Amarcord: eutanasia di un amore

Parliamo di un film del 1978, diretto da Enrico Maria Salerno ed interpretato da Tony Musante e Ornella Muti.
Il genere è drammatico e racconta la conclusione di una lunga storia d’amore fra un professore ed una sua ex allieva.
Motivo della crisi, la decisione di lui di rinunciare ad avere un bambino, da lei, invece, tanto desiderato.
Dialoghi, rincorse (lui va a cercare lei a Parigi), un tentativo di recupero del rapporto, l’estate sul litorale toscano.
E, sullo sfondo, un’Italia degli anni ’70, che oggi appare così lontana.
Il film segna un piccolo confine nella generazione di chi è nato a cavallo fra gli anni sessanta e settanta e che oggi, con un certo timore, può già tracciare un bilancio, sia pure parziale, dei traguardi personali raggiunti o falliti. Pensando al tempo che avanza inesorabile, ricordarsi di questo film non è un buon segno…

Ma è con una certa nostalgia che si può interpretare il contesto in cui è calato.
Una Società in cui non c’erano pc, internet o cellulari.
Scarsa multietnicità, anche nelle grandi città del Nord.
Nessuna badante croata o colf rumena, nemmeno rapine in villa o spacciatori provenienti da aree depresse a noi contermini.
Un tenore di vita sicuramente inferiore, a livello generalizzato, ma forse più intenso nei valori morali e nei rapporti umani.
Un’Italia più povera, ma più ricca.
Un’Italia che si esaltava per Sara Simeoni, Roberto Bettega, Vito Antuofermo.
Un’Italia straziata dal terrorismo, dalle immagini indelebili di Via Fani, che piange un Papa di statura eccezionale come Paolo VI e che deve provare imbarazzo all’estero per quanto sia istituzionale la bustarella, la raccomandazione, la lubrificazione delle pratiche burocratiche (già, la burocrazia anni’70…).

Meglio oggi o allora?

Ognuno può fornire la sua risposta ed ognuno merita il massimo rispetto per le argomentazioni proposte.
Sentiamo però la straordinaria attualità delle parole di Pier Paolo Pasolini, pensando alla nostra società dell’immagine, vuota, assente, impalpabile: “…la TV…se i modelli sono quelli, come si può pretendere che la gioventù più esposta o indifesa non sia criminaloide o criminale. È stata la televisione che ha…iniziato l’era dell’edonè. Era in cui dei giovani insieme presuntuosi e frustrati a causa della stupidità e insieme dell’irraggiungibilità dei modelli proposti loro dalla scuola e dalla televisione, tendono inarrestabilmente ad essere aggressivi fino alla delinquenza o passivi fino all’infelicità…” (Lettere Luterane).

Tullio Ciancarella

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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