Giustizia minorile

    Devo ammettere che l’attenzione per il mondo giovanile è stata la mia prima esperienza di impegno concreto nel sociale e, come succede sempre in questi casi, sento una particolare emozione a ripercorrere pensieri e riflessioni maturati in altri tempi ma ancora così attuali.

    Oggi mi occupo anche di cultura, pari opportunità e politiche del lavoro nella Provincia di Udine, presiedo l’omonima commissione che vanta il primato di convocazioni fra tutte le commissioni istituite presso questo ente locale: e cito questo dato, secondo me non trascurabile, per significare la mia personale attenzione ma anche la solida collaborazione delle persone che vi fanno parte, tutte animate da sincero interesse per i problemi che andiamo via via definendo e arginando.

    Seguendo la crescita dei miei figli sono entrata in contatto con le strutture scolastiche, sportive e culturali che si occupano della gioventù nel quartiere di Laipacco, San Gottardo e Peep-Est di Udine. Zona difficile, fortemente urbanizzata di edilizia popolare, ma non solo, additata dalla stampa e dall’opinione pubblica per episodi di devianza, delinquenza, malavita in genere: dunque una spina nel fianco dei politici locali ed in particolare del Comune.

    Non mi soffermo sulle cause sulle responsabilità di certe scelte, ma cercherò di trarre alcune considerazioni che possono facilmente avvicinarsi al tema della giustizia o ingiustizia minorile, certo da una prospettiva politica non giudiziaria, quindi in un’ottica di previsione e programmazione astratta delle possibili soluzioni, che prevengano i disagi piuttosto che provvedere soltanto alla loro riparazione, sebbene confidi nella platoniana visione della giustizia che redime.

    Della popolazione del citato quartiere mi sono occupata per due mandati in qualità di presidente della circoscrizione, e così ho potuto conoscere tutte le sfaccettature della condizione di vita, ahimè sempre troppo simile e tristemente comune: ossia la mancanza di spazi e di tempi di attenzione e ascolto verso i giovani,quindi poche oppurtunità di manifestare il proprio disagio dando alle istituzioni l’input per progettare percorsi adatti alle diverse esigenze.

    D’altronde le cattive compagnie si incontrano proprio nei momenti di vuoto affettivo, globalmente inteso, e trovano fertile campo nella depressione che insidia i nostri ragazzi, trascurati dalle familie, respinti dalle scuole, usati dagli sponsor per brevi occasioni normalmente sportive, ignorati nelle legittime istanze di cittadini. È poi strisciante il senso di solitudine complessiva che deriva da scarse occasioni di socializzazione positiva: se si esclude la scuola o pochi altri interessi la loro vita si svolge per tante ore in un rapporto diretto con il computer o la playstation.

    Anche la discoteca è un mito effimero dove i decibel non consentono altro che uno sfrenato desiderio di sballo e sappiamo dove porta.

    Certo alcuni hanno definito queste come sfide di ogni ragazzo e, per così dire di ogni tempo, ma io non sono d’accordo: ritengo che siano davvero troppe e troppo pericolose se poi aggiungiamo la superficialità dei miti adolescenziali fatti di ingaggi sportivi e di veline… beh è davvero difficile proporre valori senza essere tacciati di vetero-educazione.

    La politica per i giovani, mi piace chiamarli così e non minori: minori rispetto a chi?, ha spesso sottovalutato gli stili di vita offrendo pochi servizi e spesso non interessanti, nel senso di “accattivante per i destinatari”, oppure frammentari, ossia senza collegamento, senza futuro e sena costanza nel tempo, cioè non utili e credibili.

    Mi pare che sia invece importante raccogliere alcune efficaci esperienze e perfezionarle. Fra queste una vera forza che emerge e che si consolida nel tempo è l’opera dei volontari, costituiti in associazioni culturali e di animazione sportiva, che al di là di risultati economici o di prestazione da primato, raccolgono tanti giovani ascoltandoli ed incoraggiandoli a percorrere la retta via della vita, sostenendoli nei momenti di vuoto o di ansia, progettando azioni di supporto laddove le familie non possono proporsi.

    Questa è la vera forza che ha dato corpo ed efficacia a tanti interventi pubblici che ho seguito personalmente: lavorando insieme ho incontrato persone veramente attente ai bisogni degli adolescenti il cui destino sembrava scritto senza appello.

Certo non tutto è stato fatto ne tutto è riuscito.

Abbiamo perso alcune battaglie ma non la forza di combattere ancora tante guerre, con lo spirito di vera solidarietà, abbattendo le barriere burocratiche, per lavorare al meglio, usando tutte le risorse disponibili.

Io credo che la vera giustizia, quella delle opportunità di tutti, debba essere realizzata ben prima di entrare nelle aule dei tribunali, dove il patologico prende forma.

    E pur avendo profondo rispetto per le istituzioni della magistratura ordinario e minorile, e di tutti i servizi ad essa collegati, trovo che nella profondità della coscienza sociale sia ingiusto far pagare ai giovani la cattiveria degli adulti che abusano della debolezza, ingenuità, credulità di tanti bambini, facendoli crescere troppo in fretta con devianze e senza il senso dell’ordine, del rispetto per sè stessi e per gli altri.

    Lo scandalo sta proprio nel dover usare mezzi coercitivi per educare alla convivenza ed ai valori, per togliere dallo sfruttamento i nostri giovani asserviti a traffici e comportamenti fuorilegge.

    Questa è l’emergenza che chiama in causa la politica con tutte le agenzie educative: per prevenire i disagi ponendo le condizioni per una crescita sana e civile delle nuove generazioni, rendendo la globalizzazione un orizzonte di crescita umana e non una frontiera di corruzione.

    Spero che questa visione sia condivisa, per dare il massimo e arginare le cause, prima che sfocino nella delinquenza.

    So che in questo senso si muovono tante forze istituzionali e mi auguro che questi momenti di confronto siano costruttivi di nuovi progetti e nuove collaborazioni, in vista della crescita e della maturazione dei nostri giovani, per un futuro migliore per tutti.

Grazie

Maddalena Provini
Consigliere provinciale di Udine
Presidente commissione consiliare cultura,politiche sociali, politiche del lavoro e pari opportunità

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