Una tutela reale per i figli?

I nostri figli sono le vere vittime delle nostre scelte, scelte suggerite e condivise con i nostri avvocati. L’utilizzo della Mediazione Familiare è lo strumento indispensabile da istituire fuori dagli ambiti legali per aiutare tutte quelle coppie con figli che vogliono separarsi e  interrompere il rapporto coniugale.

In Italia si è sentito parlare insistentemente di –bi-genitorialità, di affidamento condiviso, alternato o ad entrambi ai genitori quando già dal 1998 sul territorio nazionale molti di noi genitori separati abbiamo  iniziato a costituirci in gruppi di studio prima e in Associazioni dopo per meglio comprendere le anomalie e le deficienze che riguardavano l’ampio problema delle famiglie separate e soprattutto la mancanza di tutela per i nostri figli, con l’intento di volere migliorare o fare il punto sulla legge di divorzio.In concreto avevamo capito che noi madri cosiddette “affidatarie” ci siamo trovare sovraccaricate di un doppio ruolo di responsabilità mentre dall’altro lato, i padri, erano stati spogliati di ogni ruolo, responsabilità genitoriale rimanendo solo e quasi sempre un erogatore economico, e molto spesso allontanato dalla vita affettiva ed educativa dei propri figli. Ci siamo resi conto per primi noi madri che comune problema non era solo la separazione dall’ex partner, molto spesso fatta consensualmente per chiudere la lite ed il conflitto che immancabilmente tutte noi abbiamo vissuto, ma il vero problema era quello di avere capito che i nostri figli erano le vere vittime delle nostre stesse scelte, scelte suggerite e condivise con i nostri avvocati.Fu così che noi genitori d’Italia, dal nord al sud, da est ed ovest, costituendoci in coordinamento,  abbiamo messo insieme le nostre reciproche sofferenze per fare in modo che noi stessi potessimo apportare un reale cambiamento o per lo meno rendere visibile le lacune che si erano create nel sistema legale, giudiziario e sociale e che noi ed i nostri figli abbiamo vissuto.Credo di potere dire che il lavoro di sensibilizzazione e di pressione delle associazioni di genitori separati ha fatto sì che il tema della famiglia e dei figli che vivono la separazione sia diventato come dire il “boom” del momento. Pur non volendo addentrarmi nel lungo elenco delle proposte di legge presentate in parlamento, e gli  eterni rinvii della Camera e del Senato ad approvare definitivamente l’importantissimo disegno di legge che regolamentasse la separazione e in modo particolare si pronunciasse sull’affidamento dei figli ad entrambi i genitori, (PDL 66 prima, d.d.l 3537 poi e legge ora) non posso fare a meno di ricordare che l’anno 1999 fu la tappa più importante per noi, che chiamati in Commissione Giustizia ad esprimere il nostro parere sulla modifica dell’art.155 del codice civile e di quali proposte le ns. rappresentanze portavano per regolamentare e migliorare la legge per la tutela del bambino affinché mantenesse un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, creammo un vero scompiglio.Da una parte l’area della rappresentanza legale osteggiava il nostro lavoro, dall’altra la caparbietà di noi rappresentanti a voler porre fine al “business” che a nostro dire si  era creato con l’aumento vorticoso delle separazioni e quindi a nostro stesso scapito colpevolizzando gli avvocati di scarsa informazione e trasparenza nel loro lavoro e propositori di liti fra i coniugi, avvallanti degli accordi a maggior favore delle madri ancorché dei padri e quindi spettatori della privazione del ruolo genitoriale per i figli. Anche i Magistrati, i Tribunali ed i Servizi Sociali erano stati fortemente contestati per le lungaggini burocratiche e la scarsa competenza dei Tribunali con una specifica  richiesta di potere avere dei Tribunali adatti ad affrontare le tematiche familiari con personale competente e multidisciplinare.

In questo lavoro il nostro parere favorevole sull’utilizzo della Mediazione Familiare, quale strumento  importante ed indispensabile da far fare a tutte quelle coppie con figli che volendo separarsi e  interrompere il rapporto coniugale passasse obbligatoriamente a questo servizio neutrale, fuori dagli ambiti legali, per contenere il “conflitto” e fosse aiutata a pensare ad un nuovo modo di farsi carico delle proprie responsabilità per garantire insieme una equa distribuzione di  ruoli, compiti educativi, impegni economico in assoluta parità. In modo tale che fossero i genitori in primis a decidere quali fossero che cose importanti per il bene dei loro figli, per poi passare l’accordo sviluppato insieme dall’avvocato, che a quel punto sarebbe diventato solo lo strumento per ratificare una volontà espressa direttamente dalla ex-coppia ma impegnata in una genitorialità condivisa.  Tuttavia però, da operatrice a favore delle famiglie in crisi, da persona e madre separata non posso non fare una riflessione e condividerla con Voi.Con la legge 285 del 1997 cosiddetta legge-Turco “legge a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza” sono state impiegate delle risorse economiche ingenti per attivare servizi rivolti ai bambini e alle loro famiglie. Da un’indagine da noi svolta abbiamo rilevato che in tutte le regioni d’Italia, le Asl e  i Comuni hanno, utilizzando questi fondi, formato all’uso e alle tecniche della Mediazione Familiare,una folta schiera di loro operatori (dipendenti) affinché all’interno del sistema pubblico venisse creato un servizio a misura di famiglia, a salvaguardia dei diritti del minore volto a contrastare il fenomeno dell’abbandono e della de-responsabilizzazione del ruolo genitoriale. Pur lodando i tanti servizi creati con i fondi della legge, molto poco vediamo dal fronte della Mediazione Familiare.La nostra Associazione, nella consapevolezza che in un’ottica di prevenzione è necessario fare una campagna di sensibilizzazione sull’importanza del ruolo paterno nella vita dei figli di genitori separati, ha attivato vari centri di ascolto e di accoglienza mettendo a disposizione delle coppie con figli, prima, durante  e dopo la crisi coniugale una serie di servizi innovativi, multidisciplinari, quali appunto anche la Mediazione Familiare.La definizione “innovativi” è inteso come uno spazio di accoglienza unico, centro polifunzionale, per far si che la coppia, pensando di chiudere un rapporto coniugale, trovi operatori dell’area psicologica, legale, sociale per meglio affrontare questa delicata fase della propria vita.Aiutare la coppia a riorganizzarsi nel nuovo assetto familiare vuol dire aiutarli anche a fare i conti con la rabbia, con la ripicca, la voglia di prevaricarsi, ed è proprio con la rete multidisciplinare che si risponde ai bisogni che investono i sentimenti e la vita delle persone.

Il servizio di Mediazione Familiare, da noi voluto, come servizio innovativo, fuori dal contesto legale, ha aiutato molte coppie a riscoprirsi capacità genitoriali nuove, a trovare fiducia e cogliere anche i propri limiti.Credo di poter dire che se tutti noi lavorassimo per crescere e sviluppare una nuova cultura della separazione, ponendo entrambi i genitori in assoluta eguaglianza e capacità nella gestione, cura educazione e istruzione dei propri figli, restituendo ad entrambi la responsabilità ad assumere quegli impegni necessari per la continuità del proprio ruolo avremmo sicuramente tutelato i bambini.

L’impegno non può essere sollecitato ai soli genitori che vogliano separarsi ma deve essere di tutti, tutti quelli che si avvicinano alle problematiche (avvocati, educatori, psicologici, magistrati, cittadini, comunità tutta).

L’esperienza dei nostri Centri di Sostegno per separati/ divorziati ci porta ad affermare che lo strumento della Mediazione Familiare (da non confondere che la Mediazione Familiare vuole riconciliare la coppia)  quale spazio degli adulti (i genitori) che si siedono a ragionare cosa ne sarà del futuro dei propri figli, in quale modo il genitore non presente nella quotidianità potrà mantenere inalterato il proprio ruolo, un nuovo modo di pensare alla tutela e alla salvaguardia dei diritti di quelli che tutti definiamo il bene più prezioso della nostra vita (appunto i figli) un nuovo modo, con responsabilità e partecipazione, doveroso in quanto adulti capaci di chiedere aiuto e farsi aiutare e accompagnare per meglio capire in che modo, con quali modalità e con quali risorse è possibile riscoprirsi e rinsaldare nuova capacità di amore, cura e rapporto equilibrato con l’ex partner e i propri figli per mantenere saldi i legami importanti che i figli stessi reclamano, in un’ottica di nuova collaborazione e impegno, affinché domani i nostri figli non debbano sentire il peso delle scelte che noi grandi, e solo noi li abbiamo privati.

Un ultimo aspetto, che non possiamo dimenticare, è quello che la società non può non prendere atto che le famiglie che si separano sono diventate un costo sociale, e quindi la coppia che decide di separarsi non può non pensare che dovrà riorganizzare la propria vita non solo in funzione delle esigenze dei figli, ma quelle proprie.

Un costo per sé (nuova casa, nuove spese, costo legale, della mediazione familiare, dello psicologo etc…..) ma anche un costo per la società, (costi dei servizi sociali) e quindi io credo che se noi, tutti noi che decidiamo di porre fine ad un rapporto di coppia ci fermassimo a vedere la nostra vita futura,come vedere un film, non ricorreremmo subito a consegnare le nostre vite, la ricerca della risposta ai nostri problemi ad altri, ma giocare la partita con consapevolezza e responsabilità, credo che a questo punto potremmo meglio garantire ai nostri figli “genitori più responsabili” e capaci di riprogettarsi per sé stesso e per i propri figli.

 

Rosy Genduso
Fondatrice Associazione Mamme Separate onlus – Como
www.mammeseparate.it
mammeseparate@libero.it
Direttore: Centro per le Famiglie Coo.Sociale Stella – Como
rosygenduso@stellacooperativasociale.com

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