La mia nemica amatissima: l’Eutanasia

di Dorotea Marisol Calligaro

Sono una Donna con disabilità dalla nascita affetta da tetraparesi spastica perinatale. Questo
significa che conosco la disabilità da sempre ed è una “persona” con la quale devi imparare a convivere perché ti limita, non ti rende autonoma negli atti quotidiani della Vita. Si ti rende la vita difficile perché gli altri ti discriminano togliendoti Diritti che ti spettano di Diritto.
Ho deciso di racchiudere in queste poche righe il mio forte desiderio di vivere e non condivido,anzi condanno tutti quei Disabili e non Persone con Disabilità che vogliono morire perché sono dei vigliacchi, pensano solo a se stessi.
La Persona con Disabilità che Ama la Vita deve imparare ad amare se stessa e per poterlo fare deve aver la Voglia di conoscersi senza nascondersi, senza ipocrisia cercando quel dialogo con la propria famiglia e cercare quel confronto vero con tutti gli addetti ai lavori che ti possono dare delle risposte reali per imparare a conoscere i tuoi limiti per poterli trasformare in forza vitale.
La Donna che c’è in me non ha mai pensato alla morte anche quando si è dovuta confrontare con la dura realtà della vita come la malattia neoplastica del proprio padre con una diagnosi impietosa che io ho vissuto in prima persona perché è stata una battaglia che abbiamo combattuto insieme fino all’ultimo istante con la consapevolezza di chi sa ma non vuole arrendersi e ha la dignità di chi vuole vivere perché sa che la vita è il bene più prezioso che esista e con l’improvvisa invalidità della propria madre che mi ha messo a dura prova visto che era colei che mi permetteva di autodeterminarmi.
Penso proprio che chi crede nell’eutanasia non abbia più la forza di lottare, ma penso anche che chi desidera legalizzare la libertà di scelta della propria morte non conosca che cos’è la
determinazione verso quei valori sinonimo di “autenticità” dell’Essere Persona Umana.

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