Il controllo di devianze e problematiche sociali

Da una parte l’uso delle nuove droghe sintetiche -extasy- e’ effettivamente aumentato negli ultimi dieci anni anche se non ha raggiunto le previsioni catastrofiche previste qualche anno fa.Purtroppo pero’ l’uso delle cosidette droghe tradizionali -eroina e cocaiana- che avrebbe dovuto cedere il passo a queste nuove, non ha dimostrato crisi di mercato

Vorrei iniziare con una considerazione sul comportamento giovanile prima di delineare quelle che sono in breve le competenze del Prefetto e delle Prefetture – oggi Uffici Territoriali del Governo. Non è certo una novità la propensione delle giovani generazioni ad esporsi a comportamenti a rischio con maggior facilità rispetto agli adulti, così come la letteratura ha ben documentato. Purtroppo negli ultimi anni le indagini sociali rilevano una progressiva diffusione di una cultura del rischio tra gli adolescenti.

L’attrazione nei confronti del rischio è certamente facilitata dai rapidi cambiamenti nella società odierna che offre ai giovani sempre più ampie possibilità di scelta, anche in termini di comportamenti a rischio – si pensi soltanto al mondo delle droghe sintetiche -.

Detto ciò vediamo cosa può fare il Prefetto per aiutare i giovani.

Il Prefetto – rappresentante del Governo nella Provincia –  svolge un duplice ruolo nel campo delle problematiche sociali legate ai comportamenti giovanili, un ruolo che è sia di controllo che di prevenzione (primaria e secondaria).

Infatti in quanto responsabile del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica si è occupato e si occupa tuttora del problema della circolazione stradale in determinate occasioni – vedi gli interventi per prevenire il problema delle c.d. stragi del sabato sera – oppure nel controllo e nella vigilanza agli stadi per evitare gli scontri fra le opposte tifoserie.

Un discorso un pò più articolato va fatto per quanto riguarda il mondo della droga che vede la Prefettura coinvolta direttamente con il testo Unico n. 309 del 1990.

Il fenomeno delle sostanze stupefacenti è un fenomeno in continua evoluzione per quanto riguarda il consumo da parte dei giovani.

Da una parte l’uso delle nuove droghe sintetiche – extasy – è effettivamente aumentato negli ultimi dieci anni anche se non ha raggiunto le previsione catastrofiche previste qualche anno fa. Purtroppo però l’uso delle cosiddette droghe tradizionali – eroina e cocaina – che avrebbe dovuto cedere il passo a queste nuove, non ha dimostrato crisi di mercato.

Discorso a parte per le droghe considerate “leggere” le quali sono ormai entrate a far parte del mondo giovanile in quanto vi è la netta consapevolezza che queste sostanze non facciano male. A dire il vero anche gli esperti sono divisi sulle conseguenze di queste sostanze. Andrebbero però  valutati anche altri fattori nell’analisi. Se le sostanze derivate dalla cannabis vengono definite un “amplificatore dell’umore di fondo” (nel senso che se sei contento divieni euforico e, al contrario, se sei triste divieni depresso) va aggiunto che quasi mai il giovane assume da sola questa sostanza, preferendone un consumo associato all’alcool il quale potenzia a dismisura gli effetti.

Perciò, facciano o no male, va verificato e dissuaso l’uso associato le cui conseguenze sono spesso pericolose. Per esempio in caso di guida.

Altro fattore da tener presente è la modalità di consumo. Pochi sono ormai coloro che usano con continuità queste sostanze.

In realtà è molto diffuso un consumo occasionale che crea nel giovane l’idea di non essere un dipendente anche se lo è quando si trova in determinati luoghi (vedi la discoteca, dove un giovane usa la sostanza ma ne può far a meno fino a quando vi ritorna. Anche in questo caso vi è comunque dipendenza e pure pericolosa).

Anche il consumo delle sostanze alcoliche e delle sostanze stupefacenti rientra nelle competenze del Prefetto sia attraverso i controlli stradali svolti dalle forze dell’ordine, sia, in base alla normativa sugli stupefacenti, attraverso lo strumento del colloquio che viene effettuato alla sua presenza o a quella dei suoi delegati con l’ausilio di personale tecnico.

Vengono infatti convocati al predetto colloquio tutti i ragazzi trovati dalle FF.OO. in possesso di sostanze stupefacenti per il solo uso personale.

Durante il colloquio vengono accertate le cause del consumo e si cerca di convincere la persona a smettere rivolgendosi, se necessario, ad un Ser.T per iniziare un programma terapeutico. In caso contrario alla persona vengono disabilitati, sempre in base all normativa, i documenti da uno a quattro mesi.

Nel caso dei minori il colloquio viene effettuato alla presenza di uno o entrambi i genitori e questa diviene un’occasione importante per fare il punto della situazione sull’uso che il proprio figlio fa di una sostanza. Non ci si stancherà mai di sottolineare il ruolo fondamentale della famiglia anche in questo caso; infatti spesso l’uso anche se saltuario della sostanza può essere bloccato in tempo con l’aiuto dei genitori in concorso con gli operatori sociali. Senza i genitori non è possibile un adeguato programma di aiuto al minore.

A questo proposito voglio ricordare un progetto di prevenzione che questa Prefettura, assieme alle forze dell’ordine e all’azienda sanitaria fu realizzato negli anni scolastici 1997 – 99 presso le scuole superiori della provincia.

In tale progetto venivano spiegati ai ragazzi le conseguenze di tali sostanze ma non tanto per proibirne l’uso ma al fine che loro stessi, come adolescenti fossero in grado di aiutare i loro coetanei. Infatti la letteratura in merito conferma che i giovani con problemi si rivolgono più facilmente al mondo amicale che agli adulti, genitori compresi.

Un altro argomento “scottante” affrontato da questo ufficio tempo fa,  fu l’istituzione di un  gruppo tecnico di lavoro sulla pedofilia composto da operatori socio sanitari nominati dal Comitato Provinciale della Pubblica Amministrazione che nel 2002 ha portato a termine la stesura di una bozza di un protocollo operativo sulle modalità di segnalazione e di presa in carico dei casi di maltrattamento ed abuso su minori in ambito provinciale che deve ancora trovare un suo sviluppo in quanto legato a fattori estremamente delicati di difficile rilevazione e raramente denunciati.

Dott.ssa Anna Maria Sorge Lodovici
Prefetto di Trieste

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