La conquista del reale

Lo sviluppo cognitivo quello motorio, l’affettivo ed il sociale sono le fasi della crescita attraverso cui il bambino si inserisce in un contesto esistenziale dando attuazione alle sue potenzialità. L’ambiente sportivo può contribuire a questo percorso dando una risposta ai bisogni legati al gioco, al movimento e all’agonismo e fornendo gli strumenti utili a superare l’incomunicabilità

Lo sviluppo cognitivo

E’ l’insieme delle fasi di sviluppo in relazione al problema della conquista del reale. Piaget vede la maturazione come un processo di interazione costante tra attività psichiche, sviluppo neurologico e ambiente.

La teoria di Piaget inquadra lo sviluppo cognitivo in:
– sviluppo dell’intelligenza senso-motoria (1-18 mesi), intesa come capacità di risolvere un insieme di problemi mediante strutture spazio-temporali ancora prima dell’avvento del pensiero (egli prende gli oggetti che lo interessano con l’aiuto di un bastone)
– processo della funzione simbolica (18-24 mesi) vista come capacità di rappresentare qualcosa per mezzo di un significante; imitazione, gioco simbolico, disegno, evocazione verbale (gioca facendo finta che gli oggetti siano diversi da ciò che sono in realtà)
– acquisizione del pensiero operatorio irreversibile (2-7 anni): il bambino diviene capace di ricostruire mentalmente determinate cause in presenza dei loro soli effetti e sa anticipare mentalmente gli effetti di oggetti presenti da lui conosciuti (l’adulto muove la carrozzina e il bambino guarda verso le ruote)
– acquisizione del pensiero operatorio reversibile (7-11 anni): il bambino trova la soluzione a livello puramente mentale con un atto di invenzione, egli modifica dentro di sé le cose che guarda senza l’aiuto dell’osservazione diretta nel suo campo visivo.
– il pensiero operatorio reversibile permette la coesistenza, a livello mentale, di due situazioni che nella realtà si escludono a vicenda (un bambino di oltre 7 anni sa mettere in ordine delle aste dalla più corta alla più lunga, cioè riescono a tenere a mente due diverse qualità dell’asta, che è più corta di quelle che la seguono e più lunga di quelle che la precedono)
– acquisizione del pensiero ipotetico-deduttivo (dopo gli 11 anni): questo tipo di pensiero consiste nella capacità di condurre ragionamenti logicamente corretti senza la necessità di partire da un dato di esperienza e di verificare la conclusione del ragionamento attraverso un dato di esperienza (il ragazzo sa impostare correttamente un esperimento scientifico)

Lo sviluppo motorio

Vayer sottolinea la relazione esistente tra evoluzione dello schema corporeo e conoscenza: ” il corpo come esperienza interna di qualsiasi conoscenza”.
L’elaborazione dello schema corporeo avviene in tre fasi:
– 0-3 anni: acquisizione della prensione, uso degli arti, equilibrio, posizioni elementari, esplorazione dello spazio ecc.
– 2-5 anni: coordinazione, uso differenziato del corpo, coordinazione oculo-manuale, dinamica senso-motoria, controllo posturale, organizzazione percettiva e del linguaggio
– 5-11 anni: passaggio dall’azione del corpo alla rappresentazione (coscienza)

Lo sviluppo affettivo

Secondo studi di orientamento sperimentale e cognitivo lo sviluppo affettivo segue alcune tappe obbligate.
– attrazione primaria verso l’oggetto sociale (ruolo determinante della percezione)
– familiari ed estranei (ruolo attivo del lattante, riconoscimento della madre a 2 mesi)
– la formazione del legame specifico, l’attaccamento, la paura degli estranei, paura della separazione, attaccamento al padre nel primo anno)
– separazione ed esplorazione (separazione dalla madre per esplorare)
– interazione tra coetanei (dalle interazioni speculari a quelle reciproche a 3 anni)
– sviluppo delle nozioni morali: nozione di bugia, responsabilità e colpa (il bambino fino ai 7 anni dà più importanza ai risultati delle proprie o altrui azioni che non alle intenzioni)
Kohlberg distingue tre livelli di sviluppo morale:
1- Livello preconvenzionale, dai 4 agli 11 anni: il bambino è sensibile ai giudizi di buono e cattivo, ma interpreta queste valutazioni in termini di conseguenze materiali (punizioni, ricompense, scambio di favori) o nei termini della forza fisica di chi enuncia le regole.
2- Livello conformista: il bambino cerca di soddisfare le aspettative e di adeguarsi alle regole della propria famiglia
3- Livello del superamento delle convenzioni: c’è un costante riferimento a principi morali autonomi validi ed applicabili indipendentemente dalla realtà sociale del ragazzo.

Lo sviluppo sociale
Lo sviluppo infantile
non si inquadra solo dal punto di vista biologico, motorio o cognitivo, ma deve essere colto nella realtà sociale del mondo del bambino.
La socializzazione è il processo attraverso cui il bambino viene integrato nella cultura del proprio gruppo, senza la quale l’uomo non potrebbe esistere con sanità mentale.
La socializzazione comprende l’educazione, l’istruzione e l’integrità sociale, come processo spontaneo di adesione e di affiliazione ai gruppi ed alle comunità.
Il Club sportivo rappresenta una palestra di vita in cui il bambino assimila e costruisce la propria immagine adeguandola alle aspettative del gruppo.

Proposte per una socializzazione ottimale secondo Lovell:
egli ritiene utile per lo sviluppo dei bambini:
– offrire a tutti i le stesse opportunità di sviluppo
– dare il massimo di amore e di sicurezza
– permettere ai bambini di avere relazioni sociali con molte persone
– dare ai bambini la possibilità di maturare le esperienze, anche frustranti, per favorire l’integrazione della personalità
– offrire ai bambini il loro posto in famiglia, sensibilizzandoli ai valori etici e morali
– evitare le iperprotezioni
– esaltare il valore comunitario della collaborazione

INFLUENZA DELL’ATTIVITA’ SPORTIVA SULLO SVILUPPO PSICOLOGICO DEL BAMBINO

Gli effetti dello sport infantile non si manifestano unicamente nel miglioramento della maturazione fisica del bambino, ma anche sulla sua evoluzione psicologica.
La pratica sportiva offre al bambino:
– una risposta ai suoi bisogni legati al gioco, al movimento e all’agonismo, bisogni che sono anche alla base dello sviluppo intellettivo
– una possibilità di prevenire l’insorgenza di quadri caratterologici disturbati e di compensare alcune lacune formative
– un superamento dell’incomunicabilità, della difficoltà nei rapporti interpersonali
– la possibilità di maturare valori comunitari e cooperativi in un quadro di leale ed amichevole agonismo
– la possibilità di esprimere creatività, espressività, ricerca, la manipolazione completa dello spazio
– educazione ad una comunicazione multisensoriale (di tipo visivo, figurativo, verbale, mimico-gestuale, interattivo)

Effetti sulla personalità

Gli effetti positivi della pratica sportiva sul bambino si riferiscono ai seguenti dinamismi della personalità:
– formazione ed integrazione dell’Io attraverso un approfondimento dell’autoconsapevolezza
– sviluppo dell’identità, in quanto il bambino si trova ad essere coinvolto in rapporti interpersonali in cui gli viene riconosciuto un ruolo, delle tendenze, degli scopi
– conquista della stabilità, in quanto il bambino è chiamato a disporre autonomamente e responsabilmente di sé, a cambiare, imparare ed adattarsi alle esigenze senza alienarsi
– integrazione sociale; il vivere una relazione sociale di gruppo aumenta nel bambino il livello di sicurezza e la capacitò di affrontare da solo l’incertezza
Ricordiamoci che il non poter cooperare con gli altri conduce ad un difettoso riconoscimento di se stessi.

 

Marina Gerin Birsa, Psicologa dello sport, Psicologa ad indirizzo clinico 
Vicolo Cividale nr. 6, Aquileia (UD), Tel. 0431 919176, Cell. 347 9347685
Siti web http://cerpsfriulivg.supereva.it e www.psymedisport.com .

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