Storia di una vita intrecciata di poesia: Intervista al Prof. Carmine Valendino

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

 

La storia di un professore di lettere che della poesia ne fa un mezzo espressivo nella ricerca interiore e l’autoconoscenza, una liberazione e purificazione della Sua interiorità.

 

Carmine Valendino.

Prof. Carmine Valendino.

In quel di Milano, vive un professore di lettere dell’ITC Argentia. Per lui non esiste solo l’insegnamento, ed ha una duplice passione che lo vede autore di numerose poesie. Ma, chiediamo a Lui, Carmine Valendino come si definisce?

 

«In genere rifuggo dalle definizioni e dalle classificazioni, sono semplicemente Uomo, forse un po’ troppo dotato di sensibilità e di introspezione, che si convertono in bisogno e urgenza di dire (a chi?) quanto alberga in un’estensione d’anima».

 

Cos’è la poesia per Lei? Un mezzo per far riecheggiare la propria identità? Una canale per gridare al mondo? Oppure, come diceva Pascoli qualcosa che sperimenta solo chi sa conservare l’animo di un fanciullo e riesce, quindi, a vedere il mondo con lo stesso stupore di chi lo vede per la prima volta?

 

«Per me la Poesia è ricerca interiore, è autoconoscenza (e autocoscienza), è comunicazione letteraria per esprimere quanto ho bisogno di dire a me stesso… di me stesso; la Poesia è per me liberazione dell’anima dalle scorie che la vita ha, mano a mano, sedimentato attraverso esperienze, le più varie e disparate: dalle più fosche e negative, a quelle più positive ed esaltanti. La Poesia consente – con il suo ventaglio di possibilità espressive, stilistiche, retoriche, sintattiche – di raggiungere un’approssimazione di conoscenza di sé e di quanto contraddittoriamente ci circonda e siamo».

 

 

Citando il professore, poeta, cantautore, Roberto Vecchioni, in riferimento alla Sua canzone “Sogna ragazzo sogna”, Lei hai mai invogliato qualche Suo alunno a comporre poesie?

 

«Lo si fa indirettamente, se si riesce a far piacere la scrittura e la Poesia in particolare, non basta dare, occorre anche una capacità e una sensibilità recettiva. A qualcuno il messaggio è arrivato».

 

 

Kipling ha scritto una poesia dedicata a suo figlio e intitolata “If” in cui indica quali sono i passi per poter diventare uomini. Tra i versi delle Sue poesie ci sono consigli per qualcuno?

 

«If (Se) è un testo, come anche Lettera al figlio di Nazim Hikmet, di portata universale: ciascuno può trarre molti insegnamenti, dipende da come ci si mette in ascolto in qualità di “lettori”».

 

Le chiedo di dedicarci qualche Sua poesia.

 

Sono spogli gli alberi
intirizziti tra le prime luci.
Verde è ancora l’erba
prima che il gelo arrivi.

Vago tra i miei pensieri
raggelati da una grigia
mattina solitaria,
anch’io stesso infreddolito,
mentre cammino
con un cane al guinzaglio
e i pensieri annodati
a sciarpa.

Neanche i primi raggi
dissipano grigio e freddo.

Carmine Valendino

 

E’ così:
quando ci guardiamo,
ci vediamo negli occhi
pieni d’amore e di desiderio,
ma ci guardiamo
anche nelle rughe
che testimoniano
il nostro vissuto
percorso per vie dolorose
che ci hanno portato
ad incontrarci.

Carmine Valendino

Ricordi la macchia
di bosco,
in collina,
come odorava di funghi
e di luce?
Le foglie cadute
fecero da tappeto
e forte era il profumo
di noi: eravamo Primavera
nel nostro volo
su quel tappeto magico…

Carmine Valendino

 

 

Senza bussola,
ho navigato a vista
nella vita
e ho inciampato
in faraglioni e scogli
irti, ferendomi.
E viaggi tra deserti
aridi ho compiuto.

Fu un ponte di luce
che percorsi
su un nero lampo
a portarmi a conoscere
il mistero delle sette isole
nella corrente.

Carmine Valendino

 

 

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