Giornali e TV “limitati” per gli stranieri

Nei media russi, il capitale stero non può più superare il 20%. Vengono colpiti i principali quotidiani di opposizione

Non tira una buona aria, in RUssia, per i pochi giornalisti che desiderano svolgere il loro lavoro in modo obiettivo e per i media autonomi, non controllati – direttamente o indirettamente – dal Cremlino.
Nelle ultime settimane, infatti, il Presidente Vladimir Putin ha firmato una legge secondo la quale la quota di azionisti stranieri nei mezzi di comunicazione del Paese non può superare i 20% del capitale. Il provvedimento si applica agli stranieri, appunto, alle persone senza cittadinanza o ai cittadini della Federazione russa che hanno anche la cittadinanza di un altro Paese e che, per questo, non possono essere fondatori di una TV, una radio o un giornale.
Da questa nuova normativa sarebbero colpiti una trentina di media. Fra di essi anche “Forbes”, “Kommersant” e “Vedomosti”, questi ultimi due fra i quotidiani più indipendenti nella variegata galassia mediatica ex sovietica. Con entrambi ha collaborato il giornalista Valenrij Panjuskin, vincitore del premio “Penna d’oro” di Russia. In Italia ha pubblicato, con la Edizioni e/o, “I 12 che hanno detto no – La lotta per la libertà nella Russia di Putin”.
Si tratta di un libro-denuncia che mette in risalto uomini (e donne) coraggiosi che hanno avuto la forza di ribellarsi.
Entro la fine di gennaio del 2017, i media russi “partecipati” da capitale estero dovranno adeguarsi alle nuove normative, pena la sospensione dell’attività. La legge è stata il 1° ottobre scorso da Consiglio della Federazione: 123 senatori hanno votato sì, uno (solo) si è astenuto.

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