“Ho pochissime foto. Preferisco vivere il momento. Una foto a cui sono affezionata riguarda la Francia. Ero adolescente e mio padre mi ha portato in Provenza dove è cresciuto. Mio padre e io siamo seduti fuori una specie di locanda in un campo che si apre sulla lavanda. Profumatissimo. Lui legge il giornale e io bevo qualcosa felice e inondata di sole”, questa è una delle foto che Carla Vangelista ha nel suo album dei ricordi.
L’uso improprio dell’amore, edito da Harper Collins Italia, è l’ultimo romanzo della scrittrice che racconta, anche, di un incontro quello tra Elodie e Guy. E può un incontro cambiarti la vita?
Intervista all’autrice Carla Vangelista.
Un incontro può cambiare la vita, solo se …
“E’ disponibile e pronta. Una disponibilità interiore a farti cambiare la vita.”
Ti è mai accaduto?
“Sempre. Ho avuto degli incontri importati sia nella vita privata che lavorativa e delle piccole o grandi cose della mia vita sono cambiate; sono inutili gli incontri se non ti cambiano.”
La storia nel libro si svolge a Parigi. Come mai questa scelta?
“Ci sono due motivi. Uno di scrittura e un altro affettivo. Il primo è perché volevo raccontare una grande storia d’amore e di passione e Parigi, per me, è ancora la città degli amanti. Il secondo, in questa città è cresciuto mio padre e, quindi, a mia volta sono cresciuta con i suoi racconti di Parigi, posto in cui, tra l’altro, sono andata proprio con lui.”
La madre di Elodie, nel romanzo, è una pattinatrice. Usando una metafora: c’è un momento della tua vita in cui hai preferito pattinare invece di camminare?
“Pattinare vuol dire anche scivolare su alcune cose della vita senza dare troppo peso. In realtà prendo la vita troppo sul serio, mi è difficile pattinarci, scivolarci sopra. Tanto è vero, ho fatto pattinaggio artistico da bambina e, usandolo come metafora, dopo pochissimo mi sono spaccata due volte un braccio per cui ho dovuto smettere; usavo i freni anziché volare. Il pattinaggio è uscito dalla mia vita.”
Scrivi “dell’angelo sul ghiaccio”. Che rapporto hai con il ghiaccio e con l’acqua da cui questo deriva?
“Con l’acqua ho un buon rapporto. Mia madre era una campionessa di nuoto, per cui a sei mesi lei mi buttò in acqua. E’ una parte che sento integrante del mio corpo, di me. E’ meravigliosa. Il ghiaccio, ho un rapporto meno gradevole perché è freddo, repulsivo e, soprattutto imprigiona. Non è amichevole, ma nello stesso tempo è cristallino, pulito e questo mi piace!”
Il rosso è un colore che usi in questo libro. Che simboleggia?
“Il Coraggio di mostrarsi, l’amore, la passione. Tutto ciò che è “forte” per me ha un colore vivo, come il rosso.”