Non abbandoniamo i genitori dei bambini scomparsi

Il numero telefonico dedicato ed il sito internet della Polizia di Stato sono di aiuto ma mancano statistiche adeguate, non c’è coordinamento delle competenze, l’ordinamento giuridico vacilla e gli interessi economici predominano

“Il fenomeno dei bambini scomparsi è una vera tragedia, purtroppo sempre più diffusa e che i paesi dell’Unione Europea non possono accettare” – ha sottolineato il vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini, in occasione della ‘Giornata internazionale per i bambini scomparsi. Per rispondere a questa terribile piaga la Commissione europea intende proporre di attivare un numero telefonico di soccorso unico in tutta l’Ue (116000) e un sito internet europeo di facile consultazione a cui potranno far ricorso tutti i minorenni volto anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sul grave fenomeno. Ed internet è già di aiuto per chi è coinvolto in questo dramma: il sito www.bambiniscomparsi.it, gestito dalla Polizia di Stato, fa parte di un network costituitosi a partire dal 1995 grazie alla collaborazione tra il National Centre for Missing and Exploited Children (NCMEC) e Computer Associates, sotto l’egida del Congresso e del Dipartimento della Giustizia americani.

Computer Associates si è impegnata a realizzare il sito web www.missingkids.com, per fornire tecnologie e servizi al fine di rendere più rapide ed efficienti le operazioni di gestione e di analisi dei dati relativi ai crimini contro l’infanzia. Ad oggi, i Paesi che insieme all’Italia fanno parte del network ICMEC (International Centre for Missing and Exploited Children), ovvero la proiezione internazionale del NCMEC, sono: l’Argentina, l’Australia, il Belgio, il Brasile, il Canada, il Cile, il Costa Rica, la Gran Bretagna, la Grecia, l’Irlanda, la Malesia, il Messico, l’Olanda, la Spagna, il Sudafrica ed ovviamente gli Stati Uniti, per un totale di 3.653 (al 28 maggio 2007) casi di minori inseriti nel database delle ricerche. In Italia quando un bambino scompare le ricerche vengono avviate, dopo la denuncia dei familiari o della comunità cui è affidato il minore, con l’inserimento del nominativo nel “CED-Interforze”, in modo tale che la notizia della scomparsa possa essere nota, in tempo reale, a tutte le Forze di Polizia. Grazie a tale procedura, inoltre, le ricerche sono estese automaticamente a tutti i Paesi che aderiscono all’accordo di Schengen, e quando si ritiene che il minore scomparso possa trovarsi in altri Paesi del mondo, viene chiamata in causa l’Interpol, che ha un ruolo di raccordo con le Forze di Polizia dei vari Paesi aderenti. Ma nonostante tutto questo il 20% dei bambini scomparsi, a distanza di un anno, rimangono tali.

Le istituzioni e la politica hanno quindi l’obbligo di trovare le soluzioni al problema che in parte è causato da punti deboli del sistema governativo. Tutt’oggi nell’Unione Europea non è possibile ottenere statistiche esaurienti relative ai bambini scomparsi, uccisi, coinvolti nelle tratte internazionali, sfruttati a scopo sessuale. La raccolta dei dati è raramente organizzata a livello nazionale, le informazioni disponibili sono difficilmente accessibili. Le competenze in materia di infanzia e adolescenza sono divise in troppi dicasteri e dovrebbe esserci un coordinamento adeguato nella programmazione e nella attuazione delle politiche a favore dell’infanzia, tra i diversi Ministeri e tra lo Stato centrale e le Regioni. Ma cosa ben più grave è il fatto che il nostro ordinamento non prevede competenze specifiche per il Tribunale dei Minorenni in caso di scomparsa di minori. Queste voragini istituzionali creano disorientamento e sfiducia nei genitori coinvolti in un simile dramma. In questi casi c’è una richiesta di aiuto, di sostegno psicologico, di consigli legali, ma soprattutto la necessità di diffondere le immagini dei bambini al fine di aumentare le possibilità di ritrovarli. Ma purtroppo queste famiglie rimangono abbandonate impossibilitate a sostenere i costi esorbitanti che necessitano ricerche fatte in autonomia. Dare disponibilità, idee, strutture a queste persone vuole dire dare forza a loro e ai loro bimbi. Allora bisognerebbe cercare di attuare alcune idee come quella di coinvolgere i network telefonici a permettere l’invio di MMS a tappeto con le immagini dei bambini o, a discapito dell’immagine di un prodotto, permettere di utilizzare le confezioni del latte, biscotti e pasta per i messaggi di aiuto. Ma purtroppo sembra che gli interessi economici siano preponderanti rispetto alle esigenze di un’infanzia violata e molte azioni che potrebbero essere intraprese vengono accantonate.

Alessandra Guerra
Consigliere regionale e già presidente
della regione Friuli Venezia Giulia

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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