Nella stagione della grande recessione il settore della cultura risulta tra i più penalizzati, compreso il settore cinematografico. Se però c’è una cinematografia è capace di re-inventarsi continuamente, di assumere stimoli da altri cinema, di rincorrere il pubblico mantenendo un’idea forte di autorialità, di reagire alle crisi, proviene sicuramente dal Far East Film Festival. Si tratta della più ricca rassegna di cinema dell’Estremo Oriente in Europa e si tiene ogni primavera a Udine. Se, da un lato, il cinema dell’Estremo Oriente ha ormai conquistato le attenzioni dei festival maggiori (Venezia, Cannes, Berlino), smettendo di essere quell’universo sconosciuto che aveva attirato l’attenzione pioneristica del FEFF, dall’altro lato, infatti, è un cinema che ha reagito alla crisi con un’autentica rivoluzione: una rivoluzione di idee, di mezzi e di strategie. Il festival ospita numerose recenti produzioni del cinema orientale e dedica ogni anno retrospettive su cinematografie dei Paesi dell’Est e del Sud Est asiatico. Ogni anno sono numerosi gli ospiti: personalità del cinema come attori, registi e produttori. Con l’affluenza media complessiva di oltre 50.000 persone, Far East Film ha visto progressivamente confermare, anno dopo anno, le attenzioni del pubblico internazionale, nazionale e locale. Un pubblico ormai solidamente fidelizzato. Più di un migliaio le richieste di accredito, moltissimi non solo i giornalisti, ma anche gli studenti di cinema e lingue orientali provenienti da tutto il mondo e agevolati dall’iniziativa Bed&Feff, ospitalità in famiglia. Quest’anno si è giunti alla 12° edizione: nove giornate di programmazione, dal 23 aprile al 1° maggio, e oltre 60 pellicole in arrivo da Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Thailandia, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore e Taiwan. Gli organizzatori hanno messo a punto un cartellone denso e articolatissimo, ancora una volta in perfetto equilibrio tra presente e passato, dove si alterneranno preview, cult, riscoperte, incontri con gli ospiti, senza dimenticare il ritorno delle grandi retrospettive. La prima sarà dedicata a una delle più famose case di produzione giapponese, la Shin-Toho, mentre la seconda vedrà continuare il percorso di ricerca e di approfondimento nella storia recente del cinema di Hong Kong.
Sara Crisnaro