1976: Libertà

di Eduardo Galeano

Nel suo racconto “Gli uccelli proibiti”, tratto dal libro “Memoria del fuoco”, terza parte de “Il secolo del vento”, il grande intellettuale Eduardo Galeano, nato a Montevideo nel 1940, ripercorre la storia del suo continente dal 1900 al 1986

galeanoPer quanto incredibile possa sembrare, la principale prigione della dittatura militare uruguaiana si chiamava “Libertà”. In questa prigione, però, i detenuti politici erano liberi di fare ben poco: non potevano parlare senza permesso, fischiare, sorridere, cantare, camminare velocemente o salutare altri prigionieri. Non potevano neppure disegnare o ricevere disegni di donne incinte, coppie, farfalle, stelle, uccelli. In definitiva, nulla che potesse simboleggiare la libertà, l’amore, la luce e la speranza.
Una domenica, Didaskò Perez, maestro di scuola, arrestato e torturato a causa delle sue idee politiche, ricevette la visita di sua figlia Milay, cinque anni. La bambina gli portò un disegno di uccellini, ma i censori lo strapparono all’entrata. La domenica seguente, Milay gli portò un disegno di alberi. Gli alberi non erano vietati, quindi il disegno passò la censura. Didaskò elogiò la sua opera e le chiese dei cerchietti colorati che comparivano tra le corone degli alberi, piccoli cerchi tra i rami: “Cosa sono questi frutti così colorati? arance? che frutti sono?
La bimba lo zittì: “Ssshhhh…”
Poi, in segreto, gli spiegò: “Non vedi che sono occhi? Gli occhi degli uccellini che ti ho portato di nascosto.”

di Eduardo Galeano
scrittore e giornalista uruguayano.

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