L’instabilità s’instaura nel primo stadio di sviluppo psicomotorio nel corso della evoluzione psicoaffettiva, quando l’atteggiamento dei genitori è contraddittorio, poco coerente, incapace di creare una reale dipendenza nei confronti del figlio
Il disturbo d’attenzione con ipercinesia presenta molti aspetti che possono essere collegati alla manifestazione dell’instabilità psicomotoria. L’instabilità o sindrome ipercinetica si rivela come un disturbo della funzione di aggiustamento motorio spontaneo, che si determina nel primo triennio di vita del soggetto, a causa di problemi relazionali ed educativi con l’ambiente familiare. Si manifesta poi più avanti, nel corso dello sviluppo psicomotorio del bambino, con una grossa difficoltà nell’orientamento della vigilanza mentale riguardante l’incapacità di attivare la funzione d’interiorizzazione. In pratica il soggetto instabile psicomotorio incontra grosse difficoltà nel rivolgere l’attenzione dentro se stesso e nel percepire il suo corpo. Questi problemi associati all’ipercinesia determinano la mancanza di autocontrollo e l’impossibilità di arrestare volontariamente la propria azione. Dal punto di vista neurologico si presume una disfunzione del fascio inibitore discendente cortico -reticolare.
Cause dell’instabilità
L’instabilità s’instaura nel primo stadio di sviluppo psicomotorio : “corpo vissuto”, nel corso della evoluzione psicoaffettiva, quando l’atteggiamento dei genitori è contraddittorio, poco coerente, incapace di creare una reale dipendenza nei confronti del figlio. In particolare, quando il bambino entra nello stadio oggettuale, nel momento in cui deve cominciare a riconoscere e rispettare i limiti della sua attività, si trova invece immerso in un ambiente senza limiti e senza divieti. Nel periodo “oggettuale”, il bambino deve anche poter cominciare a confrontarsi con la frustrazione, a condizione che la coppia genitoriale soddisfi pienamente tutti i suoi bisogni fisiologici e relazionali. Deve quindi poter accettare l’assenza momentanea della madre ed il principio di realtà con le norme socioculturali del suo ambiente. L’ambiente familiare deve insegnare al bambino a tollerare i limiti che gli s’impongono. Il primo limite con cui confrontare il bambino riguarda la sua attività motoria e corporea in generale: deve imparare a fermarsi e a non fare certe attività nel momento in cui ciò gli viene richiesto.. E’ necessario che i limiti posti alla attività del bambino siano chiari e stabili e valgano sempre. Alcuni limiti possono essere di carattere spaziale e temporale. I bambini che non hanno riferimenti precisi nell’ambito familiare, ma che vengono trattati diversamente dalla mamma,dal papà, e dalle altre figure familiari, a causa di questa incoerenza possono pian piano diventare instabili. Il bambino non ha l’aiuto del suo ambiente per far intervenire la sua funzione di controllo. Questi bambini sono molto vivaci sul piano motorio, ma sono incapaci di controllare la propria motricità e la propria verbalizzazione. Esiste quindi un disequilibrio tra funzioni di controllo e funzioni pulsionali. L’instabile non è un soggetto aggressivo, bensì agitato e impulsivo; il suo corpo gli pone dei problemi, con delle conseguenze determinanti per la sua attenzione . I problemi dell’instabile si ripercuotono sulle sue relazioni sociali e sulle possibilità di successo scolastico e possono sfociare nel comportamento caratteriale.
La diagnosi di instabilità psicomotoria attraverso l’osservazione critica dell’evoluzione funzionale nell’esame psicomotorio
La valutazione dell’instabilità psicomotoria può avvenire, attraverso il bilancio dello sviluppo psicomotorio con un’analisi approfondita delle caratteristiche dell’aggiustamento motorio spontaneo e all’evoluzione della funzione d’interiorizzazione del corpo proprio. All’instabilità , inoltre, il più delle volte si somma un certo ritardo cognitivo nella realizzazione degli apprendimenti scolastici , oppure un ritardo funzionale tipo : dislessia, disortografia, disgrafia. E’ sempre associato all’instabilità un basso livello di attenzione e di concentrazione.
La manifestazione dei sintomi psichici di questo disturbo, si presenta,oltre che con la scarsa attenzione, anche con un’incapacità reale di controllo della motricità. L’anarchia motoria si determina in base ad un elevato innalzamento del livello tonico della muscolatura di tutto il corpo, che, va a corrispondere ad un abbassamento, a livello mentale, dello stato di vigilanza. Il soggetto definito ipercinetico, non riece più a frenare la propria motricità,che diventa incontrollata, ed insieme a questo aspetto compare l’impossibilità di mantenere l’attenzione su ciò che sta facendo. Questo comporta un rapido susseguirsi di cambiamenti d’attività,senza peraltro, poterne terminare nessuna. L’instabile psicomotorio è un soggetto che non riesce ad inibire volontariamente la sua funzione di aggiustamento spontaneo per cui è in balia della sua risposta motoria e questo “iper accomodamento” gli impedisce di esercitare le funzioni cognitive percettive. La funzione psicomotoria primariamente coinvolta in questo tipo di disturbo è di conseguenza quella di aggiustamento controllato che diventa l’elemento fondamentale d’indagine e di valutazione dell’instabilità nel bambino piccolo a cui , nel bambino scolarizzato, si deve unire quella di osservazione della funzione di interiorizzazione, che risulta gravemente compromessa. Infatti la percezione del corpo proprio e dei dati esterni, sono nell’instabile altrettanto carenti per i brevi tempi di veglia e per la forte ansia che queste attività gli suscitano.
L’intervento terapeutico con il soggetto instabile: la terapia psicomotoria funzionale
Per tali motivi, appare evidente che le difficoltà sociali e d’apprendimento del bambino instabile sono solo la conseguenza di un disturbo più profondo dell’ Io Corporeo. Tale disturbo s’instaura molto presto, ed a volte permane per molti anni, aggravandosi, senza venir riconosciuto. A questi problemi si sommano sempre quelli relativi alle difficoltà nel realizzare gli apprendimenti scolastici ed insieme determinano un ritardo nell’evoluzione cognitiva del soggetto che si aggiunge al ritardo nell’evoluzione psicomotoria. Riconoscere precocemente la sintomatologia dell’instabilità, consente di avviare il soggetto verso un intervento terapeutico necessario per ridurre l’ansia e l’agitazione che ne consegue. La terapia psicomotoria funzionale si presenta oggi quale ottimo elemento terapeutico, in quanto consente di trattare le cause di questo disturbo .
Elena Ester Simonetta
Psicologa, psicoterapeuta, specializzata in Psicologia Scolastica e in Psicologia della riabilitazione psichiatrica
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