regole. Bando ai remake di Twiggy, frammenti sfocati di un passato lontano. Dobbiamo essere propositivi, lanciare messaggi che profumino di contemporaneità. Senza disattendere naturalmente quei canoni estetici, tipici della moda. La bellezza prima di tutto accanto ad un corpo sano ed ad un abito che valorizzino la fisicità della modella.

 Stefano Dominella
Presidente di Alta Roma

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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