La famiglia? Per i bambini continua …

La nuova normativa produce effetti anche nei confronti dei figli nati fuori dal matrimonio e contiene indicazioni che regolamentano i vari aspetti del rapporto successivo alla separazione

Dopo quattro legislature di tentativi tutti infruttuosi e dopo quasi cinque anni di lavoro costante giunge al positivo capolinea una legge di grande rilievo sociale, che molti considerano la più importante nella materia di diritto di famiglia dopo la riforma del 1975.

La Convenzione di New York del 1989 ed una serie di direttive europee emanate negli scorsi anni non erano riuscite a convincere tempestivamente il legislatore italiano dell’opportunità di introdurre nel nostro sistema normativo il principio di bigenitorialità. Ce l’abbiamo fatta ora, riuscendo a superare le distanze dei diversi schieramenti attraverso un’opera di mediazione e di rispetto delle varie posizioni che non ha per nulla scalfito la novità e la sostanza dei principi che il nuovo testo normativo doveva introdurre ed è riuscito a plasmare.

I figli minori di una coppia che si separa hanno finalmente il diritto di mantenere rapporti continuativi con entrambi i genitori e di frequentare con la dovuta assiduità gli ascendenti ed i parenti di ciascun ramo genitoriale.

La legge tutela l’interesse del figlio minore, ma tutela anche quello del genitore più debole, che finalmente potrà verificare la consistenza del patrimonio sommerso di chi si sottrae ai doveri economici attraverso indagini di polizia tributaria non solo nei confronti dell’obbligato ma anche nei confronti  di quei terzi ai quali siano stati astutamente intestati cespiti finanziari.

Il genitore inadempiente, sia dal punto di vista morale che economico, nei confronti dei figli minori o del genitore più debole sarà tenuto a risarcire, agli uni o all’altro, il danno che cagiona.

La legge produce effetti anche nei confronti dei figli nati fuori dal matrimonio e contiene norme che regolamentano i vari aspetti del rapporto successivo alla separazione.

Si è trattato di un percorso legislativo lungo e complesso, caratterizzato da  rifiuti e dissensi, ma soprattutto dalla incapacità di comprendere idee nuove che hanno dimostrato già in altri Paesi Europei la forza della loro efficacia: in Norvegia e in Germania, ad esempio, ove l’affidamento condiviso è già in vigore da anni, la conflittualità tra i genitori è crollata tra il 30 e 60%.

Negli stessi uffici giudiziari italiani, ove qualche illuminato magistrato, forzando l’attuale normativa, ha impostato il proprio lavoro sulla base dei principi della nuova legge, i risultati si vedono già.

Ma il percorso da compiere è ancora lungo: il tempo e una nuova legislatura al governo potranno continuare ad aiutarci nel cammino di un’ulteriore riforma indispensabile nel diritto di famiglia.

 

Maurizio Paniz
Commissione giustizia camera dei deputati

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