Storia di una vita dedicata alla comicità: Marco Mazzaglia

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

Marco Mazzaglia comico siciliano, dedica la sua vita ad una passione utile più agli altri che a se stesso. Una professione faticosa da scalare con amore.

Marco Mazzaglia, comico.

Marco Mazzaglia, comico.

Ridere e far ridere può essere una vocazione che nasce nella propria indole, come componente del proprio DNA. Marco Mazzaglia, un giovane ragazzo siciliano racconta ai lettori di SocialNews come “il ridere” sia la sua passione e il suo lavoro. Si tratta di una strada in salita da percorrere a passi lenti, in particolare nei nostri giorni di crisi. Una dote naturale raffinata con studi intrapresi nei laboratori di Zelig, in cui si testano le battute. Ancora, attraverso corsi di specializzazione svolti a Roma e a Firenze, tra cui uno dedicato a Massimo Troisi. Un percorso lungo e avventuroso che può essere intrapreso solo se nutrito da vera passione, che grida nel proprio animo come un leone ruggente. Descrive la sua attività come minuziosa, in quanto non si limita a comunicare battute, ma ne è lui stesso l’autore. Ci cita, infatti una sua battuta su come fare innamorare le donne: “Semplice: mostra la tua carta di credito e vedrai che sarà amore a prima VISA!”. Vive ogni attimo della sua vita e osserva pronto a captare elementi da sviluppare nella comicità. Molto simile alla poetica espressa dalla poesia di Pascoli, che vede tutto con animo da fanciullo, capace di vedere il mondo con stupore e allegria. Marco ci racconta di aver fatto tesoro anche delle sue esperienze in villaggi turistici in cui ha iniziato a mettersi in gioco scoprendo di essere gratificato dalla stima del pubblico. E ancora, non solo autore delle proprie battute, ma anche di veri e propri spettacoli già realizzati e da realizzare in previsione di sbarcare anche nel cinema. Un duro lavoro che ripaga solo con i sorrisi del pubblico, perché come sosteneva il noto regista Eugenio Barba, in una sua intervista, gli attori sono paragonabili a delle canoe: « Le canoe lottano contro la corrente, attraversano il fiume, possono approdare all’altra sponda, ma non si può mai essere sicuri di come il loro carico verrà accolto ed utilizzato. (…) Le canoe navigano le correnti dei malintesi. Vorrebbero essere pagine stabili di libri e sono, invece, lettere che non sappiamo se e quando giungeranno a destinazione, né come verranno intese, se verranno lette e da chi». Quindi, caro Marco, aspettiamo il tuo approdo alla celebrità, con un carico accolto a suoni di applausi!

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