Lo Stato contro la pedofilia

Nella sua moderna declinazione, la pedopornografia on-line rappresenta un fenomeno in grande espansione che, proprio per la volatilitć della rete, š molto difficile da perseguire. Il provvedimento studiato dal Governo punta proprio ad introdurre nuove e importanti novitć negli strumenti di contrasto alla pedofilia ed alla pedopornografia on-line e inasprisce le pene per chi si macchia di tali orribili reati

Il Disegno di legge del Governo per la lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia infantile, da poco approvato in Commissione Giustizia alla Camera, rappresenta un’importante innovazione della normativa vigente su questo fenomeno. La commissione ha lavorato duramente e con spirito bipartisan per elaborare un provvedimento di straordinaria valenza sociale, con cui si vogliono rafforzare le misure dello Stato contro la pedofilia. La legge introduce una serie di essenziali novità che porranno l’Italia in una posizione di avanguardia nella lotta agli abusi sui minori.

Le maggiori innovazioni previste sono la possibilità di procedere d’ufficio per i reati di violenza sessuale se la vittima è minorenne, l’esclusione del patteggiamento per i reati di sfruttamento sessuale, l’interdizione perpetua dell’attività nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle strutture prevalentemente frequentate da minorenni per le persone condannate. E, ancora, l’istituzione presso il ministero dell’interno del “centro nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete internet”, l’inasprimento della lotta al turismo sessuale prevedendo la punibilità da parte della giustizia italiana non solo degli organizzatori, ma anche dei partecipanti consapevoli ai viaggi, l’ampliamento della nozione di “pedopornografia infantile” e l’incriminazione per la realizzazione, commercio e detenzione di materiale pornografico anche nel caso in cui le persone rappresentate non siano minori ma sembrino tali.

A spiegarci le maggiori novità introdotte dalla legge è il Ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo.

Stefania Prestigiacomo, imprenditrice nata a Siracusa il 16 dicembre 1966, a 23 anni era già presidente dei giovani imprenditori della sua città e a 27 è stata eletta alla Camera ricoprendo la carica di vicecapogruppo di Forza Italia; oggi è uno dei più giovani ministri della storia repubblicana. Molto impegnata nelle politiche del lavoro, ha sempre partecipato alle iniziative dell’“asse trasversale” delle deputate che, con l’accordo delle parlamentari del centrodestra e centrosinistra, ha determinato l’approvazione di leggi importanti come quelle contro la pedofilia e la violenza sessuale (fece clamore la protesta delle deputate in jeans davanti a Montecitorio per l’annullamento, da parte della Cassazione, di una condanna per stupro). E’ prima firmataria di molte leggi che riguardano tematiche sociali, come le norme di sostegno per i portatori di handicap, l’obbligo del segreto professionale per gli assistenti sociali, le norme contro le molestie sessuali sui luoghi di lavoro, la modifica dell’articolo del codice penale per il reato di corruzione di minorenne.

Ministro Prestigiacomo, quali sono state le novità essenziali introdotte dal disegno di legge studiato dal Governo in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini ?

Anche se la legislazione italiana su questa materia era abbastanza recente, il nostro Governo ha ritenuto necessario studiare un nuovo disegno di legge che contenesse nuove ed incisive misure contro lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia. Questo perchè, con lo svulippo e la diffusione delle nuove tecnologie, in particolar modo della rete di Internet, sono nate purtroppo anche nuove forme di sfruttamento sessuale minorile che necessitavano di una nuova regolamentazione. Nella sua moderna declinazione, la pedopornografia on-line rappresenta un fenomeno in grande espansione che, proprio per la volatilità della rete, è molto difficile da perseguire. Il provvedimento studiato dal Governo punta proprio ad introdurre nuove ed importanti novità negli strumenti di contrasto alla pedofilia ed alla pedopornografia on-line e inasprisce le pene per chi si macchia di tali orribili reati. Il testo, che è stato arricchito dal contributo parlamentare, è stato approvato alcuni giorni fa dalla Commissione Giustizia della Camera. Questa legge, oltre a colpire la diffusione di materiale pedopornografico, punta soprattutto sul blocco dei flussi finanziari che ruotano attorno a questi siti mediante la revoca delle convenzioni con le carte di credito, che è il mezzo più usato per i pagamenti su internet. L’obiettivo è quello di contrastare chi lucra su tali perversioni, frapponendo quanti più ostacoli possibili alla veicolazione di materiale pedofilo.

Il provvedimento sancisce il divieto assoluto di rapporto con minorenni in cambio di denaro e prevede l’esclusione del patteggiamento per i reati di sfruttamento sessuale, evitando così che gli autori dei reati sui minori possano avvalersi dei meccanismi premiali di riduzione della pena. Per le persone condannate per questo tipo di crimini sono previste pene ancora più dure ed è inoltre comminata l’interdizione perpetua dall’attività nelle scuole di ogni ordine e grado e negli uffici o servizi in istituzioni o strutture prevalentemente frequentate da minori.

Questa legge prevede poi un inasprimento della lotta al turismo sessuale, prevedendo che la giustizia italiana possa punire non solo gli organizzatori ma anche i partecipanti consapevoli ai viaggi. Ampliando la nozione di “pornografia infantile” si incrimina la realizzazione, il commercio e la detenzione di materiale pornografico anche nel caso in cui le persone rappresentante non siano minori, ma sembrino minori. Infine ad essere duramente colpita è anche la diffusione di materiale pedopornografico frutto di collage fotografici che ricostruiscono “immagini virtuali” di minori.

L’attribuzione alla polizia giudiziaria di nuovi mezzi di contrasto nella lotta a questo tipo di criminalità (come, ad esempio, l’apertura di siti INTERNET di “copertura” o l’infiltrazione di agenti nei viaggi organizzati per il turismo sessuale) ha portato, in questi anni, a risultati significativi nella lotta alla pedopornografia?

Per combattere il fenomeno della pedofilia è fondamentale il lavoro svolto dalle forze dell’ordine. Di risultati positivi, grazie a loro, ne abbiamo avuti moltissimi e le cronache dei numerosi casi risolti ne sono la testimonianza. Purtroppo la pedofilia resta un fenomeno diffuso e difficile da debellare che ha mostrato preoccupanti capacità di adattamento, come nel caso del materiale pedopornografico diffuso sfruttando l’anonimato garantito dalla rete. Queste nuove declinazioni del fenomeno hanno reso necessario fornire agli inquirenti ulteriori mezzi e strumenti per individuare i pedofili e le organizzazioni che gestiscono il mercato della pedopornografia. L’ottima attività d’indagine attuata dalle forze dell’ordine in Italia, ha consentito di individuare anche numerosi collegamenti internazionali ed i meccanismi attuati per realizzare questa illecita attività da una sponda all’altra dell’Atlantico. Operazioni di questo tipo dimostrano sia la grande professionalità delle nostre forze dell’ordine sia l’impegno che le istituzioni stanno mettendo in campo contro questo genere di reati, che per le loro caratteristiche di transnazionalità richiedono sofisticate e moderne tecniche e tecnologie di indagine ed incisivi collegamenti internazionali.

Tra le maggiori novità, l’istituzione presso il ministero dell’interno del “Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete internet”. Come funziona tale centro?

La legge del Governo per la lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia infantile anche a mezzo internet prevede, tra l’altro, l’istituzione presso il Ministero dell’interno del “Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete Internet”. Internet, ne siamo tutti consapevoli, purtroppo  è diventato un “luogo d’elezione” un sorta di terra di nessuno senza vincoli né regole per i pedofili che possono scambiarsi, in sicurezza e quasi totale anonimato, materiale fotografico o addirittura riescono ad adescare in rete le proprie giovani vittime. Si tratta di un aspetto nuovo del problema e per combatterlo con adeguati strumenti abbiamo pensato che fosse necessario creare questo  Centro nazionale di contrasto della pedofilia a cui è stato affidato il compito di raccogliere tutti i dati, le informazioni e le segnalazioni provenienti dall’Italia o dall’estero, da soggetti pubblici e privati, su siti che diffondo materiale pedopornografico. Tutte queste misure sono state messe in atto per colpire, anche attraverso la collaborazione con il sistema bancario, l’Ufficio Italiano Cambi, l’Ente Poste e la Banca d’Italia, i gestori dei server e procedere all’oscuramento dei siti pedopornografici in rete.

L’Italia può dirsi in posizione di avanguardia nella lotta agli abusi sui minori o c’è ancora della strada da percorrere per portare l’Italia alla pari con le normative penali degli altri Stati dell’UE?

L’Italia, negli ultimi anni, ha avviato un incisivo processo di adeguamento normativo proprio per dotare il nostro paese di strumenti di contrasto più moderni ed efficaci contro forme di abuso e sfruttamento sui minori che, purtroppo, sono cresciute esponenzialmente. Sul piano strettamente normativo possiamo affermare che il nostro è sicuramente avanti rispetto a molti altri Paesi Europei, abbiamo infatti ratificato con sollecitudine tutte le convenzioni ed i protocolli internazionali in materia, ponendoci in prima linea nella lotta contro questo turpe fenomeno.

Nel luglio del 2003 il Parlamento italiano ha approvato una legge che riscrive le norme del codice penale sulla riduzione in schiavitù e servitù e sul traffico degli esseri umani e prevede una serie di misure di carattere sociale in materia di tutela delle vittime della tratta. Questa legge rilegge il fenomeno alla luce dei nuovi e massicci flussi migratori che hanno investito il nostro Paese portando, purtroppo, anche una moderna forma di schiavitù gestita da organizzazioni internazionali efficienti e crudeli, che usano le persone come “cose” e non esitano ad uccidere chi si ribella al racket. La norma prevede una serie di aggravanti specifiche, con aumenti delle pene già pesantissime, fino a venti anni di reclusione se i reati sono commessi a danno di minori o diretti allo sfruttamento della prostituzione o al prelievo d’organi. Analogo rilievo è stato dato agli interventi sociali per il recupero ed il reinserimento delle vittime. L’applicazione di questa legge sta dando riscontri molto positivi. In sintonia quindi con i più avanzati documenti internazionali, in primo luogo il protocollo della conferenza Onu di Palermo 2000, l’Italia si è dotata di strumenti repressivi moderni ed efficaci.

La lotta alla pedofilia e ad ogni forma di violenza ed abuso sui minori è sempre stata uno degli impegni prioritari di questo Governo. Un impegno che, per essere mantenuto, necessita di un’attività complessiva e coordinata di tutte le Istituzioni e del cosiddetto privato sociale, enti ed associazioni che si occupano a vario titolo di pedofilia. In tale ottica e progettualità è nato il comitato Ciclope (Comitato Interministeriale Coordinamento Lotta alla Pedofilia), che riunisce dodici ministeri ed è coordinato dal Ministero per le Pari Opportunità. Nel 2002 questo organismo ha elaborato il Primo Piano Nazionale di prevenzione e contrasto della pedofilia che ha, tra gli altri, l’obiettivo di raccordare dati e informazioni a livello nazionale e locale sulle attività svolte, per la conoscenza e la prevenzione di questo fenomeno. Frutto del primo Piano Nazionale sono anche le nuove norme di contrasto alla pedopornografia on-line racchiuse nella legge del Governo sulla pedofilia. Un altro tassello importante nel contrasto agli abusi sui minori, nato anch’esso dal lavoro del Ciclope, è costituito dall’attivazione del numero di pronto soccorso minori gratuito “114” che dopo l’esperienza nelle prime 5 città campione è stato esteso alla Lombardia, al Veneto, alla Sicilia ed è in via di attivazione su tutto il territorio nazionale.

Si tratta insomma, da parte delle Istituzioni, di un ventaglio di interventi diretti ad aggredire il fenomeno dello sfruttamento e del traffico dei minori nella maniera più completa e moderna possibile.

Martina Seleni
giornalista pubblicista

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