Attenzione alle legislazioni locali

È necessario conoscere la realtà dei territori che visitiamo per non legittimare le peggiori violazioni dei diritti umani con il turismo ecosolidale. La miglior convivenza possibile anche tra uomo e natura non può prescindere dalla qualità della vita civile.

Considero i diritti umani, civili e politici assolutamente prevalenti su quelli economici e sociali. Se devo scegliere dove recarmi in vacanza tengo quindi in considerazione anche qual è lo stato della democrazia e del rispetto dei diritti della persona nelle località prescelte. Se è vero che con i termini turismo ecosostenibile, responsabile ed eco solidale si indica per lo più la ricerca di un rapporto tra turismo e natura che sia all’insegna dell’armonia, del rispetto e della preservazione dell’ambiente naturale da parte dell’uomo, continuo a pensare però che la miglior convivenza possibile anche tra uomo e natura non possa prescindere dalla qualità della vita civile, la convivenza tra gli uomini, il rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali dei cittadini da parte delle istituzioni. Mi risulterebbe difficile recarmi in Cina, ad esempio, senza tenere conto che questo è il Paese primatista per numero di esecuzioni capitali o in Iran, conoscendo le terribili pratiche di tortura o di lapidazione ancora in uso in questo Paese.

E, francamente, non prenderei molto bene il sole a Cuba, dove esprimere un’opinione in dissenso dal Lider Maximo è motivo di detenzione per molti oppositori politici locali. Se gli operatori fornissero adeguate informazioni sullo stato della democrazia e dei diritti civili nel mondo, migliorerebbero non solo la consapevolezza di chi si mette in viaggio sul mondo in cui viviamo. Contribuirebbero anche a migliorare la condizione dei cittadini di Paesi con standard pessimi in materia di diritti umani: se le scelte turistiche tenessero conto di questo aspetto, è evidente che l’immagine del Paese ne risentirebbe.Se, ad esempio, si conoscesse la dimensione del problema della pena di morte, con oltre il 98% delle esecuzioni che si concentrano in poche decine di Stati, dai tratti anche molto esotici, i flussi turistici potrebbero fornire il loro contributo al contenimento di quelle che in alcuni Paesi sono vere e proprie “stragi di stato”, possibili anche perché coperte dal “segreto di stato”.

Non propongo il boicottaggio. Sono contraria ai boicottaggi di ogni tipo, economici o turistici che siano. Dico solo che occorrerebbe un maggior impegno nel far conoscere la realtà di alcune aree, nel legare l’immagine di un Paese allo stato della sua democrazia. Insomma, se ci sentiamo responsabili della vita di altre persone, noi che viviamo nella libertà e godiamo di diritti fondamentali, possiamo creare le condizioni perché anche quelli a cui libertà e diritti sono negati possano aspirarvi. Non v’è diritto alla vita, senza che vi sia vita del diritto. La democrazia non è un lusso di cui possono usufruire solo gli abitanti del mondo cosiddetto sviluppato. Costituisce la condizione primaria di vita e di sviluppo ed è ancora negata a miliardi di persone. Dalla democrazia dipende poi anche l’avvio di politiche ecosostenibili a più ampio raggio. Molto spesso, invece, le scelte del cosiddetto turismo eco solidale sono ispirate ad un relativismo culturale che rischia di legittimare le peggiori violazioni dei diritti umani.

Elisabetta Zamparutti
Componente dell’VIII Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera

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